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Ho gli occhi in panne, a forza di leggerlo.
"Sei ancora lì? Ti dai una mossa?"
Non ho voglia di fare ginnastica. Sono una chiappa-molle, mentre lei no. Brigida è la mia migliore amica, prima di Luna. Lei è una schiacciatrice da favola, corre più veloce del vento, salta meglio di cento canguri e ha le gambe lunghissime. Senza seno, la prendono in giro, mentre a me mi sfottono perché ne ho troppo. Mi guardo il petto, poi infilo lo smartPH nella tasca più infognata dello zaino.
"Ma davvero ti fidi di lei?"
Brigida mi cammina davanti. Ha pure il culo alto e scolpito che non ho.
"Non capisco" le dico, gelata.
Lei si ferma davanti alla porta che dà sulla palestra. Fuori, il professore abbaia i primi ordini per il riscaldamento.
Brigida scuote la lunga coda castana.
"Segna tutto. Lei ti sta usando."
Che ca... ne sai?
Brigida continua: "E poi, perché una come lei, dovrebbe diventare amica di una come te?"
Mi blocco, mi sento male, non ci credo, sei un'amica o cosa? Come ricevere uno schiaffo.
Quello che arriva dalla mia mano alla sua guancia.
La punizione, un grido, "Roberta?", la preside:"Che hai fatto?", il dolore, l'amica, "Non ci credo", "Che stupida", due ore, la preside.
Non ricordo più l'ordine: tutto è diventato tanto veloce e io sono sempre troppo lenta. Lenta a rispondere, a capire, ad arrivare.
Prima gli altri, io sempre ultima. Anche a entrare in classe. Mi siedo al banco, su cui appoggio il diario dov'è segnata la nota della Preside.
"Per questa volta, mi limito al richiamo. Ma alla prossima, sarai sospesa."
In classe, Brigida mi passa davanti, io mi allungo per afferrarle la manica. Riesco a bloccarla, lei si ferma, mi guarda storta. Sul suo viso, nessun livido. L'impronta dello schiaffo è sparita.
"Vai da lei. Lei è la tua grande amica."
Mi accorgo allora della lacrima: scende sulla guancia, lei non la ferma.
La mia amica si stacca da me.
"Vai e vedrai se non ho ragione. E poi tutti sanno."
"Cosa?"
Mette in stand-by la lingua, poi raggiunge il banco, quello accanto alla finestra, e mi dà le spalle per tutta la durata della lezione.
Io prendo lo smartPH da sotto il banco, faccio per scrivere il messaggio, ma trovo la parola.
Circe.
La volevo scrivere anche io.
Lei ti usa.
Alzo gli occhi, Brigida si volta velocissima.
Luna ha bisogno di me e io di lei.
Davvero mi sta usando?
E perché Brigida fa così? Cosa sa di Luna? Forse quello che non voglio sapere. Che non voglio vedere.
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