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lunedì 13 novembre 2023

Intervista: "La farfalla in rosa" di Anna Tarantello, una storia di sogni e formazione

Il paese rappresenta la condizione da cui ci si deve staccare per crescere. E Martina, la protagonista del romanzo "La farfalla in rosa" (Montag), affronta il suo percorso, inseguendo un sogno. L'autrice, Anna Tarantello, ci racconta qualcosa del suo primo romanzo edito, un esordio preceduto dalla pubblicazione di diversi racconti.

Ciao Anna, benvenuta su La penna sognante. Ci racconti qualcosa di te ma soprattutto di come sei arrivata alla scrittura?
Grazie Roberta per l’accoglienza nel vostro blog spazio per gli autori.
Sono cresciuta in una famiglia con genitori insegnanti, dove la cultura non solo letteraria ma anche teatrale e cinematografica erano di casa. Mio padre era autore di libri di Storia, mio nonno editore.
Gli studi classici e una recente Laurea in Beni culturali hanno contribuito al percorso di autrice oltre alla passione per la lettura, il cinema e il teatro. 
Io sono anche scrittrice di racconti, molti dei quali pubblicati.

Come e quanto nasce questo romanzo?
Il mio romanzo di formazione “La farfalla in rosa” nasce circa due anni fa, come ampliamento di due racconti che avevo realizzato e che poi ho unito, elaborandoli in uno scritto più lungo ed articolato.
Mi era piaciuta questa ragazzina particolare, con tutte le incoerenze della sua età, personaggio ben delineato ma che avevo “rinchiuso” in uno scritto breve. Non vedevo l’ora di farla vivere in una storia di confronto e crescita, facendola volare come una farfalla.  

Perché hai scelto questo titolo? 
La farfalla in molte culture è indicata come segno di rinascita.
Questa delicata metafora che dà il titolo al romanzo è presente già nell’incipit.
Martina la mia protagonista, adolescente di paese alla ricerca della propria identità, vuole crescere e rinascere per diventare da “bruco” quale si sente a “farfalla nuova con le ali rosa”.
Il titolo del romanzo unisce l’amore per il colore rosa che la protagonista ha sin da bambina e l’idea della farfalla come idea di libertà e trasformazione.   

Martina è la protagonista della storia. Che cosa deve affrontare?
Martina è una giovane semplice che rincorre i propri sogni, a volte bugiarda, non molto studiosa.
Indossa vestiti strani e quando rientra da scuola ha una strana postura. La descrivo con una cascata di riccioli castani che contrastano con occhi chiari. Un personaggio realistico in cui tante ragazzine si possono identificare; si ispira alle adolescenti di oggi, ma anche a quelle di ieri.   
La seguiamo provando empatia per lei nella crescita di bambina poi adolescente infine donna in un percorso difficile fatto di rapporti complessi, aspettative deluse ma anche vittorie.
Nel corso del romanzo, come le tante evoluzioni del volo di una farfalla, le varie sfumature del rosa declineranno il percorso di un'anima alla ricerca del proprio volo nella vita.

Quali altri personaggi agiscono e a chi sono ispirati, eventualmente? Ci puoi parlare di loro? 
Nel romanzo c’è la famiglia di Martina, un nido sicuro, rappresentata dalla madre Caterina, dal padre Giovanni e la sorella Chiara. La madre è assieme alla protagonista principale fondamentale perché il loro “distacco” costituisce una delle tre tematiche dello scritto. Caterina ha sempre pensato al nido familiare, ma sente enormemente il “vuoto” quando Martina lascia la casa familiare. Sembra quasi inconsolabile, perché privata della sua opera come fosse una grande artista. Caterina è stata ispirata da tutte le madri che ad un certo punto salutano i loro figli perché diventati grandi.Un saluto a volte straziante, doloroso, che solo il tempo potrà aiutare a guarire.
Nel romanzo, oltre a parlare della genitorialità, si parla anche di amicizia e di amori.
L’amica Giulia, Giada la compagna di scuola, l’amico Pierre, Emanuele sono altri personaggi che ruotano intorno al suo mondo adolescenziale. 

La ragazza che lascia il paese di provincia per la città è un “classico” nella narrativa. Tu come hai voluto svilupparlo?
Il paese è un luogo di natura e esperienza, dove Martina è cresciuta e ha trascorso tutta la sua vita. Nel mio romanzo il paese costituisce anche la metafora di quello che si “deve” lasciare per raggiungere la felicità come un lavoro che non piace, un amore finito, in un gesto di ribellione che spesso è necessario per tornare a vivere.

I sogni ci aiutano a vivere, ma alimentano anche le nostre azioni. Nel tuo romanzo, che ruolo hanno? E come autrice, come concepisci i sogni?
Il mio romanzo non è una semplice storia ma l’occasione di parlare di temi “seri” come il raggiungimento dei propri sogni. Il sogno rappresenta anche la domanda drammaturgica finale e ci chiediamo se Martina riuscirà a raggiungerli.
Lei vive nel sogno di fare moda, in una dimensione reale in parte ma anche onirica.  Si deve vivere come in un sogno, per poter aspirare e raggiungere cose a noi lontane e irragiungibili. Sognare deve appartenere a ogni età, non solo ai giovani, come una dimensione necessaria all’uomo per vivere meglio.  

Quanto di attuale c’è in questo romanzo, rispetto alle difficoltà che una ragazza incontra per realizzare i suoi sogni? 
I personaggi del mio romanzo non sono eroi, eroine, principi o principesse ma gente comune. Con intento realistico racconto le emozioni di Martina e di altre persone che trovano nel sogno e nella propria evoluzione la loro speranza. In una dimensione il più possibile onesta e sincera come ritengo sia il mio approccio alla vita, non me la sento di illudere nessuno e come contraltare del sogno pongo la tematica del sacrificio.   

Dal punto di vista della tecnica di scrittura, che cosa hai privilegiato? Che cosa, invece, ha evitato?
Il “raccontare una storia” in uno stile lieve ed emozionale è stato di sicuro il mio obiettivo principale. Uno scritto pulito senza eccessi né volgarità, nel rispetto anche del lettore minore che potrebbe leggere il libro. Come il narratore, mi sono messa a fianco di Martina per seguirla con tenerezza e ammirazione, senza giudicare o dare soluzioni. Ho evitato di fare uno scritto retorico o eccessivamente costruito che non corrisponde alla realtà, preferendo una scrittura semplice ma efficace. 

Hai libri, film o serie tv di riferimento? 
Sono lettrice di generi diversi. Vedo film e serie televisive ogni giorno.  Il riferimento che si trova anche nel romanzo è la ragazzina Pippicalzelunghe, concepito dalla penna dell’autrice Astrid Lindgren morta nel 2002. Un personaggio intramontabile per tutti noi, compagna delle giovani amiche Martina e Giulia dopo essere stata fonte d’ispirazione per le loro mamme.
Fonte d’ispirazione per la sua crescita, sembra assomigliarle nei vestiti che indossa e anche nel carattere ribelle. 

Rispetto alla tua scrittura, come si pone questo romanzo? Quali difficoltà hai trovato nella stesura (se ne hai trovate) e quali aspetti ti hanno fatto sentire a tuo agio?
Sono scrittrice di racconti e lo “spazio” breve di poche battute in cui inserire un mondo, mi ha sempre affascinato. Molti dei miei racconti sono stati pubblicati da case editrici a seguito di Concorsi o Contest letterari.
Il romanzo costituisce uno “spazio” considerevole da riempire ma la scelta di cosa inserire risulta spesso difficile. Avevo molte idee ma alla fine ho dovuto fare delle scelte narrative. Forse la cosa più impegnativa nella redazione è stata quella di eligere cosa dire, in un’ottica di una narrazione che doveva anche far riflettere. La cosa che mi ha fatto sentire molto a mio agio è stata la presenza di questa cara ragazzina, che alla fine del libro ho salutato con una certa nostalgia che non l’avrei più rivista. Magari potrei riprendere la storia di Martina…

E per il futuro, cosa ti prefiggi?
Continuare a scrivere i racconti per concorsi e contest. Inoltre, sto scrivendo anche il mio secondo romanzo.

Se vuoi aggiungere qualcosa… 
Saluto tutti i lettori del blog e li ringrazio di avermi dedicato del tempo.
Grazie anche a te Roberta. 

La trama: "La farfalla in rosa" (Montag)
Martina, adolescente di paese, realizza il suo sogno di lasciare la casa dei genitori e trasferirsi in una città per studiare moda. Proprio a seguito del distacco dalla madre, inizierà la sua crescita personale e, in città, scoprirà un nuovo mondo che l'aspetta proponendole ogni tipo di esperienze di vita. La dura realtà tuttavia la metterà davanti a scelte difficili, come spesso accade a chi è costretto a cambiare progetti. Come le tante evoluzioni del volo di una farfalla, le varie sfumature del rosa declineranno il percorso di un'anima alla ricerca del proprio volo nella vita.
Un romanzo che analizza l'importanza dei sogni a tutte le età, addentrandosi in emozioni e sentimenti che il viaggio per realizzarli comporta.

Link sito casa editrice: LA FARFALLA IN ROSA – Montag (edizionimontag.it)


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