"Ho le mie cose."
"Sai, sono quei giorni."
"Ho l'endometriosi." (E qui, ancora tanti chiedono: che cos'è?).
Ci giriamo intorno, tanto, troppo spesso, abbiamo paura (meglio, schifo?) di dire quella parola, se non con il ginecologo e le amiche. Mestruazioni. Esattamente come affermava Eve Ensler per la parola "vagina": la indichiamo in mille modi diversi, come a volerla nascondere. E in effetti, il ciclo è uno dei temi trattati nei monologhi. E in "Come sedurre le donne" si scrive: "il corpo delle donne sembra essere fatto per essere nascosto".
Eppure, dite quello che volete, ma
mestruazione è un termine chiave, il vero nucleo attorno al quale si sono sviluppate tutte le questioni muliebri e su cui il "patriarcato" (attiviste dell'ultimo minuto che poi, paradossalmente celebrano la festa del papà, dopo essersi scagliate contro il patriarcato, che in Occidente è nettamente mutato, oltretutto) ha giocato le sue carte, consapevole della potenza femminile legata a un aspetto: il poter dare la vita, quella maternità tanto discussa, dal concetto sacrale arrivando alla più prosaica realtà del mondo del lavoro e del Welfare connesso, a sostegno delle madri lavoratrici.