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martedì 23 gennaio 2018

Un mondo di Alice - La ricerca, i dissidi, la meraviglia in un solo nome - Prima parte

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Non è sicuramente un nome come tanti. Il riferimento lampante è indubbiamente all'opera di Carroll, con quell'Alice nel paese delle meraviglie che è nettamente più conosciuto del seguito Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò; ma Alice è un nome ricorrente e non soltanto sulla scia del successo letterario.
Ma qual è il significato di Alice ? E qual è la sua ricorrenza nella musica, nell'arte visiva e nella cultura più o meno pop? Con quali significanti più o meno reconditi?
Sicuramente la materia è immensa, così mi limiterò a dare qualche dato, un po' per sfizio un po' per fare una ricognizione dell'incidenza che questo nome - e la fanciulla cui è applicato - ha nel mondo dell'arte, dello spettacolo e della narrativa (spesso in maniera trasversale).


Parto dal significato. Alice deriva dall'antico nome germanico Athalhaid che in seguito si è trasformato in Aalis o Alis nel francese antico. Secondo un'altra ipotesi il nome Alice potrebbe invece derivare dal greco Alike, ovvero 'relativa al mare' e quindi per estensione significare 'creatura marina'. Il nome ebbe una grande diffusione dopo il 1865, con l'uscita del romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie di Carroll. L'onomastico viene festeggiato il 5 febbraio in ricordo di Sant'Alice di La Cambre, morta nel 1250.

Il suo significato è 'di bell'aspetto', dunque chiamare  una bambina Alice è di buon auspicio dal punto di vista dell'estetica. Il colore attribuito a questo nome è il giallo.

L'Alice più celebre è, appunto quella di Lewis Carroll. Dal paese delle meraviglie all'avventura attraverso lo specchio, questo nome, ispiratore di numerose storie,  soggetti cinematografici e artistici, evoca scenari immaginifici.
L'associazione è al mondo della fantasia, ma anche a quello dell'introspezione
.  L'Alice che conosciamo meglio, con la sua indole curiosa, si pone quesiti e compie dei viaggi in cui si perde e cerca di ritrovare l'identità perduta, salvo ricascarci ancora.
Alice evoca la ricerca, è la bambina che per diventare ragazza e poi donna deve affrontare itinerari labirintici. La sua figura rappresenta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza.

Tralascio le versioni cinematografiche del capolavoro di Carroll, dall'arcinota versione disneyana alla più recente pellicola di Tim Burton (la targa è sempre quella di Disney) per citare alcuni film in cui Alice è protagonista come donna e/o come evocazione di una situazione non sempre esteticamente bella come indica il significato.

Alice non abita più qui (1974) di Martin Scorsese  narra le vicende di una giovane vedova costretta a barcamenarsi per mantenere se stessa e il figlio. La donna potrebbe fare la cantante, ma si trova a lavorare come cameriera da "Mel". Si innamora, è corteggiata e deve fare i conti con le esigenze del figlio segnato dalla perdita del padre.
Il film ha ispirato una nota serie televisiva giocata sul registro comico, anche se Alice manterrà la sua aria malinconica, insieme alla bella voce.

Un'altra pellicola da citare è Quando Alice ruppe lo specchio di Lucio Fulci (1988). Il riferimento al romanzo di Carroll è lampante, con il gioco di apparenze retto da un protagonista dalle 'strane' abitudini. La pellicola, esteticamente non eccelsa, ma dal soggetto interessante, si lega al filone horror, componente implicita nel testo di Carroll e che si esprime con le allucinazioni di vicende ricche di nonsense.

Alice (1990) è un piccolo capolavoro di Woody Allen, in cui la protagonista farà un viaggio che le consentirà di capire molte cose.

Alice (2010) di Oreste Crisostomi narra la ricerca interiore di una donna che, lentamente, prenderà coscienza del proprio intimo e di ciò che la circonda imparando ad affrancarsi da alcune convinzioni che l'hanno portata a chiudersi a riccio e a venerare persone che, come lei, nutrono paure analoghe.

Still Alice (2014) di Richard Glatzer e Wash Westmorland si incentra sul tema della perdita della memoria di una professoressa cui viene diagnosticata una forma presenile di Halzheimer. In questo caso al centro è la caduta della donna che mostra le proprie fragilità, costringendosi ad accettare il destino cui non può sottrarsi.

Queste sono alcune pellicole che ho voluto citare e che vi consiglio di visionare.

Alice ha ispirato anche molti artisti visivi. Cito ad esempio le illustrazioni dell'eccellente Nicoletta Ceccoli. Ma gli artisti visivi che si sono fatti travolgere dall'estro di Carroll sono anche altri.

Ne parlerò nel prossimo post ;-). 

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