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lunedì 18 dicembre 2023

La scrittura creativa che fa bene e riparte a gennaio

Iniziano sempre così. L'attesa dei corsisti, la curiosità di sapere chi sarà lì ad ascoltarti, con la penna tra le dita. Le slide sono pronte, gli esercizi pensati. Tutto il resto si gioca sul campo, come previsto dalla scrittura creativa
A San Possidonio (corso organizzato dall'amministrazione comunale) nella prima serata erano 17, poi divenuti fisiologicamente 12 per impegni vari. 
Al Cassetto Culturale di Modena, il gruppo di 3-4 persone, è più raccolto per ragioni didattiche.
Ad accomunare tutti, è la curiosità verso l'approccio alternativo, sempre pratico e basato sul confronto.

Partiamo sempre da un presupposto: avere la presunzione che il proprio testo sia perfetto, come ho sentito dire da molti scrittori indipendenti  che rifiutano gli editor, può essere un diritto legittimo. Ma ricordiamoci sempre che quando scriviamo, siamo talmente dentro al nostro testo, che non ci accorgiamo di incongruenze e di dettagli che possono sfuggire. Scrivere presuppone molta umiltà e la necessità di ascoltare gli altri. Questo perché le opere sono destinate alla pubblicazione per essere lette da altre persone; non sono diari che restano nel cassetto. Ovviamente un autore può essere libero di fare le proprie scelte, ma poi non si stupisca se resta fermo. 

Dal confronto con gli altri si cresce, e la scrittura è un percorso di crescita costante. Sono gli altri che ci permettono di migliorarci, considerando che ai lettori non interessano i maestrini e i primi della classe ego-riferiti o le primedonne che pestano i piedi perché vogliono avere ragione, anche se un altro la pensa diversamente (e ne ha diritto). 
I lettori vogliono storie, anche imperfette e sporche, ma che possano coinvolgerli. E la scrittura creativa rovescia le prospettive, attraverso un metodo alternativo, che va oltre la lezione frontale. 

Detto questo, chiudo questo anno di scrittura creativa con soddisfazione. Non parlo di grandi numeri, ma di quello che ti lascia il sorriso di un allievo, per uno sblocco creativo. Oppure della selezione presso un concorso letterario. O, ancora, un'idea che viene abbozzata e portata avanti con passione. Vedere il benessere dei corsisti che si confrontano in un clima pacifico, è impagabile. Sono i momenti lieti, la curiosità, la voglia di approfondire un argomento, le soddisfazioni che arrivano, senza pesantezze e pedanterie, a dare il valore aggiunto. E per chi insegna, significa imparare sempre qualcosa e personalizzare.

A chi muove critiche sostenendo l'inutilità della scrittura creativa, do un consiglio: parli con le persone che ne hanno beneficiato. O con Alice Sebold, Bret Easton Ellis... loro sono usciti da corsi di scrittura creativa che, negli Stati Uniti, sono riconosciuti. Poi, non tutti diventano degli Ellis, ma qualcosa di buono c'è, se le intenzioni sono positive e se si lavora sodo. Il resto è anche fortuna, lo sappiamo, l'idea giusta che arriva nel momento giusto...

Infine:  dietro alle docenze, ci sono un lavoro e la preparazione. Ore di studio, esperienze, corsi, premi vinti. Ma la cosa più importante è il rapporto con le persone, che riassumo così: maneggiare con cura. Sempre.  

I corsi  ripartiranno mercoledì 10 gennaio, al Cassetto Culturale. Nuovi argomenti, nuove idee, nuove storie. Un'occasione per percorrere un tragitto creativo insieme.
Info e iscrizioni: Cassetto culturale

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