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venerdì 16 settembre 2022

Carla Antonella Gatti: dal cielo alla Terra, la scienza in punta di penna e di storie

Oggi conosciamo un'autrice che ci porta le sue conoscenze in ambito scientifico, frutto di un percorso solido ma anche variegato. Tra Margherita Hack e Asimov, Carla Antonella Gatti ha iniziato il suo percorso nella scrittura un po' per caso, salvo poi proseguire con passione e determinazione. Il suo lavoro più recente è "Ankh, resurrezione" (DAE).



Ciao Carla, benvenuta su La penna sognante. Raccontaci qualcosa di te: formazione, lavoro, passioni…
Sin da giovanissima sognavo di diventare esperta del cielo a livello scientifico. Appassionatissima di Astronomia, una delle mie prime letture è stato un manualone di astronomia redatto da Margherita Hack, mentre per quanto concerne i romanzi, mi orientavo principalmente sulla fantascienza di Asimov. Questi robot umanoidi da lui descritti esercitarono su di me un enorme fascino, tant’è che nella mia mente iniziò ad insinuarsi una crescente passione verso tutto quello che fosse tecnologia in genere, ma soprattutto applicata all’essere umano. Da lì scaturirono interessi multipli verso la medicina, la chimica, la biologia. Il personaggio di Arcanus in 2156 (Trilogia Guerre fra Universi, volume primo) rappresenta proprio la tipica sintesi di un super uomo, ibrido di elettronica e materiale organico, quest’ultimo un coagulato di coscienza (umana) e terminazioni nervose. 

Sempre in giovane età sviluppai una certa passione verso l’esoterismo e il paranormale, ma da un punto di vista scientifico e deterministico; non dimentichiamo che nel passato tutti i fenomeni apparentemente non spiegabili con i mezzi allora a disposizione erano considerati alla stregua della magia.

Il mio percorso di studi è stato molto variegato: un diploma in lingue straniere, una laurea in chimica e una specializzazione in fisica della materia. Oltre che dedicarmi alla scrittura, collaboro con un osservatorio astronomico in qualità di divulgatore scientifico.

Dal punto di vista lavorativo non mi sento completamente realizzata e sono alla ricerca di qualcosa di diverso, sempre in ambito chimico e legato alla ricerca. Purtroppo, non sempre si ha la fortuna di sentirsi realizzati in quest’ambito. Io ho trovato sempre molti ostacoli, i cui effetti sulla mia psiche sono stati mitigati grazie alla passione per la scrittura. Vero è che alcuni episodi accaduti in passato mi hanno segnato particolarmente dal punto di vista psicologico, per cui la concentrazione, l’impegno e la determinazione ne hanno risentito, introducendo numerosi elementi di stasi sia nella carriera professionale che nella scrittura. Nel 2016 sono ripartita come un treno a scrivere ottenendo numerose soddisfazioni, idem dicasi per l’attività astronomica, non altrettanto per quanto riguarda il lavoro (ma questa è un’altra storia che conto di risolvere a breve).

Com’è iniziata la tua avventura nella scrittura?
Dovevo evadere per forza da quel mondo che non mi piaceva, uscire da quella prigione in qualche modo, e superare pian piano i problemi legati alle mie disavventure.

Ci puoi raccontare qualcosa delle tue prime prove? Concorsi, racconti, scritti rimasti nel cassetto…
Ho partecipato a tutti i premi letterari indetti dalla casa editrice DAE classificandomi sempre fra i primi sei ("Utopia", "Ankh Resurrezione"). Con “Gli Opposti dentro di me” mi sono posizionata in seconda posizione nel 2021 al premio “Vittorio Alfieri” di Asti. Mi è stato di recente comunicato di un’altra vittoria della quale non conosco il posizionamento (la cerimonia di premiazione sarà il 5-9 p.v., Concorso «Canti di Versi», «Gli Opposti dentro di me»).

Nel cassetto sono rimasti 2 racconti brevi di cui uno a carattere umoristico, che si addice molto alla sceneggiatura teatrale.

Quali sono i generi che leggi e quali scrivi?
Leggo Fantascienza, thriller psicologici, saggi a carattere scientifico e opere di stampo esoterico. Scrivo di fantascienza, saggi a carattere didattico e divulgativo. Mi sono anche cimentata quest’anno in un thriller horror esoterico.

Parlaci dei tuoi esordi editoriali.
Risposi ad un annuncio su LinkedIn di How2 Edizioni che stava cercando scrittori. Mi proposero di scrivere un saggio inerente l’alimentazione. E da lì avanti tutta.

Arriviamo al Manuale, “Astronomia divulgativa” (HOW2 Edizioni): osservando il cielo, che cosa vediamo?
Un enorme e intricato mistero da risolvere del quale conosciamo solo alcune sfaccettature. Fenomeni che durano da miliardi di anni che non avremo mai la possibilità di vivere in diretta, ma solo in «differita», perché dobbiamo aspettare con pazienza che la luce partita all’atto dello scatenarsi dell’evento ci raggiunga. Le stelle e quanto osserviamo oggi in cielo rappresentano tutto ciò che era. Cosa vediamo? Il passato. Persino il Sole non è lo stesso: un raggio arriva sulla Terra in 8,317 minuti. Sirio, una delle stelle più luminose del cielo invernale, ha una distanza di 8,6 anni luce dal Sole. Vediamo degli asterismi stellari che le antiche popolazioni amavano tracciare donando agli astri una connotazione mitologica. Vediamo l’apparenza. Ciò sembra vicino non lo è. Alcune stelle sono più luminose di altre e per tale ragione appaiono vicine; altre non sono particolarmente brillanti, ma sono così vicine da apparire tali. Ma il bello dell’astronomia è cercare la sostanza che si cela dietro l’apparenza. Non esistono i segni zodiacali, ma le costellazioni zodiacali che sono sempre presenti in cielo in qualunque periodo dell’anno rifrangendosi sull’eclittica del Sole. Vediamo degli oggetti spaventosi come i buchi neri e, senza andare tanto lontano, pianeti dall’atmosfera infernale come Venere. E chi sa andare oltre può vedere anche il multiverso, le stringhe o cimentarsi nella meccanica quantistica. Vediamo inoltre che le leggi che governano il cielo non sono quelle delle particelle subatomiche e per questo motivo sapienti cervelli stanno cercando di trovare l’anello mancante di congiunzione.

Come hai voluto raccontare questa materia?
Quando in osservatorio si fa attività didattica normalmente utilizziamo un planetario, uno strumento ottico che proietta la volta celeste su uno schermo di proiezione. Sui muri della struttura e il soffitto viene proiettato il cielo. Con questo strumento è possibile eseguire dei veri e propri flyby degli oggetti celesti (come se fossimo su una sonda inviata a fotografarli da vicino e muoversi nell’intorno). Ecco, io ho pensato di trasformare il manuale in un planetario e la cosa più semplice atta a rendere l’idea non poteva essere altro che, non una semplice sonda, ma un’astronave. Quindi il racconto non altro che è un diario di bordo, come nelle classiche serie tv di fantascienza, dove in questo caso si documenta al dettaglio ciò che si conosce dell’universo. Ho deciso anche di introdurre qualche elemento ironico che non guasta, con la figura simpatica, ma un po' petulante, del comandante in seconda della nave, questo droide che nella mia mente aveva le fattezze della mia defunta madre.

C’è qualcosa del cielo che secondo te è ancora un mistero assoluto? E qualcosa che ti affascina particolarmente e per quale ragione?
Come è stato creato: il vero mistero. Da cosa ha avuto origine in Big Bang. In effetti, nella mia testa stavo elaborando un seguito del manuale parlando prima delle missioni spaziali e poi in un terzo volume (tutto questo se l’editore Dario Abate me lo concederà) tutte le teorie sulle ipotesi della creazione dell’universo (questo potrebbe anche abbracciare tematiche storiche e filosofiche, anche se in primis prediligerò la trattazione scientifica).

Mi affascina tutto del cielo, ma in particolare lo spazio-tempo, il tempo. Cos’è il tempo? Perché esiste? Ho portato spesso questo affascinante argomento nei miei interventi. Il tempo governa tutto, il tempo è un’illusione e forse non esiste…come dicono alcuni. Ebbene, faccio questo esempio che proviene dal film Lucy (del quale non voglio parlare né in bene né in male) che contiene un’affermazione cruciale che nessuno potrebbe smentire: “Filmi un’auto che sfreccia su una strada, velocizzi l’immagine all’infinito e l’auto scompare. Quindi che prova abbiamo della sua esistenza? Il tempo da legittimità alla sua esistenza. Il tempo è la sola vera unità di misura. È la prova dell’esistenza della materia. Senza tempo non esistiamo”. 

Da quanto tempo esiste il sole? E la nostra esistenza (di ciascuno di noi, circa ottant’anni) rispetto alla sua vita è veramente trascurabile. E il sole non è di certo l’oggetto più vecchio, quanti “anni” ha l’universo? Quindi la domanda che mi affascina da sempre è: cos’è il tempo? Qual è la sua vera essenza? Esiste davvero? Beh, esiste legato allo spazio, come tessuto spazio-tempo e sono una cosa sola. Davvero affascinante.

“Gli opposti dentro di me” (Europa Edizioni) è incentrato su un evergreen: i viaggi nel tempo. Come sviluppi l’argomento?
Non si tratta solo di viaggi nel tempo…ma di viaggi nel multiverso. Viaggi fra Universi, che poi è un tema ricorrente nei miei romanzi. In realtà in questo caso è solo un espediente. Sono sempre stata affascinata da Majorana, la sua storia, la sua scienza, la sua scomparsa.

Lo sviluppo subito.

Gli studiosi di fisica in un verso e i cultori del mistero nell’altro, sono interessati e attratti dal genio di Ettore Majorana. Il professore partì da Palermo con un piroscafo di rientro a Napoli per non ricomparire mai più. Tuttavia, non è della scomparsa del fisico teorico, vissuto nel secolo scorso, sulla quale voglio puntare il dito in questo romanzo, anche perché, ben prima che arrivassi io con questo scritto, l’argomento è stato trattato nelle più disparate sfaccettature, adducendo anche a teorie molto elaborate, alcune delle quali decisamente strampalate, il cui scopo era dare una spiegazione della sua dipartita.

Majorana sosteneva che il neutrino e l'antineutrino sono un'unica particella, Dirac, viceversa, che sono due particelle distinte. Majorana identifica proprio dalle matrici di Dirac il neutrino che non è fisicamente distinguibile dalla sua antiparticella.

Majorana era uno scienziato che non faceva per nulla trasparire le sue emozioni. Ho immaginato di essere lui e di vedere il mondo come lui; razionale, poco empatico, telegrafico e per questo motivo, in alcuni punti il testo potrebbe sembrare quasi asettico come se volutamente avessi deciso di dar poco spazio alle emozioni. In verità, questo è anche un po’ il mio stile, perché anch’io…sono così. È un mio tratto distintivo.

Ebbene, il protagonista di questo manoscritto è un Majorana decisamente inedito…che poi… “si emoziona” anche lui. Il fisico teorico viene qui coinvolto dai nazisti per mettere a punto una macchina del tempo che potesse consentire loro di sottomettere nazioni e genti vissute in altre epoche storiche, ma soprattutto in altri universi o realtà parallele, alla tirannia del Terzo Reich. Qui conosce Sveva, che diventerà la sua compagna. Durante il soggiorno tedesco, e tramite la KomZeit (la famosa macchina) incontra il sé stesso di una dimensione parallela, il quale lo coinvolgerà in una situazione rocambolesca e pericolosa sullo scenario di una razza aliena che raderà al suolo il pianeta.

Costui diventa per Ettore la sua “antiparticella”, il suo “neutrino”…e qui mi fermo perché dovete leggerlo…😊

In questo tuo lavoro c’è un background storico e geografico preciso: da Palermo a Torino… come hai ricostruito il tutto e intrecciato alla parte fiction?
Palermo…non sono mai stata in Sicilia, ma ho letto tanto su Majorana e mi sono fatta aiutare da alcuni colleghi siciliani per sistemare il dialetto. Torino invece sono “io”, la città che più amo in Italia, quindi ho creato un neutrino “Majorana-Gatti”…😊

E arriviamo alla tua “nuova fatica”, “ANKH – Resurrezione” (DAE): anche qui troviamo Torino e poi Il Cairo. Con quali intrecci di trama?
Qui è stato più facile: la connessione sono i musei egizi e la storia. Altra mia passione, l’antico Egitto. Però in questo caso ho azzardato di più: ho legato passato e presente tramite l’elemento tecnologico. Nulla è estraneo all’esoterismo. In tutto il libro aleggia un’atmosfera che ha il sapore di verità occulte ad uso esclusivo di pochi adepti. Grazie alla tecnologia si va ben oltre al dare un volto agli antichi faraoni…e non posso proseguire, altrimenti spoiler! Una volta letto il libro sicuramente si potrà riscontrare un elemento innovativo: mentre in film, romanzi e serie tv quando si tira in ballo l’antico Egitto negli horror saltano fuori dei mostri orribili, non è questo il caso, anzi tutt’altro. Ecco, ciò che ho fatto io, e con nessuna presunzione di sorta, ci mancherebbe, questo non l’ha mai fatto nessuno. 

Al centro della storia, una serie di furti: che cosa può aspettarsi il lettore (senza spoilerare)?
Senza spoilerare non è facile…il lettore potrebbe aspettarsi una banale storia thriller in cui spariscono degli oggetti dal valore inestimabile e una task force internazionale deve trovare il colpevole…e invece no. O meglio, ovviamente la task force c’è ma abbiamo a che fare con ladri molto particolari che non hanno nulla a che vedere con il mercato nero. Ma soprattutto…sono veramente loro i ladri? A chi appartengono veramente quegli oggetti? Di solito la risoluzione di un dilemma risiede sempre nella soluzione più semplice che mai nessuno vede…in questo caso, è davvero impossibile vederla. Ma questo è il bello del romanzo. Non solo: una volta scoperto l’arcano, il lettore potrebbe dire “ah! e adesso scoppierà il finimondo”. In un certo senso sì, ma…non è neanche vero questo…da leggere 😉

 Che cosa rappresenta questo romanzo per te, rispetto al tuo percorso di autrice?
Sono cresciuta e mi sono messa alla prova scrivendo un thriller. Dinamiche diverse, meno fantascientifiche, un thriller horror esoterico dove sono nascosti qua e là indizi per chi mastica dottrine di tipo filosofico-iniziatico. Un romanzo che mi ha messo a nudo, scoprendo quella parte di me che non è solo scienza e tecnologia. Un lato spirituale, alchemico, meno razionale, più emotivo. Una perfetta combinazione di opposti che non si danno per nulla fastidio, anzi stanno bene insieme. 

Cosa vorresti scrivere?
Sto già scrivendo il seguito di "2156", così diverso dal preludio, più maturo, più tecnico, meno “sognante”. Per chi l’ha letto: “piccoli agenti dell’IBAI crescono”.

Ho introdotto qui elementi della storia terrestre…e luoghi che ormai chi mi conosce potrebbe già immaginare. 

Inoltre, sto pensando ad un manuale di Astronomia che faccia una bella carrellata sulle missioni spaziali nei dettagli e un terzo sulle teorie cosmologiche. Tutto questo sempre con DAE. E poi chi lo sa…magari anche ANKH potrebbe avere un seguito. 

Il mio sogno nel cassetto sarebbe però quello di scrivere sceneggiature. Ho fatto svariati corsi e pare che il mio modo di scrivere, così schietto e diretto, ben si addica alla sceneggiatura. Quando racconto una storia, io la visualizzo e descrivo ciò che vedo nella mia testa, come fosse un film. Infatti, fino alla fine, io stessa non so quale sarà la fine. Il mio cervello ragiona per immagini, un po' come quello dei bambini; nel panorama social, infatti, io preferisco IG o TikTok, piattaforme dove si comunica per immagini. Tradurre a parole le immagini può essere molto complicato, io rispetto agli autori in genere, devo fare un passaggio in più.

Progetti futuri?
Per quanto concerne un nuovo romanzo, è da un po' che penso ad una storia che abbia come protagonista Alessandro Magno. Ma non il solito Alessandro, non quello “di tutti”, non il solito redivivo che resuscita dalla tomba…no. Partendo comunque dalle fonti storiche e senza inventarmi nulla, senza alterare la storia, ma creando un tessuto narrativo che si intrecci perfettamente con quanto sappiamo di lui, ma con degli elementi innovativi che sono un mio tratto distintivo. Il sogno di ogni scrittore è poter dire: immaginiamo che leggano un mio libro alla cieca, senza sapere chi ne sia l’autore, devono comunque alla fine essere in grado di riconoscermi; devono poter dire a loro volta “l’ha scritto lei, l’ha scritto Carla Gatti, è la sua penna”. C’è sempre qualcosa che ci distingue nel modo di scrivere e negli elementi innovativi che vengono introdotti in ogni specifica trama. Il nostro stile può piacere o meno senza dubbio, nessuno ha gli stessi gusti, ma la vera sfida sta nel distinguersi, ognuno con le proprie diversità e far sentire la propria voce, raggiungere la mente e il cuore del lettore.

Se vuoi aggiungere altro… 
Inoltre, io adoro leggere autori che sono così diversi da me come stile; io sono diretta, schietta, tecnica, poco emozionale che poi è lo stile che prediligo in genere, ma sono altrettanto affascinata da chi invece riesce a dare sfogo alle emozioni, ai sentimenti, compiutamente. Ammiro così tanto la mente prolifica di certi autori e invidio chi ha avuto la possibilità di fare di questo un lavoro. 

Se non ci sono ancora riuscita, è perché devo impegnarmi di più. Quindi…avanti tutta!!!

FOTO:  Carla mostra la targa della seconda posizione ottenuta con "Gli opposti dentro di me" al premio “Vittorio Alfieri” di Asti.


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