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venerdì 26 luglio 2019

INTERVISTA - Diego Galdino racconta il suo "Bosco bianco" e i sogni di uno scrittore-barista da top-ten

Diego Galdino, tra gli autori
italiani più pubblicati all'estero
Il suo primo romanzo era "al profumo di caffè" e ha conquistato un sacco di lettori e lettrici nostrani/e e non, che hanno continuato e continuano a seguirlo tuttora. Diego Galdino, lo scrittore-barista tra gli autori italiani più pubblicati all'estero, ci parla del suo nuovo romanzo: Bosco Bianco. Lavoro che si distingue dai precedenti per il fatto di essere autoprodotto. Scopriamo con Diego la ragione di questa scelta e tanto altro, progetti futuri e sogni inclusi. Ricordando anche che sognare, come ci dice lui: "nun costa na lira".




Il romanzo d'esordio di Diego Galdino
Diego, benvenuto su La Penna Sognante! Parliamo del tuo nuovo romanzo, “Bosco bianco”. Una storia d’amore ma anche di interessi, questi ultimi legati alle pagine del diario segreto di un leggendario scrittore americano. Quali dinamiche portano un sentimento nobile quale l’amore a sconfinare nel business più cinico? 
Intanto ci tengo a ringraziarti per l'ospitalità. In realtà l'amore non credo sconfini mai nel cinismo, perché così facendo perderebbe di significato. In questo caso ho voluto farlo sconfinare - se così possiamo dire - per esigenza letteraria. Di sicuro l'amore non cura solo tutti i mali, cura il male a prescindere da quale esso sia.

Il bosco è un luogo ricco di implicazioni. Lo troviamo nelle fiabe con una valenza centrale. O pensiamo alla classica selva dantesca, scura e piena di insidie. Qui troviamo un bosco bianco: si tratta di una tua scelta con precisi significati annessi o è un’ambientazione che si ispira a qualcosa in particolare? 
Mi piaceva l'idea che con l'arrivo dell'autunno gli alberi intorno alla tenuta perdessero le foglie e al loro posto tra i rami ci fosse il bianco splendente della casa, tanto da sembrare un bosco bianco. Ho scelto di dare un'immagine all'immaginazione.

A proposito dell’ambientazione: è un’ottima occasione per scoprire suggestivi scorci italiani. Qui siamo sulla costiera amalfitana… ma abbiamo ad esempio Siculiana in Mi arrivi come da un sogno (e poi torniamo alla sempre splendida Roma). Per te scrivere è un’occasione per raccontare di questi scorci? 
Spesso mi piace far scoprire ai miei lettori posti che ancora non conoscono, anche di Roma. In questo caso ho pensato che solo una bellezza naturale potesse rivaleggiare con Roma, la città più bella del mondo.

Un'altra bella storia per Galdino
Parliamo dei personaggi di “Bosco Bianco”: chi sono e che ruoli ricoprono?
I personaggi di Bosco Bianco sono persone che possiamo incontrare nella nostra quotidianità. Persone che hanno sofferto per amore, persone senza scrupoli, genitori, figli, persone che credono nell'amore puro, scevro da pregiudizi, regole scritte e razionalità. Persone che amano dei posti. I personaggi di Bosco Bianco siamo tutti noi.

Rispetto ai precedenti lavori, come si colloca questo, sia dal punto di vista creativo sia da quello umano? Quali evoluzioni stilistiche, quali scelte di trama ed elementi narrativi, quali eventuali mutamenti nelle modalità di approccio alla scrittura hai ritrovato? Quali aspetti hai mantenuto? 
Ti confesso che io quando scrivo seguo un'unica regola... Scrivere non è pensare è scrivere. La prima stesura va scritta di getto, di pancia, in modo istintivo, solo così la tua storia sarà autentica e ogni lettore potrà pensare che da qualche parte quei fatti si siano svolti così. La mia più grande fortuna è che quando inizio a scrivere una storia, so già come finisce.

Ci sono cose che ti hanno ispirato in particolare? O la penna ha seguito il cuore?
La penna ha seguito il cuore: ho solo riportato ciò che mi hanno raccontato i protagonisti della storia, come faccio sempre.

Un altro aspetto fondamentale sta nell’autopubblicazione. Una scelta forte, come affermi tu dicendo: “Nella scrittura, così come nella vita, si deve essere coraggiosi. Voglio essere una voce per i giovani talenti della scrittura, soprattutto per coloro che decidono di affidarsi al self publishing.” Come ti sei mosso, quali scelte hai fatto per non commettere errori e cosa, invece, hai evitato di fare?
Non sono molto pratico, quindi sono solo andato su Amazon e ho seguito passo, passo ciò che mi veniva chiesto di fare per arrivare al libro finito. Il mio unico interesse era che Bosco Bianco venisse letto il prima possibile, l'autopubblicazione mi ha dato questa possibilità. Non nego che per me sia stato più facile perché ho la fortuna di avere tanti lettori che mi seguono e mi stimano grazie ai libri precedenti pubblicati dal Gruppo Mondadori.

Amore e... occhi!
Bosco Bianco è arrivato in un momento non facile della tua vita. La scrittura può avere un ruolo determinante, proprio quando il mondo sembra crollarci addosso o viviamo dolori e/o situazioni complesse. Ci aiuta a sublimare certe situazioni oppure ci libera da tensioni, attraverso la concretizzazione di idee che premono per uscire in forma artistica. In tal senso, sono stati pubblicati manuali a tema di scrittura espressiva (diversa da quella creativa). Tolte queste considerazioni e tornando al tuo romanzo: quanto ti ha supportato la scrittura?
Per me la scrittura è da sempre una seduta terapica con il libro nelle vesti di uno psicologo, al quale dici quelle verità che non diresti mai a nessuno perché il libro che stai scrivendo ti giudica come uno psicologo in maniera oggettiva.

L’amore, Roma, i caffè: sono aspetti centrali del tuo vissuto e del tuo scrivere. Dal tuo primo romanzo sono diventati anche cifre del tuo essere autore. Ti saresti mai aspettato di “dividerti” tra il bancone del bar e “la macchina da scrivere” (uso questo termine perché ha un qualcosa di romantico)? E come percepisci questo tuo vissuto?
Sono un barista scrittore o forse adesso sarebbe meglio dire uno scrittore barista. Non è facile conciliare le due cose, ma non credo possa esistere l'uno senza l'altro. Mi piace l'idea di poter dare a tutti i miei lettori sparsi per il mondo un posto dove trovarmi sempre, per una dedica, una foto, due chiacchiere e un caffè.

Che cosa, in generale ti ispira? Quali libri, film, canzoni dettagli del reale o altro… e come entrano in sintonia con il tuo scrivere?
Spesso vengo ispirato da delle foto, delle immagini di posti o persone. Mi piace fantasticarci sopra. Di sicuro il fatto che io sia un lettore compulsivo e un appassionato di cinema ha aiutato la mia fantasia a diventare quello che è una macchina per la dolcezza.

Perché scrivere proprio d’amore?
Perché io sono innamorato dell'amore e il mio libro della vita è Persuasione di Jane Austen.

Tra i tuoi romanzi, ce n’è uno in particolare cui sei legato? Per quale ragione (se si può dire)?
Uno scrittore direbbe sempre... il prossimo. Ma io sono molto legato a Mi arrivi come da un sogno il romanzo per cui sono stato preso da Vicki Satlow uno degli agenti letterari più bravi ed importanti al mondo e dalla Sperling & Kupfer, una delle più importanti case editrici italiane.

Gli scrittori e i lettori, le persone… tutti noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni? Ma quali limiti per i sogni?
Nessuno, come gentilezza e cortesia, anche sognare "nun costa na lira".

Come sarà l'ultimo caffè
della sera?
Progetti? Idee? Cosa vedi nel tuo futuro?
Ho finito di scrivere da qualche giorno il mio nuovo romanzo ed ora aspetto di sapere quale editore lo pubblicherà. Nella prossima primavera uscirà in tutti i paesi di lingua tedesca e in tutti i paesi di lingua spagnola L'ultimo caffè della sera seguito de Il primo caffè del mattino. E in Bulgaria sarà pubblicato il mio quarto romanzo, ma ancora non si sa quale, uno tra Mi arrivi come da un sogno, Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi, Bosco Bianco e quello che ho appena finito di scrivere. E poi a Settembre ci dovrebbero essere importanti novità su un progetto molto importante a livello internazionale riguardante la trasposizione cinematografica dei miei due romanzi dedicati al caffè... Il primo caffè del mattino e L'ultimo caffè della sera.
Grazie a te per essere stata una splendida padrona di casa.


Grazie a te, Diego!

Bosco Bianco: la trama
Nel suo testamento, la signora Chiara Pizzi lascia in eredità Bosco Bianco, una bellissima e storica tenuta affacciata sulla costiera amalfitana, a suo nipote Samuele Milleri, figlio di sua sorella e alla signorina Maia Antonini, figlia della sua più cara amica d’infanzia. Si racconta che a Bosco Bianco sia nascosto il diario segreto del leggendario scrittore americano Albert Grant. Proprio per questo motivo Andrea Razzi, ricco uomo d’affari, con velleità politiche, vuole entrarne in possesso a qualsiasi posto, tanto da acquistare da Samuele Milleri la sua metà di Bosco Bianco appena ereditata, approfittando dei suoi gravi problemi finanziari, per poi obbligare Giorgio Betti, il suo migliore e fascinoso agente immobiliare, a fingersi il nipote della vecchia proprietaria per cercare di convincere Maia Antonini a vendergli la sua parte della tenuta, anche a costo di farla innamorare. Ma vivere a Bosco Bianco, seppur per pochissimo tempo, può ambiare il destino delle persone. Lo sapeva bene lo scrittore americano Albert Grant, che aveva fatto dell’amore la sua ragione di vita perché come era scritto alla fine del suo libro più famoso…“Per perdersi non serve un posto, basta una persona”



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L'autore: Diego Galdino
Classe 1971, vive a Roma e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme, per aprire il suo Bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città.
Con Sperling&Kupfer ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Il primo caffè del mattino (di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici) Mi arrivi come da un sogno, Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi, Ti vedo per la prima volta e L’ultimo caffè della sera. Autore di successo internazionale è tradotto nei paesi di lingua tedesca, in Polonia, Bulgaria, Serbia e nei paesi di lingua spagnola. Bosco Bianco è l’attesissimo romanzo che viene autopubblicato per una scelta di cuore. Un bellissimo atto d’amore e riconoscenza verso i tanti lettori che da sempre lo stimano.


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