Scritture creative

martedì 18 luglio 2017

Il primato dei Neet: da Bunny81 a "Il maledetto residuo nel cuore", passando per "Magnitudo apparente", quei precari snobbati

"Ma non credi di stare esagerando?"
"Non credi di fare la vittima?"
Già, la colpa era mia, nel paese in cui il fallimento era ed è visto come un punto di non ritorno (salvo poi citare Steve Jobs, che di fallimenti ne ha fatti diversi, prima di arrivare al successo). Era colpa mia se ero precaria, e dovevo piantarla di sventolare la mia bandiera titolata. Che poi mi chiudessi in una stanza a lavorare a oltranza o che facessi quattro lavori per mantenermi, tra i sorrisi beati di chi mi sventolava la sua tredicesima sotto il naso, mentre io racimolavo soldini senza diritti... che poi io facessi da sola lo stesso lavoro (e discretamente) di chi, paraculato, veniva aiutato e poteva imparare, quelli erano dettagli... (anzi, sei una bugiarda).
Così, il coniglio procede, presto lo troverete pure nel mio prossimo romanzo. Dovete seguirlo, va avanti, no, ora va indietro. Presto che è tardi, l'Italia ha conquistato un triste primato: è, infatti, il primo paese in UE per Neet. Quelli dei romanzi scomodi. I sognatori imbe(ci)lli di Magnitudo apparente e de Il maledetto residuo nel cuore. Quei romanzi passati sotto silenzio, preceduti da quella imbe(ci)lle, Bunny81 che, un tempo, raccontava una situazione. E, ora, dieci anni dopo, la fotografia di Neet (per l'articolo, clicca qui), fenomeno allargatosi a macchia d'olio, ormai. Perché non bisogna parlare dei problemi, ma quando questi vengono riconosciuti, è troppo tardi. Perché?

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Correva l'anno 2007, quando è iniziata la mia avventura nel mondo dei blog. Bunny81 era il mio nickname, un incrocio di citazioni in cui si ritrovavano Sailor Moon e Alice nel Paese delle Meraviglie. Ho usato questo strumento anche in modo sbagliato, buttandola a tratti troppo su personale, ma quando ho iniziato a raccontare delle mie vicende di precaria (e non ero l'unica) non mancavano commenti spietati. Ovviamente, la precarietà era legata a una mia sostanziale incapacità. Guai a parlare di raccomandati (gli stessi che mi raccontavano candidamente che erano aiutati perché non sapevano fare una cosa, mentre io imparavo la stessa cosa da sola e con fatica); guai a chiedere di più; guai a parlare di discriminazione, perché si trattava della gavetta e nella gavetta devi soltanto "essere umile".

Negli anni ho incontrato molti compagni di viaggio. Ho raccontato storie di precarietà e di Neet. Ne ho parlato anche sui giornali. Silenzio, ovviamente. Qualche commento di chi la situazione deve subirla, in silenzio, o altrimenti, ti saluto. Poi. sono accaduti diversi eventi. Ovviamente nessuno ascolta i precari, poiché sono soltanto i pezzi intercambiabili di una società che ha destituito l'essere umano della propria dignità; soprattutto sono gli esseri umani che non sono eletti.

2012: terremoto. L'orrore, la paura, la sensazione di sentirti in bilico. Sono iniziati i mesi più bui della mia esistenza. Scrivevo, ma non riuscivo a scrivere; il sisma aveva creato diversi problemi anche nell'unico appiglio che avevo, in mezzo al vuoto. Per tre anni sono stata in un limbo. Attacchi vari, zero supporto (da chi sbandiera generosità e si fa paladina delle cause di altri) e la sensazione di essere priva di riferimenti.

Intanto...
2014, Magnitudo Apparente. Una Neet e il suo senso di inferiorità indotto, era una delle protagoniste di un romanzo corale, fatto di personaggi spezzati. E' stato il primo romanzo dei Neet.

2015. La rottura del silenzio con l'appello del blog Spaccia Lezioni (clicca qui)
Purtroppo, anche in questo caso, nessuna tuttologa figa capace di blandire, solo una cruda verità lanciata da chi non appartiene a determinate realtà e quindi, destinata al silenzio.

2015. Il maledetto residuo nel cuore. Qui la coralità è variegata. Nasce Ataru Moroboshi, il corrispondente di una testata giornalistica locale, precario e sottopagato di cui si è ovviamente preferito non parlare. E mentre qualcuno predica bene da dietro la scrivania, Ataru Moroboshi, sgobba, con la sua assenza di diritti, sperando, un giorno, di sfondare. Illusioni perfette per mantenere l'esercito dei galoppini.

Ovviamente, anche qui, silenzio. Ataru Moroboshi, personaggio riuscito, non piace tanto. Non ho il gruppo di amichette di supporto, ma ho alcune persone che mi contattano e si complimentano per avere avuto il coraggio di uscire con qualcosa che non è finalizzato a compiacere il pubblico di lettori con quello che vogliono sentirsi dire. Il tutto, raccontando una storia, a detta di alcuni, potente e piena di eventi.

2017: il primato dell'Italia dei Neet. Ovviamente, se ne parla poco. Certi temi vanno sussurrati, se non si vuole seminare zizzania. E ai ragazzi, spesso non resta che fuggire. E tutti si stupiscono.
"Il nostro Paese, infatti, è al primo posto (per distacco) per quanto riguarda i NEET, ovvero i giovani dai 15 ai 24 anni che non hanno e non cercano lavoro: in Italia sono il 19,9%, contro una media continentale del 11,5%. Questo, però, non è l’unico dato ‘nostrano’ che si evince dall’indagine 2017 sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata dalla Commissione Europea."

Ma, no, il problema sono i Neet. Se problemi ci sono, ma comunque, basta non parlarne. Anche se qualcuno, dieci anni fa, l'aveva detto. Intanto, continuate a seguire il coniglio. In qualche buca vi porterà.



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