Deve essere un esercizio di fantasia, mentre quest'ultima sembra essere ridotta a una manciata di slogan, a idee cristalizzate che diventano assueffazione dell'io. E così la capacità immaginativa, i mondi possibili crollano. Ma come si possono costuire? Ecco una nuova grammatica della fantasia.
Prendiamo "Una donna" di Sibilla Aleramo: una pietra miliare per la narrativa italiana e, insieme, per il femminismo; già perché nella storia di Sibilla la dimensione sociale di un matrimonio imposto a seguito di una violazione, e quella intima, della condizione personale, si intrecciano in maniera indissolubile; la storia è connaturata alla biografia dell'autrice. E da lì, soprattutto rispetto alle narratrici femminili, l'intimismo biografico è diventata una costante, abbracciata alla politica (Ricordate? Il privato che diventa politico). Tanti i casi editoriali, soprattutto a sfondo sessuale, in cui protagonista è il femminile, spesso confuso nel bilico tra libertà e compromesso erotico. E in tutti, la dimensione biografica, con quel guardare nel buco della serratura per sbirciare i segreti e rifarsi gli occhi, come a voler scoprire una fata che fa il bagno, è diventata un'abitudine. I b-movie anni Settanta, con il loro spirito boccacceso, incarnano questa tendenza.
"Spiare dal buco della serratura" per immergersi, da lontano, nell'intimità: l'atto morboso si trasferisce alla lettura, con un senso di immedesimazione. Perché la situazione è reale e verosimile; ma anche perché è pruriginoso immergersi nel personale degli altri, magari per consolarci delle nostre disavventure o sfortune. Per dire: "Allora c'è chi soffre più di me" (e ci si consola, in un paese in cui l'invidia nettamente supera il desiderio di imparare da chi è migliore di noi).
La storia raccontata si indentifica con l'autore/autrice-personaggio, com'è accaduto per recenti casi editoriali in cui il biografismo è diventata la condizione del successo clamoroso. Il personaggio-scrittore, partendo dalla sua storia personale, resta in essa incagliato, rischiando di perdere pubblico nel caso in cui si rivolgesse ad altre storie per esprimere la propria creatività.
Ma ormai è sempre più ricercato questo biografismo, una narrativa che affonda le radici nel vissuto dello scrittore-personaggio, per sfamare un pubblico assuefatto a Reality e a una visione fantastica appannata dall'imperare dell'informazioni mediatica, soprattutto di cronaca. Il biografismo che imperversa, diventa veicolo di pochi mondi possibili e di idee polarizzate, a volte terreno perfetto per la propaganda. Una letteratura che si perde, si limita, entra in schemi laddove la scrittura dovrebbe scavare, plasmare, dare voce alla pluralità delle espressioni, anche quelle più sfumate.
Ma i mondi possibili, per fortuna, sono ancora vivi. Sono nelle storie che camminano parallele a quelle che vogliono imporre. I mondi possibili sono le proiezioni della molteplicità dell'io, sono possibilità e cuori pulsanti. Possono essere una terra di mezzo o un mondo di ghiacci e fuoco. Si costruiscono partendo da quelli che abbiamo, dalle mappe che disegnano nuovi orizzonti. I mondi possibili possono essere città fittizie ispirate alle reali, come Mont Ivory de "L'angelo caduto di Feerilandia", piccola cittadina ispirata a Modena ma con le comodità di Milano.
I mondi possibili ci permettono di esercitare la nostra fantasia, di proiettarci oltre, di uscire dagli schemi. Sono atti di ribellione vera, che sfuggono alle polarizzazioni, agli haters e agli adoratori. Sono personaggi che abbiamo in testa e che prendono vita in una scena che noi costruiamo. Sono le proiezioni che vanno oltre il nostro io.
I mondi sono ancora possibili? Per i creatori, quelli veri, sì. Gli altri stanno dietro al buco della serratura, guardando quello che accade, beandosi nei loro schemini, nelle tramine esili, esaltando Maître à Porn che diventano Porn... pardon Maître à Penser. Ma là fuori ci sono i mondi possibili e intellettualmente onesti. Mondi che però richiedono talento, coraggio. Narciso non abita lì e se vi abita, vede nello specchio l'alterità.
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