Alessandro Del Gaudio lo abbiamo già conosciuto con la recensione di "Anello d'ombra" (Ass. Culturale Il Foglio - clicca qui). Ora ritroviamo la sua penna in un nuovo cimento, ben diverso dal precedente ma connesso per genere e atto creativo. Se nel libro già esaminato troviamo degli eroi alle prese con una serie di avventure ispirate alla Justice League, qui entriamo in punta di piedi nel mondo della fiaba, scandito da "Rintocchi di Clessidra" (vai alla segnalazione, clicca qui). Con questa recensione, continua la collaborazione con il CSU, partita da pochissime settimane, ma che ci sta consentendo di conoscere autori e autrici, nonché addetti ai lavori legati all'editoria e alla comunicazione notevoli e... tanta bella gente!
"Rintocchi di Clessidra": la trama
Si tratta di un racconto di racconti, in cui parallelamente alla storia principale, che vede come protagonista Nivolet, ci permette di leggere anche quelle che egli scrive. Nivolet, infatti, vive nel Palazzo al Centro di Ogni Cosa, un edificio imponente che sorge nel mezzo di una landa, in prossimità di un esteso lago e di un giardino popolato da ogni specie floreale e faunistica. Ogni volta che scrive una storia il suo gufo Fidelio la recapita al destinatario, che abita in uno dei mondi del Multiverso. Non appena la storia esce dal Palazzo Nivolet dimentica di cosa parla, si scorda persino di averla scritta. Restano nove storie... e da lì si gioca tutto.
La recensione
Fin dall'inizio, quello che salta all'occhio leggendo questo libro, sono i numerosi riferimenti e i rimandi a grandi opere della narrativa e del cinema di genere fantastico: da "La storia infinita" alle fiabe classiche, passando alla mitologia cui l'autore attinge per l'archetipo del tempo. La storia nella storia è poi un grande espediente che, da "Le mille e una notte" al "Decamerone", traccia un filo rosso che diventa un ottimo modo per tenere attaccato il lettore fino alla fine, superando la frammentazione tipica delle antologie.
Sasha, Dorina, Dreyus, la silfide, il genio... sono solo alcuni dei personaggi, umani e magici, che cito en passant, ma che prendono vita nel narrato. Ci sono creature magiche che si animano come i giocattoli de "Il soldatino di piombo" in "Magie di pioggia"; c'è la statua che prende vita ne "Lo spirito scolpito nella pietra"; c'è il genio che ricorda le gesta di "Aladino" ne "La mia amica del cuore"; nel "Il buco nero" ci sembra di essere catapultati in una puntata de "La regina dei mille anni" con un capitano che ci ricorda il mitico Harlock. Con "Arriva Wendaliss" la scena è quella di un fantasy più classico con tanto di campo di battaglia, mentre in "Moki della macchia bianca" le suggestioni nipponiche hanno uno strano esito. "Il bambino dei fiammiferi" evoca in tutto e per tutto "La piccola fiammiferaia", anche se cambia lo scenario, qui contemporaneo. Mano a mano che ci avviciniamo al momento apicale, gli eventi della storia di Nivolet assumono nuove connotazione che portano Esterel al centro delle vicende. Non dico come, per non spoilerare.
Le fiabe sono nove, ultime chance creative, nell'attesa e nella speranza del risveglio di Esterel che deve rovesciare la clessidra, pena la fine delle storie; un po' come accade ne "La Storia Infinita" dove il Nulla incombe su Fantasia, divorandola senza pietà. Il parallelismo è lampante, ma si tratta di un'ispirazione che ha permesso ad Alessandro Del Gaudio di costruire un Multiverso incantato dotato di una propria personalità. Un mondo in cui cadiamo come Alice cade nella tana del Bianconiglio e di cui viviamo l'incanto in una sospensione dell'incredulità calzata a pennello nelle diverse fiabe che leggiamo.
Alessandro Del Gaudio ci incanta davvero con la sua trascinante fantasia sorretta da un'ottima capacità narrativa. I personaggi che crea insieme alle storie compiute - a parte quella interrotta per una ragione precisa e giustificata - sono credibili ma al contempo affascinanti. La penna conferma la sua eleganza, il puntiglio mai disgiunto a una delicatezza che ci regala rintocchi di magia. Questa penna chiude il cerchio del racconto, senza perdere mai colpi, portandoci a un buon climax e a uno scioglimento denso di sorprese.
"Rintocchi di Clessidra" è un libro bellissimo che ci pone nelle condizioni di riflettere a posteriori sulle storie e sulla scrittura. Si lega all'ambito della metanarrativa con un atto in cui fantasia e realtà si intrecciano senza soluzioni di continuità. Le storie sono un'urgenza ma diventano anche scenari possibili che tracciamo per vivere meglio. La creatività, insomma, come strumento di pianificazione e la narrazione come azione nella realtà.
La scrittura è insomma... creativa in ogni senso! Un libro che calza a pennello con il nostro blog!
Per concludere
"Rintocchi di Clessidra" è un racconto di racconti magico in tutti i sensi, in bilico nel tempo. Le fiabe spaziano proponendo i classici archetipi del genere, con quello della ricerca di sé in vetta, ma narrando anche situazioni variegate. Numerosi i riferimenti a classici del genere, anche contemporanei, arricchiti dalla fantasia di questo bravissimo narratore. Consigliatissimo!
Riferimenti tecnici e sull'autore
(clicca qui per la segnalazione)
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