sabato 24 agosto 2024

RACCONTO - Storia di un'adolescenza: "La solitudine di Luna"



Non mi piace la morte. Non amo i film horror, né la musica dark, quella che la Lozzi si spara alle orecchie ogni giorno, fingendo di ascoltare le lezioni. Io mi sento d'argento o bianca, non capisco come definire le tinte della luna. Eppure oggi avverto il bisogno di stare seduta qui, sulla tomba di mio padre. Appoggio lo smartphone sul marmo e torno a scrivere. Scrivo poesie, ma nessuno lo sa.


Solitudine

Solitudine
il non sapere chi sono
mi macera dentro.

Ho troppo casino
la mia testa non sa scegliere
tra ciò che all'ideale avvicino
e quello che vorrei tessere.

Solitudine
mi abbracci solo tu
e le pene mi taci.

Penso a lui e a lei
ho fantasie che non dico
perché non è fico
guardare i porno (come tutti).

Solitudine
mi avvicini a lui
che è lontano.

Il mio corpo
non lo capisco
il patto con il  basilisco
è solo un atto sporco.

Solitudine
aiutami tu,
non so ancora chi sono.

La più bella della scuola
non è l'etichetta giusta
per mandare avanti la carretta
di un'adolescente che dentro si frusta.

Solitudine
raccogli i miei pensieri
ho ancora fame di vita. 

Ma devo capire...
Ho troppa confusione
e poco amore. 

BEEP
Una notifica: è Robby. Mi dice che sta arrivando.
"Luna?"
Alzo gli occhi verso mia madre.
"Che cazzo vuoi, tu?"
Robby si porta le mani al petto.
"Scusa."
Io indico mia madre.
"Non dico a te, ma a lei."
Il vento si alza, portando il foglio con sé.
Mia madre lo prende al volo.
Mia madre sta leggendo la mia poesia.
La mia solitudine.  


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