Ricordo la recensione di Contorni di Noir.
Maddalena si siede al tavolino del locale. Ha trascorso la mattinata a pulire casa e a stirare una pila di panni che aveva abbandonato al loro destino in quei giorni di passione. Non ha nemmeno letto un libro,
anzi. Dopo pranzo si è abbandonata a disquisizioni mentali al limite della fantascienza.
Ha pensato alla ragazza dagli occhi di ardesia. All’incontro con Valerio alla reception del Pronto Soccorso. L’ha tempestata di domande e ha preso appunti, sentendo odore di scoop.
«La terremo un paio di giorni sotto osservazione» le ha spiegato uno dei medici di turno, accompagnandola all’uscita. «Nella mattina di lunedì potrà passare per avere informazioni sulle condizioni della paziente. Ora, però, le suggerisco di tornare a casa e di riposare.»
Esortazione caldeggiata anche da Valerio, che, accompagnandola al veicolo e aprendole la portiera, le promette di indagare sul caso.
«Ci vediamo domenica, per un aperitivo.»
Se non fosse per l’amicizia che li lega da anni, direbbe che ha un debole per lei. Una volta, ai tempi dell’università, c’era stato un bacio, seguito dal gelo. Da allora, non è accaduto più nulla.
Maddalena scruta l’orologio.
«Scusami per il ritardo.» Valerio appoggia accanto alla sedia una borsa di pelle. Si sporge verso di lei per i tre baci rituali sulle guance e si siede, l’espressione di chi non sta più nella pelle dal desiderio di rivelare quello che ha scoperto.
Maddalena gli urta le braccia con i gomiti.
«Dai, non fare il misterioso!»
Lui sbuffa, «Non ti riesco a nascondere nulla!»
«Sei un libro aperto per me.»
La cameriera, una ragazzina smunta e con la frangia bombata sulla fronte, si avvicina per prendere le ordinazioni. «Cosa posso portarvi?»
«Per me un analcolico alla frutta, amaro» ordina Maddalena.
«A me un Negroni» aggiunge Valerio.
La ragazzina segna tutto e si allontana prendendo i menù. Il giornalista estrae dalla borsa alcuni fogli scarabocchiati, che consulta con il fare di un Azzeccagarbugli compito.
«A partire dai dati anagrafici forniti al Pronto Soccorso, ho fatto alcune ricerche. E a quanto pare, i dati di Serena Balti sono falsi.»
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anzi. Dopo pranzo si è abbandonata a disquisizioni mentali al limite della fantascienza.
Ha pensato alla ragazza dagli occhi di ardesia. All’incontro con Valerio alla reception del Pronto Soccorso. L’ha tempestata di domande e ha preso appunti, sentendo odore di scoop.
«La terremo un paio di giorni sotto osservazione» le ha spiegato uno dei medici di turno, accompagnandola all’uscita. «Nella mattina di lunedì potrà passare per avere informazioni sulle condizioni della paziente. Ora, però, le suggerisco di tornare a casa e di riposare.»
Esortazione caldeggiata anche da Valerio, che, accompagnandola al veicolo e aprendole la portiera, le promette di indagare sul caso.
«Ci vediamo domenica, per un aperitivo.»
Se non fosse per l’amicizia che li lega da anni, direbbe che ha un debole per lei. Una volta, ai tempi dell’università, c’era stato un bacio, seguito dal gelo. Da allora, non è accaduto più nulla.
Maddalena scruta l’orologio.
«Scusami per il ritardo.» Valerio appoggia accanto alla sedia una borsa di pelle. Si sporge verso di lei per i tre baci rituali sulle guance e si siede, l’espressione di chi non sta più nella pelle dal desiderio di rivelare quello che ha scoperto.
Maddalena gli urta le braccia con i gomiti.
«Dai, non fare il misterioso!»
Lui sbuffa, «Non ti riesco a nascondere nulla!»
«Sei un libro aperto per me.»
La cameriera, una ragazzina smunta e con la frangia bombata sulla fronte, si avvicina per prendere le ordinazioni. «Cosa posso portarvi?»
«Per me un analcolico alla frutta, amaro» ordina Maddalena.
«A me un Negroni» aggiunge Valerio.
La ragazzina segna tutto e si allontana prendendo i menù. Il giornalista estrae dalla borsa alcuni fogli scarabocchiati, che consulta con il fare di un Azzeccagarbugli compito.
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