Diario di un vincente retrocesso: la trama
A distanza di quattro anni da "Nuove Storie di un perdente di successo", l'ormai quarantasettenne Dario Mondini torna nuovamente a parlarci di sé. Ripercorre, in particolare, gli ultimi quattro anni della sua movimentata esistenza. La costante ricerca dell'amore, il racconto di amicizie improbabili, un week-end che ha segnato indelebilmente il suo percorso di crescita e imprese sportive dagli esiti in salsa agrodolce rappresentano le tappe fondamentali di un ragazzo che non riesce, nonostante l'età, a definirsi ancora uomo. Un inno alla vita e alla speranza, nonostante le crescenti difficoltà imposte dalla società attuale.
La recensione
C'è un viaggio da fare, ci sono amici da incontrare. E poi, il lavoro con le sue incombenze, ma anche il campionato di tennis da tavolo. Intorno, il mondo scorre e il protagonista non se lo fa scrivolare addosso, ma lo attraversa con la voglia di vivere e un entusiasmo genuino.
Quando ci affacciamo sui Social, cerchiamo di mostrare il nostro lato migliore. Ma le persone sono fatte di difetti, le sconfitte fanno parte della vita, e l'autore ci mostra anche questo aspetto, ponendosi controcorrente rispetto a una società che ha una visione malata del successo, vedendolo solo come un apice assoluto e non come la realizzazione della persona in quanto tale e in quanto individuo felice. In realtà, Dario attraversa questa vita sperando nel coronamento dell'amore; sogno che sembra sempre sfuggirgli dalle mani e che lascia un pizzico di amaro. Ma c'è anche qualcosa in più. E la vita va avanti.
Amicizia, sport, lavoro, tutti temi uniti dal concetto di lealtà. Non che questo memoir debba essere visto come un'opera edificante e di buone maniere; ma se la narrativa pone sempre in evidenza il lato oscuro dell'essere umano, anche in modo martellante, e si considerano i buoni sentimenti come qualcosa di piatto e poco "narrativo" (cosa falsissima), forse sarebbe ora di rovesciare le prospettive, o almeno di porla in equilibrio. Nel racconto di Dario non c'è piattezza, ma c'è la bellezza di un cuore buono e non perfetto. La vita è fatta di ostacoli, la differenza la fa sempre come si affrontano tali ostacoli. E un atteggiamento positivo ma realistico è contagioso, esattamente come può esserlo un frutto corrotto posto insieme ad altri. In questo contagio positivo si potrebbe realizzare un mondo migliore.
Ho parlato di sincerità, meglio di autenticità. Non mancano alcune citazioni, soprattutto musicali, ma "Diario di un perdente retrocesso" si mantiene in continuità con il precedente, anche se questo presenta una struttura più solida, mentre il precedente era più un flusso, pur se ben ordinato. La narrazione scivola rapida, per una lettura godibile, al punto che in un attimo, il libro termina. E un po' sei curioso di sapere come continuerà la vita del vincente restrocesso.
Per concludere: "Diario di un vincente retrocesso"
Il memoir di Dario Mondini è un caleidoscopio della quotidianità, narrata con la leggerezza di chi affronta la vita con coraggio, ma mai con un approccio ingenuo. Le avventure/disavventure del vincente retrocesso scivolano rapide, dense di una positività mai ingenua, ma costruttiva. Qualcosa che manca in un mondo sempre più livoroso.
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