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martedì 12 novembre 2019

Pillole di scrittura creativa: un autore in cerca di personaggi

Immagine 1
Li abbiamo conosciuti in cerca d'autore. Pirandello li ha inseriti nel meccanismo geniale della drammaturgia contemporanea, spalancando le porte alla questione del personaggio.
A proposito: nel Novecento del secolo scorso si assiste alla ridefinizione dello stesso, complice la psicanalisi, in primis, seguita dalle teorie e dalle evoluzioni storiche e sociologiche che hanno contaminato l'arte nelle diverse espressioni e manifestazioni con conseguenti scardinamenti.
Ora, anno 2019, è l'autore in cerca di... personaggi.  Personaggi come? Personaggi quali? Scopriamoli meglio.






Immagine 2: e se fosse una gatta
guerriera?
"Sei personaggi in cerca d'autore": siamo nel 1920/1921, al primo capitolo della Trilogia del "Teatro nel teatro" di Luigi Pirandello. La quarta parete crolla definitivamente con il calcio dell'originalità, dando voce a nuove esigenze espressive. I personaggi vivono. I personaggi si calano nel pozzo nero del ruolo che gli è assegnato, rompendo la catena delle convenzioni.

L'etimologia non è deviante, anzi: "Personaggio" deriva dal latino "Persona", termine che a sua volta deriva dall'etrusco "Phersu" ovvero "Maschera", il quale procede dal greco "Máska" (anche questa significante maschera).
Da questo percorso semantico desumiamo che il personaggio ha delle caratteristiche legate al fatto di appartenere a un mondo che è diverso pur se parallelo a quello reale. Mi riferisco al mondo della drammaturgia (e della narrativa).

La maschera è anche quella della Commedia dell'arte. In realtà sono tante maschere: da Arlecchino al Dottore, passando per Pulcinella, Colombina etc. Si tratta di figure che incarnano vizi e virtù umani, restando sempre uguali a se stesse; sono insomma dei ruoli funzionali alla costruzione e dell'allestimento della commedia, un tempo basata su un canovaccio. Maschere che sono tipi, la cui fissità permette di lavorare in maniera agevole sullo sviluppo dell'intreccio basato sull'intrigo e sull'effetto comico al limite del ridicolo.

Questo esempio rende il concetto di personaggio fisso. All'opposto troviamo quello a tutto tondo, che è entrato pienamente a regime con la letteratura moderna. Un personaggio definito in tutta la sua complessità - di cui vengono fatti emergere i desideri più intimi - e che nel conflitto narrativo trova le ragioni per crescere compiendo una trasformazione.

Non che nell'antichità tutti i personaggi fossero "tipi": già in alcuni eroi del mito troviamo elementi moderni e contemporanei legati al viaggio, al conflitto interiore, alla necessità di effettuare una scelta. La definizione del personaggio si è raffinata e complicata nel corso dei secoli, complice una sempre più attenta discesa negli inferi dell'animo umano.
Si accenna a ciò già nel Medioevo quando, con l'affermarsi del Cristianesimo e dei concetti correlati di ricerca del divino, senso di colpa e redenzione, il personaggio inizia ad assumere quei connotati che lo traghetteranno nella modernità. Con il passare dei secoli, il lavoro degli autori e delle autrici diventa quello del cesello. Nascono personaggi memorabili, complici i travagli portati sulla pagina: da Werther ad Anna Karenina, passando per Madame Bovary, le grandi descrizioni veicolano figure che restano indelebili nella mente dei lettori.

Con il Novecento, tutto si stravolge. Merito della psicanalisi che inaugura un percorso fondamentale alla ridefinizione dell'essere umano.
Restano ovviamente i ruoli:
- Protagonista
- Antagonista
- Mentore
- Aiutante 

Va però in  auge il personaggio a tutto tondo che non è più mera funzione, ma un individuo di cui il lettore coglie le più intime fratture.

L'autore quindi diventa il cercatore del filone d'oro da cui plasmare i suoi personaggi.
A questo punto, come deve muoversi?

Domanda legittima, come la risposta: un personaggio, tanto più è definito nei dettagli, tanto più empatizza con il lettore o la lettrice.
A ruota ci chiediamo: se costruiamo dei personaggi forti, la trama può essere debole?
Risposta: non è esattamente così.

Ogni personaggio deve essere coerente al mondo narrativo in cui si muove. Può essere descritto nei dettagli all'interno di una scheda che diventa uno strumento utile allo scrittore/alla scrittrice; dettagli che possono essere minuziosi, l'importante è che siano sempre in linea con l'universo narrativo in cui l'individuo viene inserito. Naturalmente, occhio al superfluo: inutile descriverlo fino alla punta dei capelli, se poi resta un bambolotto inanimato. Il personaggio ha desideri, sentimenti, emozioni, una backstory, rapporti con altri personaggi. Le azioni che compie non saranno le stesse effettuate da un altro; né queste azioni avranno le medesime motivazioni.

I personaggi possono nascere dalla nostra vita; possono essere ispirati  a persone della vita reale, oppure possono essere un mix di personalità realmente esistenti o esistite; ancora, possono essere inventati. L'importante è che siano coerenti alla narrazione che li vede in azione.

Caro autore, cara autrice,
penna alla mano: pensa ai tuoi personaggi, dandogli una vita totale e totalizzante. E forse, improvvisamente, saranno loro a raccontarti le loro vicende, trascinandoti in una serie di fortunate, fantastiche avventure!


Fonti
Immagine 1 di Mohamed Hassan  clicca qui 
Immagine 2 di Enrique Meguer clicca qui

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