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lunedì 25 luglio 2022

OFF TOPIC - Volevo le gambe e non la coda di pesce: essere te stesso o quello che vorresti o senti di essere?

Quest'inverno ho guardato un film che mi ha particolarmente toccato: "Girl" (2018), diretto da Lukas Dhont e con protagonista Victor Polster, nei panni dell'incantevole Lara Verhaeghen. Intorno a Lara, un bel cast che ha saputo interpretare una storia drammatica, edificante ma non retorica. La vicenda di Lara ripercorre archetipi alla base della mitologia e della narrativa, connessi alla vita reale, alle insicurezze e ai bisogni identitari che portano gli esseri umani a vivere inferni personali. Perché il problema, e ce lo rammenta Amleto, verte sul: "To be or not to be". Nella fiaba de "La Sirenetta", edita la prima volta nel 1837, il tema si propone con un afflato moderno, nel desiderio della creatura marina di avere le gambe, al posto della coda. Con le conseguenze che sappiamo.    

Chi è Lara? Un'adolescente MtF che sogna di diventare un'étoile della danza classica. Vuole completare il processo di transizione il prima possibile; questo malgrado i medici insistano sul fatto che, prima di sottoporsi all'intervento di vaginoplastica, lei debba raggiungere una condizione fisica ottimale, al fine di poter affrontare al meglio la parte più critica del percorso. Ma Lara non ce la fa: nasconde le parti anatomiche maschili usando pratiche poco sicure e vuole essere donna, subito. Il corpo in cui è nata, non è il suo, è come una prigione da cui vuole uscire, come lo strato che pelle d'asino indossa e di cui si deve liberare per mostrare la vera se stessa. 

"Girl" è un film che tratta il tema della transessualità in un modo che porta a empatizzare lo spettatore con Lara, ma anche a riflettere sui limiti e sulle difficoltà del percorso che ha intrapreso. D'altro canto, la fretta è deleteria e nasce da un potente disagio  che mira a un obiettivo: diventare quello che sente di essere. O che vorrebbe essere? Ma è davvero così facile?

Nei secoli l'essere umano ha sempre aspirato a superare la propria condizione. Pensiamo solo alla vicenda biblica di Adamo: accetta la mela da Eva per acquisire una facoltà superiore. Pensiamo a Icaro, a Prometeo e da lì al dottor Frankenstein. Queste storie insegnano che chi cerca di elevarsi al cielo, prima o poi deve pagare uno scotto. Certo, con l'Umanesimo l'essere umano si è posto al centro dell'universo, richiamando il tema della "creatura eletta"; con la Rivoluzione Scientifica, l'essere umano traccia nuovi confini, arrivando alle evoluzioni successive che ci traghettano verso il Transumanesimo.

Ma torniamo alla possibilità di poter travalicare certi limiti. 

Davvero è così? Lara non può ancora sottoporsi all'intervento. Non può per motivi oggettivi: ne va della sua salute. C'è da dire che un intervento come quello cui deve sottoporsi, non è una passeggiata. Si tratta di modificare completamente qualcosa che è connaturato al corpo. Questo è il punto di vista della natura. E diciamolo, nel rispetto delle diverse posizioni: cancellare completamente la base biologica della sessualità, in modo perentorio e assoluto, è un rischio. Perché quello che si ottiene è frutto di un artificio, la trasformazione è indotta dall'esterno.  Con questo, non si fa alcuna critica né si pontifica facendo sbocciare moralismi da "boomer": certe scelte sono intime e personali e dovrebbero render conto solo ai limiti legati alla fisicità, che non si possono negare. I limiti ci sono, perché si nasce in un modo. Il resto è un percorso di scoperta e definizione, faticoso, difficile, doloroso, a prescindere da come ci si percepisce.  Cerchiamo di trovare un bilanciamento tra le teorie, perché il negazionismo può avere tante facce e travestirsi da progressismo; salvo poi isolare le ragazze che, dopo aver iniziato un percorso di transizione FtM, sono tornate sui loro passi. E lì, sono state isolate ed etichettate pesantemente come TERF, dalle stesse persone che reclamano i diritti di libertà sul loro corpo.  Non fare agli altri quello che non vorreste che facessero a voi? Perché questa aggressività di fronte alla comprensione di voler restare se stesse? 
 
Mi fermo con il pippone che vuole essere una riflessione e non una verità... Essere sé stessi come? 

La storia della Sirenetta ne è un esempio. La soave creatura del mare sfida le leggi della natura, ottenendo le gambe al posto della coda di pesce, ma solo dopo aver contratto un patto malefico. In cambio, deve cedere la voce, come in una sorta di patto mefistofelico. In più, il bacio agognato non arriva, anzi, sappiamo come va a finire la fiaba originale.  Certo, la visione è quella cristiana che intride la narrazione, dunque c'è un retaggio arcaico: se rifiuti la tua natura ne paghi le conseguenze, perché Dio ti ha creato così e devi accettarlo. Ma è anche vero che la Sirenetta accetta la trasformazione per amore del suo principe. L'amore, quel sentimento che ci porta fuori da noi, facendoci lottare per un obiettivo. L'amore per cui abbiamo il coraggio di rischiare la vita. L'amore per cui siamo disposti a cambiare... ma è davvero giusto? Oppure è l'amore il concetto giusto e quello che ruota intorno, è ingiusto? La natura è crudele e perversa?

Sono cresciuta con telefilm e storie in "american-style" in cui viene detto che "tu sei speciale" e "devi essere solo te stessa". Bello sprint motivazionale, anche se ultimamente il vento sembra girare in un altro modo: "Raggiungi quello che vuoi essere, a tutti i costi. Anche forzando i tuoi limiti, rischiando la morte." Nel frattempo, ti viene anche detto che "La diversità è la bellezza". Ma, stranamente, se tu sei diverso, devi cambiarti per raggiungere quello che vorresti essere. Messaggi contraddittori? E davvero possiamo sempre scegliere le gambe quando con la coda potremmo nuotare più veloce, magari controcorrente? Però, poi, non camminiamo... giusta osservazione...

La risposta a voi, nella bellezza di poter essere noi stessi, di fare le scelte che riteniamo opportune rispetto al nostro corpo. La bellezza di poter esprimere un pensiero diverso, senza essere etichettati. La bellezza di essere accettati, di prendersi in giro senza per forza offendere, ma magari mettendo alla berlina i difetti, riconoscendo le proprie imperfezioni e i propri limiti, evitando gli sfottò verso la natura. Che forse può avere qualche ragione. 

Citazioni sull'essere se stessi

Io accetto la grande avventura di essere me stessa.
(Simone de Beauvoir)

Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere.
(George Eliot)

Essere se stessi in un mondo che cerca continuamente di cambiarti è la più grande delle conquiste.
(Ralph Waldo Emerson)

Non permettere che qualcuno nel mondo ti dica che non puoi essere esattamente quello che sei.
(Lady Gaga)

Non hai bisogno di nessuno che ti dica chi sei o cosa sei. Tu sei quello che sei!
(John Lennon)

Cerca bene in te stesso
ciò che vuoi essere,
poiché sei tutto.
La storia del mondo intero sonnecchia in ognuno di noi.
(Gialal al-Din Rumi)

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