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martedì 15 novembre 2022

"Gli opposti dentro di me" (Europa Edizioni) di Carla Gatti: oltre il relativismo, passato, presente e futuro s'intrecciano in un'avventura adrenalinica

Continuo a parlare di autrici indipendenti: oggi tocca a Carla Gatti, presente a Edita. Abbiamo avuto il piacere di ospitarla con un'intervista in cui ci ha raccontato di sé e della sua scrittura. Oggi recensisco una delle sue opere: "Gli opposti dentro di me" (Europa Edizioni), un romanzo di fantascienza incentrato sui viaggi nel tempo e su Ettore Majorana, figura dall'indubbio fascino, soprattutto per le circostanze della sua morte, talmente misteriosa da lasciare spazio all'immaginazione. Qui Carla ci propone una versione narrativa molto interessante. Ecco la recensione.

"Gli opposti dentro di me": la trama
Passato, presente e futuro non hanno più confini di fronte a una decisiva missione: il pianeta Terra sembra essere destinato a subire una tremenda esplosione nucleare che lo raderà al suolo, ma forse non tutto è perduto…

Palermo 1933. Il celebre fisico Ettore Majorana viene rapito dai nazisti per mettere a punto la KomZeit, un dispositivo che permetterebbe a Hitler di viaggiare nel tempo, e di dominare il mondo in ogni epoca storica.

Torino, 2038. Smilla Veronica Morelli è contattata da un misterioso uomo che dice di voler comprare uno dei suoi quadri, l’Antiparticella. Le dispiacerebbe separarsene, perché è ispirato al suo grande mito, il professor Majorana, dalla cui figura sente di essere attratta inspiegabilmente… Non sa ancora che sta per essere reclutata nel nome di un disegno più grande: salvare il mondo. Dovrà infatti viaggiare nel passato e aiutare proprio Majorana a scomparire, per evitare la catastrofe a cui tutto il pianeta sta andando incontro. Perché è stata scelta proprio lei? Chi è in realtà Smilla? 

La recensione
Faccio una premessa, e qui entra in ballo la scrittura creativa: sviluppare una romanzo basato sui salti temporali, implica lo sviluppo di più trame. La raccomandazione, in questo caso, è di puntare a una progettazione preliminare attenta, in cui ogni trama - chiamiamola pure temporale - presenti gli snodi narrativi ben motivati e giustificati. Il rischio, in alternativa, è quello di scivolare sugli intrecci e, soprattutto, sul finale.

L'impresa narrativa di Carla Gatti non è quindi stata facile. Un romanzo di questo tipo richiede una forte maturità narrativa, nonché la giusta commistione di elementi. Ciò non toglie che uno scrittore/una scrittrice debbano provare a mettersi in gioco: la sfida narrativa può sempre riservare delle sorprese! Detto questo arrivo ai punti forti del romanzo. 

Carla Gatti parte avvantaggiata, grazie alla conoscenza della materia che padroneggia, riuscendo a dare un tocco personale. Un altro punto forte è il ritmo: serrato, cinematografico, non presenta momenti piatti e il lettore può scegliere di farsi travolgere dagli eventi, per poi porsi molti quesiti alla fine. 

La scelta di una figura come quella di Ettore Majorana, ultimamente al centro di alcune pubblicazioni, è ottima. La misteriosa morte del fisico si presta a una narrazione di questo tipo e la fantasia di Carla ha saputo indubbiamente dare una riposta narrativa ricca di implicazioni. Da qui uno sviluppo molto articolato. 

Un altro elemento di pregio è lo scavo nei personaggi, in particolare rispetto al ruolo di Smilla (nome non casuale), che lascia aperti molti interrogativi, cui si cerca di rispondere mano a mano che la vicenda si sviluppa. Non manca l'amore che intreccia altre trame emotive.  

Ora arrivo ai punti deboli del romanzo, soprattutto per quei lettori che vogliono avere tutto chiaro. Nell'intreccio a volte si ha l'impressione che qualcosa sfugga. Le narrazioni in prima persona, da più punti di vista e l'uso abbondante del dialogo, rischiano di essere dispersive. Questo perché i personaggi sono numerosi, anche nelle loro moltiplicazioni, e il lettore tende a perdersi e a perdere di vista "chi parla".

A proposito del dialogo: la costruzione è buona e agile, ma anche in questo caso, una maggiore contestualizzazione avrebbe dato maggiore chiarezza al narrato. La linea è quella di una narrazione cinematografica, ma qui siamo in un romanzo e certi espedienti funzionano con una macchina da presa, mentre in un romanzo rischiano di sortire un effetto dispersivo, se non controllati in modo ferreo. 

A ciò si aggancia la gestione della trama: come detto l'autrice ha delle intenzioni che però sulla carta non sempre sono chiare. A volte il lettore si trova a porsi delle domande che sul finale trovano una risposta non del tutto esauriente. 

Dal punto di vista tecnico e stilistico, prevale il dialogo, alternato alla narrazione in prima persona, con la presenza di alcuni monologhi. L'autrice ha una forte propensione all'uso di un linguaggio vicino a quello cinematografico. Nella narrativa, però, tutto questo va gestito con alcuni accorgimenti che richiedono un mestiere attento alla contestualizzazione e alle motivazioni negli snodi narrativi che l'autrice deve ancora maturare, pur partendo da buoni presupposti. D'altra parte, c'è una gestione del ritmo che porta a un pieno coivolgimento: un romanzo che si legge in un fiato e che non ha momenti piatti; per un lettore che ama farsi travolgere dagli eventi può essere una piacevole evasione.
   
Per concludere
"Gli opposti dentro di me" è un romanzo che può essere letto come un'evasione adrenalinica. Il rischio per i lettori più razionali è la dispersione legata alla gestione dei punti di vista e dell'uso abbondante del dialogo. Si tratta di un romanzo di non facile scrittura, con molte situazioni, molti personaggi e altrettanti punti di vista, non sempre controllati e gestiti in modo adeguato. Il lettore trova il bandolo della matassa, ma resta qualche dubbio e qualche sottotrama non sviluppata completamente.   

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