"Bianca Utopia": la trama
Nives, architetto milanese alle soglie dei cinquanta, si ritrova davanti all’ennesimo fallimento amoroso. Per lei è giunta l’ora di fare i conti con le sue scelte che l’hanno portata negli anni a dover rinunciare al suo desiderio più grande: quello di diventare mamma. Per fortuna che a rallegrarla ci pensa la nipotina Bianca, un autentico uragano di emozioni. Con il suo arrivo in famiglia, infatti, Nives non vi scorge il riflesso dei propri rimpianti, ma l’opportunità, per la prima volta, di essere mamma a suo modo. Per questo un giorno decide di rispolverare un vecchio peluche conservato in cantina per oltre vent’anni in attesa di regalarlo al suo futuro bimbo: un orsacchiotto mai dimenticato con un post-it attaccato sul fiocco. Il quale, sorprendentemente, da quel momento in poi, si rivela per Nives il lasciapassare per qualcosa di davvero speciale: un contatto tra lei e… la sua bimba mai nata. Tra messaggi che compaiono e scompaiono sul post-it e notti in cui i sogni sembrano diventare realtà, ecco la storia di una mamma “speciale” e della sua Utopia, in un rapporto che ha il sapore della magia e che porterà Nives a scoprirsi e riscoprire il gusto bello della vita...
La recensione
FraSté spicca indubbiamente per la personalità dei progetti, con la grafica che intreccia le parole in maniera significativa e mai per puro vezzo estetico. "Bianca Utopia" rappresenta, dunque, un lavoro importante, sia per la componente visual, curatissima sia per la parte narrata, da cui emerge un tema delicatissimo: quello della maternità.
Nives, la protagonista, ricorda un po' Bridget Jones: sognatrice, maldestra ma anche frizzante e con un cuore d'oro. La sua vita sentimentale non la si può definire un successo, anzi, a volte ricorda una Peter Pan al femminile; ma Nives è tutto tranne che una donna superficiale, anzi, in fondo nutre quella paura di amare che un po' tutti abbiamo; la paura a lasciarsi andare e forse i condizionamenti di un Principe Azzurro capace di farci vivere un amore tanto immenso quanto impossibile (e idealizzato). Da qui, e con un oggetto che, nel suo essere il simbolo dell'infanzia per antonomasia, diventando un dispositivo dell'al di là apre a un mondo parallelo, dove Utopia prende forma, dialogando con Nives. Un'immagine suggestiva che si intreccia al piano della realtà, dove la protagonista manifesta bizzarri comportamenti e, insieme, ha incontri che le apriranno porte rimaste chiuse fino a quel momento.
Utopia è una proiezione speciale, un amore così grande che sembra completare il quadro di una vita dove le lacune sono molte; ma l'impressione è che Nives si limiti in qualcosa, un po' come facciamo tutti noi nel nostro vivere quotidiano. In questo romanzo ci sono tanti spunti di rilflessione; la declinazione al femminile non preclude la lettura, anzi, semina riflessioni sui temi dell'amore e della genitorialità, insieme a quello delle relazioni e delle complicazioni a esse connesse. Il mood di narrazione ha un qualcosa di trasognato, a volte sembra un po' infantile, come a richiamare il lato bambino di noi. La trama, non solida, presenta delle discontinuità ritmiche, forse perché il lato irrazionale irrompe, confondendo un po' le acque, tanto che qualche lettore potrebbe perdersi e porsi domande su alcuni passaggi e nessi (esempio: un po' bruschi alcuni passaggi sentimentali e alcune scoperte poco giustificate).
Il senso è trovare il compimento di un'utopia, dove la voce dell'autrice tende a omologare i personaggi, che sembrano proiezioni del suo io. Nives è la voce narrante, il punto di vista reale; una donna dei giorni nostri che attraverso il sogno cerca il proprio compimento. Una donna umana che, in fondo, ha qualcosa che tutti noi dovremmo recuperare: la capacità di sognare, di costruire, di guardarci dentro. La capacità di creare, il coraggio di colorare fuori dai bordi, con una scrittura semplice, efficace e che scivola via bene.
Per concludere
"Bianca Utopia" è un buon esordio: malgrado la gestione della trama e dei personaggi altalenanti, la personalità del progetto, i temi trattati con sensibilità risultano molto attuali e congeniali ai lettori, complice una scrittura fluida, capace di coinvolgere e di toccare corde profonde.
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lunedì 4 settembre 2023
"Bianca Utopia" di FràSte: quando il sogno tocca la realtà
L'abbiamo già conosciuta con le sue poesie, ma soprattutto con uno stile che unisce il visual allo scritto, in una maniera personale, che lascia decisamente il segno. Ora torno a parlare di FràSte che in queste settimane ha esordito con il suo primo romanzo, "Bianca Utopia" (Infuga Edizioni).
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