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sabato 17 agosto 2024

RACCONTO: Storia di un'adolescenza - "Doppia spunta blu"

PUNTATA 6

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La Penna Sognante: Storia di un'adolescenza - Allunaggio fallito)
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La mamma di Luna è veramente bellissima. I ricci castani le sfuggono dai capelli raccolti grazie a un fermaglio dorato. Gli occhi trattengono l'angoscia che le mani manifestano attraverso il tremito incessante. Mani curate, con unghie corte e arrotondate, di un tenue color perla. 
"Signora, non so dove potrebbe essere."
"Sei proprio sicura?" mi chiede, supplice.
"Io non riesco a essere sicura di niente, mentre Luna, sempre."
"Perché è brava a fartelo credere. Da adolescente appari immensamente insicura o immensamente sicura."

Mi divido tra i suoi occhi e il display del mio smartphone. Passo in rassegna alcuni messaggi, la nostra parola segreta, le mie richieste di conferma. Luna è sempre stata l'unica ad assecondarmi, a dirmi qualcosa di bello, ma secondo Brigida è solo opportunismo. Eppure abbiamo condiviso gli auricolari, ci siamo confidate sogni e altre cose. Tante cose. 
"Robertina?"
Ecco, ogni volta la stessa storia... la Robertina timidina e insicura istiga il diminutivo. Trattengo uno sbuffo, rassegnata all'atteggiamento materno che ispiro, con le mie felpe XXL per nascondere le forme e la mia espressione di cristallo, tanto sembra fragile. 
"Ci sto pensando, sa? Ai luoghi di Luna."
Il suo smartphone si illumina, lei si precipita a rispondere, lasciandomi prendere tempo. 
Luna dove sei?
L'ho scritto tre volte e lei non l'ha visualizzato. 
Prendo il mio dispositivo e digito la nostra frase, sperando che Circe porti consiglio. Ma anche adesso, la spunta è una e grigia. E ho zero idee. 
"Quindi, niente?"
L'espressione è delusa e stanca. Io spero in Circe o nel caso, così entro nel profilo IG della mia amica. L'ultima foto è un selfie dei suoi, con gli occhi chiari che sembrano cielo. 250 like, io me li scordo. Io non sono bella come Luna. Risale a ieri. Alle spalle noto qualcosa di verde. Qualcosa che mi riporta a Circe. 
Circe fa i patti: lo leggo sotto, nemmeno ci avevo fatto caso.
"Niente di fatto" mormora la signora.
Scatto in piedi.
"Signora, forse so dov'è."
La donna prende la borsa. 
"Andiamo in auto?"
"Meglio a piedi, ci metteremo 20 minuti. Così passeremo inosservate."
Usciamo dalla villa, io le faccio strada verso il parco. Sono convinta che è l'ultimo luogo in cui Luna è stata. Sua madre non mi vuole fare domande, ma la vedo tesa. 
Entriamo nel ritaglio di verde e lei si ferma poco dopo il cancello. 
"C'è qualcosa che non va?" le chiedo.
Lei si prende le spalle.
"Niente. Qui veniva sempre con il suo papà."
Un gatto mi passa accanto. Io scruto la signora negli occhi, li vedo pieni di ricordi. In effetti Luna non mi ha mai parlato di suo papà.
"Ma suo papà?"
La donna scuote la testa.
"Non c'è più" mi passa davanti, questa volta è lei che mi fa strada, continuando: "è morto quando aveva 8 anni".
Sento la colla ai piedi. Non riesco a muovermi. Luna non mi aveva mai detto nulla di suo padre. 
"Non sapevo" balbetto.
Procede sul sentiero ghiaiato, in silenzio. Il vento si alza, scostando i rami degli alberi. Forse avrei dovuto indossare il giubbotto più pesante, ma resisto. Arriviamo dove ci siamo baciate. Il verde è vuoto, nessuna traccia umana. 
"Io non vedo nulla" mormora
Noto qualcosa a terra. Mi chino e scorgo un anello. Lo raccolgo, lo giro tra le dita, la signora mi osserva. 
"Glielo aveva regalato suo padre. All'interno c'è una scritta: Portami sempre con te."
Dove l'avevo letto?
Estraggo lo smartphone, entro su Whatsapp e faccio la foto all'anello, scrivendo la frase. 
"Robertina?"
La guardo negli occhi con un sorriso.
"Secondo me vuole farsi trovare."
"Cioè?"
Sbircio il messaggio. Due spunte grigie. 
"Secondo me è successo qualcosa ma non ci può dire nulla."
Sbircio ancora il mio telefonino e le vedo. Le spunte. 
"Luna. Ha visualizzato."
(continua)
  

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