martedì 28 settembre 2021

Storia di un'adolescenza: l'incanto di Brigida

Con la maga Circe ci aiuteremo, sempre risponderemo e mai ci tradiremo.
Ho gli occhi in panne, a forza di leggerlo. 
"Sei ancora lì? Ti dai una mossa?"
Non ho voglia di fare ginnastica. Sono una  chiappa-molle, mentre lei no. Brigida è la mia migliore amica, prima di Luna. Lei è una schiacciatrice da favola, corre più veloce del vento, salta meglio di cento canguri e ha le gambe lunghissime. Senza seno, la prendono in giro, mentre a me mi sfottono perché ne ho troppo. Mi guardo il petto, poi infilo lo smartPH nella tasca più infognata dello zaino.   
"Ma davvero ti fidi di lei?"
Brigida mi cammina davanti. Ha pure il culo alto e scolpito che non ho. 
"Non capisco" le dico, gelata. 
Lei si ferma davanti alla porta che dà sulla palestra. Fuori, il professore abbaia i primi ordini per il riscaldamento. 
Brigida scuote la lunga coda castana.
"Segna tutto. Lei ti sta usando."

Che cazzo ne sai? 
Brigida continua: "E poi perché, una come lei, dovrebbe diventare amica di una come te?"
Mi blocco, mi sento male, non ci credo, sei un'amica o cosa?, è uno schiaffo.  
Quello che arriva dalla mia mano alla sua guancia.
La punizione, un grido, "Roberta?", la preside:"Che hai fatto?", il dolore, l'amica, "Non ci credo", "Che stupida", due ore, la preside.
Non ricordo più l'ordine: tutto è diventato tanto veloce e io sono sempre troppo lenta. Lenta a rispondere, a capire, a volere il successo. 
Prima gli altri, io sempre ultima.  Anche a entrare in classe. Mi siedo al banco, su cui appoggio il diario dove è segnata la nota della Preside.
"Per questa volta, mi limito al richiamo. Ma alla prossima, sarai sospesa."
In classe, Brigida mi passa davanti, io mi allungo per afferrarle la manica. Riesco a bloccarla, lei si ferma, mi guarda storta. Sul suo viso, non ci sono tracce di lividi. Uno schiaffo, solo quello. Non toccarmi Luna. 
"Vai da lei. Lei è la tua grande amica."
Mi accorgo allora della lacrima. Scende sulla guancia, lei non la ferma.  
La mia amica si stacca.
"Vai e vedrai se non ho ragione. E poi tutti sanno."
"Cosa?"
Mette in stand-by la lingua, poi raggiunge il banco, quello accanto alla finestra e mi dà le spalle per tutta la durata della lezione. 
Io prendo lo smartphone da sotto il banco, faccio per scrivere il messaggio, ma trovo la parola.
Circe
La volevo scrivere anche io.
Lei ti usa.
Alzo gli occhi, Brigida si volta velocissima. 
Luna ha bisogno di me e io di lei. 
Davvero mi sta usando?
E perché Brigida da così? E Luna... cosa mi nasconde? 



Nessun commento:

Posta un commento