martedì 6 luglio 2021

RECENSIONI/RIFLESSIONI - "Lucky" di Alice Sebold, il racconto di uno stupro e la sua rielaborazione con la scrittura creativa

Un'esperienza terribile, raccontata senza edulcorazioni, che arriva a noi come un pugno allo stomaco. Lo dico qui, fin dalle prime righe: leggetelo. Perché di violenza sulle donne se ne parla in termini numerici e attraverso slogan (a volte, uscite infelici o discutibili strumentalizzazioni) che però non rendono la portata del dolore affrontato da chi subisce realmente un evento di tale portata. L'autrice è anche la vittima, aspetto che sconvolge: Alice Sebold, nota per lo struggente "Amabili resti", dà alle stampe "Lucky" (Edizioni e/o), in cui racconta il suo stupro, dando voce ad altre vittime silenti. E qui, la scrittura ha un ruolo centrale, salvifico oserei dire. Leggi la recensione che è anche una riflessione.

"Lucky": la trama
«Sei fortunata» si sentì dire Alice dal poliziotto che raccolse la deposizione dopo lo stupro da lei subìto quando aveva 19 anni. «Una ragazza fu stuprata e smembrata in quel luogo tempo fa». Il senso di questa controversa fortuna è il tema sul quale l’autrice torna sistematicamente nel corso del suo libro che è a un tempo drammatica testimonianza, lucida e spregiudicata indagine sulla violenza e le sue conseguenze e sconcertante ritratto autobiografico, denso di candore e acutezza psicologica, anticonformista e ironico, pieno di dolore e legittima ribellione. Alice, condannata dalla violenza alla solitudine e alla discriminazione, costretta a vivere in un mondo che ha solo due colori, ciò che è sicuro e ciò che non lo è, “rovinata” agli occhi di familiari, amici e fidanzati, riuscirà con coraggio a superare prove durissime per vivere in un mondo dove orrore e amore convivono. Lucky è anche un resoconto illuminante sulla tortuosa e insolita genesi di un talento letterario tra i più innovativi della scena letteraria internazionale.

La recensione/riflessione
In questi ultimi mesi si è parlato di stupro legato a eventi di cronaca saliti alla ribalta, spesso utilizzando slogan neo-femministi che dimenticano il fulcro delle questioni: il corpo. Il corpo delle donne, come rileva Eve Ensler, maltrattato, mercificato, trasformato in un oggetto, manipolato come plastilina. Il corpo delle donne, oggetto di vilipendio e di stereotipi, talvolta di finte-liberazioni per mano di guru ancora più finti che in fin dei conti usano e mercificano il corpo per fare attivismo, spacciando il tutto per liberazione e rivoluzione, giocando con la semantica laddove fa comodo. Leggere il romanzo autobiografico di Alice Sebold è come prendere degli schiaffi in piena faccia. Non solo perché l'autrice ci restituisce i dettagli dello stupro con una lucidità disarmante, ma soprattutto per come narra le conseguenze, altrettanto devastanti, sui rapporti sociali e famigliari.

La protagonista, Alice, voce narrante in prima persona, è una studentessa della Syracuse University. Come tante ragazze della sua età, ha molti sogni e, rispetto al sesso, un approccio alquanto pudico. Siamo all'inizio degli anni Ottanta e da parte di Alice c'è una sorta di remora negli approcci con i ragazzi. La vediamo soprattutto concentrata sugli studi e sull'obiettivo di diventare una poetessa, quando accade il "fattaccio". Da questo momento verrà fagocitata da un vortice di eventi in cui toccherà con mano l'esperienza del sentirsi additata e isolata dagli altri; persino affrontare il processo sarà una grande prova di coraggio che, però, non si risolverà con la sentenza. La violenza innesca, infatti, una reazione a catena che nel racconto verrà enfatizzata, configurandosi come uno scoglio fisico ed emotivo da superare. Uno scoglio enorme, frastagliato, capace di ferire pelle e anima.

C'è un dolore enorme, cui seguono blocchi inevitabili che si creano nel rapporto con l'altro sesso. Ci sono ferite interiori che lasciano il segno e portano a inevitabili deviazioni. Ma c'è anche la straordinaria forza d'animo di Alice. Ci sorprendiamo come la ragazza riesca ad affrontare gli interrogatori del processo, con tutti i cavilli del caso, mantenendo una notevole lucidità, laddove l'avvocato posto a difesa dello stupratore cerca di sfinirla con domande trabocchetto. Partecipiamo della sua rabbia quando scrive la poesia Condanna. Siamo con lei quando l'incubo sembra non avere fine. Eppure, Alice non demorde. La sua solitudine è uno stato d'animo, ma anche la percezione che la vittima di uno stupro venga considerata fondamentalmente "sporca". Lo dimostra il fatto che, come si rileva nel libro, la maggior parte dei processi per violenza sessuale si risolvano con un'assoluzione. 

All'università Alice segue il corso di Tess Gallagher, la quale ha un ruolo centrale nella sua formazione. Ma la scrittura, non è solo arte: diventa anche e soprattutto lo strumento con cui rielaborare i traumi causati dalla violenza. La scrittura creativa ha un ruolo centrale, al punto da gettare le basi per quel magnifico caso editoriale che sarà "Amabili resti", il libro cronologicamente successivo a "Lucky", ma considerato il suo effettivo (fulminante) esordio.

A proposito di scrittura: "Lucky" è un romanzo autobiografico in cui ci sono momenti su cui l'autrice si diffonde, alternati a momenti meno approfonditi. In particolare, ho trovato il finale molto frammentato e ridotto rispetto al resto del libro. Tuttavia la narrazione è efficace ed esauriente, la scrittura scivola oltre le maglie della retorica, spogliandosi di ogni remora e orpello. Ogni elemento narrativo è costruito con una certa attenzione ai dettagli, un naturalismo che, senza enfatizzare gli aspetti emotivi con artifici mirati, arriva a noi con una potenza espressiva notevole. L'autrice non si perde in monologhi e introspezioni, nemmeno spinge sul patetismo; Sebold privilegia il mostrato, ottimizzando abilmente gli espedienti narrativi. L'impressione è quella di una scrittura sincera ma, al contempo, ben strutturata, secondo le lezioni della narrativa. Una narrazione candida, non priva di una certa ironia che, proprio per queste ragioni, incanta e avvince, malgrado il tema trattato.  

Per concludere
"Lucky" è un romanzo autobiografico costruito con l'abilità di un'autrice capace di narrare la sua storia senza perdersi nei meandri dell'autoreferenzialità. Sincerità e impressione di naturalezza vanno a braccetto, trattando un tema che arriva come un pugno allo stomaco. Il racconto di uno stupro, libero da slogan e considerazioni sociali vuote o di maniera, dà voce alle vittime, spesso condannate al silenzio e alla solitudine. Una lettura che merita, per riflettere e per godere di un frutto riuscito della scrittura creativa.      

L'autrice di Alice Sebold
Nata a Madison, il 6 settembre 1963, è una scrittrice statunitense. Cresciuta nei sobborghi di Philadelphia, Alice Sebold intraprese gli studi universitari a Syracuse (New York).
Lì subì un’aggressione con stupro, a seguito della quale lasciò i corsi per diversi mesi. Al termine degli studi a Syracuse si iscrisse all’Università di Houston (Texas) per una specializzazione post-laurea in scrittura creativa e, successivamente, si stabilì a Manhattan; lì si mantenne con vari lavori mentre tentava di avviare la sua carriera di scrittrice.
Lasciata New York, l’aspirante scrittrice si trasferì in California meridionale.
A 36 anni, nel 1999, pubblicò il suo primo libro al termine di una lunga lavorazione: "Lucky", il racconto della vicenda dello stupro avvenuto nel 1981 all’università di Syracuse. Nel 2002 viene pubblicato il suo primo romanzo, "Amabili resti" (The Lovely Bones), ispirato in parte alla propria esperienza, in parte al resoconto di uno stupro con omicidio avvenuto precedentemente nello stesso tunnel dell’università di Syracuse.
"Amabili resti" valse ad Alice Sebold il premio di Libro dell’Anno 2003 da parte dell’American Booksellers Association e il Premio Bram Stoker quale miglior opera prima nel 2002. Sulla scorta del successo di Amabili resti anche Lucky fu successivamente ripubblicato e tradotto in altre lingue, italiano compreso.
Nel 2007 diede alle stampe il suo secondo romanzo, opera terza: "La quasi luna" (The Almost Moon).
Alice Sebold è sposata dal 2001 con il collega scrittore Glen David Gold, conosciuto nel 1995 all’Università della California mentre lavorava alle prime stesure di Lucky; la coppia oggi vive a San Francisco. 

2 commenti:

  1. La cosa più importante che fa questo libro è parlare apertamente. Molte donne non parlano delle violenze subite, perchè si sentono colpevoli. La colpa è di una società troppo maschilista, dove la donna viene vista sempre come provocatrice. Quindi la donna vittima subisce una doppia violenza. Sicuramente un libro importante che dovrebbe servire a superare questi tabù. Grazie di averlo postato, buona serata.

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  2. Esatto! E dà voce alle altre vittime di cui parla, cercando di spezzare quella spirale di violenza che si innesca inevitabilmente, creando un circolo vizioso che include l'omertà. Ecco perché lo consiglio e, aggiungo, sarebbe da far leggere nelle scuole, magari nell'ultimo triennio delle Superiori. Considerando anche la qualità della prosa.

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