mercoledì 7 agosto 2019

La scrittura creativa: un esercizio per l'estate e "Alice nel Paese degli Avengers". Buon divertimento!

Di scrittura creativa si parlerà nelle prossime settimane. A cosa serve? Cosa la distingue da quella espressiva e da quella tecnica? Bastano gli esercizi di scrittura creativa per diventare scrittori? O si tratta di semplici leggende metropolitane? Proponiamo un piccolo esercizio già rodato con alcuni studenti e che speriamo possa stimolarvi ma soprattutto divertirvi. Lo spunto è dal mondo di "Alice nel paese delle meraviglie" con riferimento ad "Alice nel labirinto" (Dario Abate Editore 2017). Oltre all'esercizio, ecco il racconto creato sul momento. Buon divertimento!

 
Affermatasi nella prima metà del Novecento, in seguito introdotta come disciplina accademica negli Stati Uniti, è approdata in Italia diversi anni dopo e con esiti alterni.
A oggi anche negli Stati Uniti non sono mancate voci discordanti rispetto all'effettiva utilità della scrittura creativa. Tuttavia esistono esercizi messi a punto per stimolare la creatività, al fine di creare delle storie da cui sviluppare racconti e romanzi.

Gli spunti sono molteplici e possono riguardare diversi aspetti del processo creativo.
Dal lavoro sul punto di vista, passando alla riscrittura del finale di una storia nota, arriviamo ad immaginare nuovi e vecchi personaggi implicati nella vicenda, com'è accaduto durante la stesura di "Alice nel labirinto".
Proprio dall'universo dei libri dedicati ad Alice, ci ispiriamo per questo esercizio di scrittura creativa.

Pronti?

ESERCIZIO CREATIVO SULLE PAROLE CHIAVE
Dati una serie di elementi e dato il mondo dei libri di Lewis Carroll, scrivere un racconto che li includa. Si possono inserire anche personaggi di fantasia e altri elementi.

Ecco i personaggi/oggetti che devono comparire nel testo:

Cappellaio Matto
Alice
Odalisca
Barca
Il Bianconiglio
Le Regine
Lewis Carroll
Un Avenger


Parleremo di scrittura creativa anche prossimamente, con consigli di lettura e altri esercizi da applicare.

E ora, potere alla fantasia!

Di seguito, il racconto realizzato al volo con gli elementi.

Racconto: Alice nel Paese degli Avengers


“No, io non ci voglio andare, là!”
Alice si lasciò cadere sul prato in fiore. Incrociò le gambe, sbuffando. Lisciò la stoffa del vestito da Odalisca che le aveva regalato Thor, il suo promesso sposo.
Da quando Edward era scomparso, il fidanzamento era stato annullato e il figlio di Odino si era fatto avanti chiedendo al reverendo Liddell la sua mano; ovviamente, il padre di Alice non si era fatto sfuggire l’opportunità di diventare parente di una divinità nordica. E poi, Alice adorava Thor! Era il suo Avenger preferito! E ora anche fidanzato!
Il Bianconiglio scese dalla barca attraccata al piccolo molo del lago dei Desideri.
Agitò l’indice con fare saccente, dicendo: “Cara Alice, le Regine ti stanno aspettando.”
“E io non vengo!”
Il Bianconiglio prese l’orologio dal panciotto. La lancetta dei secondi correva nel quadrante, scandendo il tempo che passava troppo veloce. Aveva fretta, ma ad Alice non importava.
“Sinceramente? Se ti tagliano la testa, sono affari tuoi!”
“Ma Alice? Perché mi stai dicendo queste cose?”
La ragazza alzò i pugni.
“Lo vuoi proprio sapere?”
“Sì.”
“Perché sono stanca di girare tra i mondi come una matta. Io voglio stare qui, a Oxford. E poi sono convinta che il Paese delle Meraviglie sia diventato il Paese dei Vecchietti.”
Il Bianconiglio la fissò, sorpreso.
“Ma chi ti ha detto questo?”
“Odalisca.”
Il Bianconiglio bofonchiò: “Quella pettegola. Non tace mai.”
“Che cosa hai detto?”
“Niente.”
Il coniglio si sistemò la dentiera e allora Alice balzò in piedi.
“Ecco, lo sapevo” esclamò “il Paese delle Meraviglie è davvero il Paese dei Vecchietti!”
“Non è vero!”
In quel momento, dalla barca spuntò il Cappellaio Matto. Indossava una tuba nera e teneva in mano una tazza di tè.
Alice strabuzzò gli occhi per la sorpresa e la gioia. Corse verso il laghetto, quasi travolgendo il Bianconiglio, quindi spiccò il salto che la condusse nella barca. Abbracciò il Cappellaio, che quasi si lasciò sfuggire la tazza. Un rivolo ambrato scivolò sulla ceramica fiorata.
“E sssstai attenta!” gridò il Cappellaio, stizzito.
Nel sentire la s scivolare tra le labbra rinsecchite (sì, erano rinsecchite, e il Cappellaio aveva pure le rughe in faccia!), Alice fece un balzo indietro. Anche il suo adorato, folle amico, era un vecchietto.
Non voleva crederci. A un tratto, sentì oscillare l’imbarcazione. Si voltò e vide il Bianconiglio con il cavo dell’ormeggio in mano. Notò allora che si stavano allontanando dal piccolo molo. Scivolarono sulle acque del laghetto a una velocità sostenuta.
Mossa dal sospetto, la ragazza passò oltre il Cappellaio che balbettò: “Non andare là!”
Ma Alice – lo sapete! – era risoluta a capire cosa stava accadendo. Scostò un telo che copriva due sagome.
Erano le due regine. La Rossa e la Bianca. Una a destra, l’altra a sinistra. Entrambe maneggiavano un remo con grande abilità.
La ragazza le guardò con attenzione. Erano giovani e belle, anzi ancora più giovani di quando le aveva conosciute, oltre lo specchio.
Alice guardò di nuovo il Bianconiglio, con la dentiera in mano, e il Cappellaio, con le rughe.
A quel punto, ebbe un sospetto, subito anticipato dalla Regina Bianca.
“Brava, Alice, hai capito tutto. Ma non riuscirai a spezzare l’incantesimo della vecchiaia.”
Alice spalancò le braccia. Alzò gli occhi al cielo.
“Thor, aiutami tu.”
Le regine smisero di remare. Si guardarono, poi scoppiarono a ridere.
“Thor non ti può sentire.” Disse la Regina Rossa. “Siamo ormai vicini.”
Alice non sapeva cosa fare. Quando ci si avvicinava al portale del Paese delle Meraviglie, si entrava in una dimensione parallela. Nessuno del Mondo Di Sopra le avrebbe sentite. E nemmeno gli dei di Asgard.
Alice non sapeva cosa fare. La Regina Bianca rise come una strega.
“Abbiamo bisogno della tua giovane età.”
A quel punto, realizzò. Volevano portarla nel Paese dei Vecchietti. E lei sarebbe diventata una vecchietta. E per lei... col cavolo!
La Regina Rossa spiegò: “Alice, Alice, sei così giovane e bella che qualche anno in più non si vedrà.”
“Voi siete matte!”
Il Cappellaio rettificò: “No, bimba bella, io sono l’unico matto. The original!”
Alice non sapeva cosa fare. Così inizio a saltare sulla barca, tra le grida del Bianconiglio e delle regine.
“Insomma, smettila o mi si rovescia il tè!”
Alice non ascoltò nessuno. Continuò a saltare e a saltare, finché la barca non si rovesciò. Tutti caddero nel lago, compresa Alice che non sapeva nuotare. E nemmeno le regine sapevano nuotare. Loro infatti scomparvero tra i flutti. Forse si restrinsero come un calzino in lavatrice. O forse, caddero nel Regno di Abissinia, lasciando libere le creature del Paese delle Meraviglie.
Alice annaspò, in cerca di un appiglio. Rimase a galla per pochi secondi, poi scivolò nell’acqua, tra correnti calde e fredde che si alternavano. Cercò di muoversi, ma si sentiva bloccata. A un tratto, sentì qualcosa afferrarla per la sottana e trascinarla via.
Alice perse i sensi.
Si risvegliò nell’erba, fradicia e impaurita.
Davanti a lei stavano Odalisca, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto.
“Per poco non perdevi la tua giovinezza.” Disse l’Odalisca. “Ma tu sei stata bravissima e hai spezzato l’incantesimo.”
Alice guardò i due amici: erano tornati quelli di prima. Giovani e scattanti.
Odalisca continuò: “Le due regine sono tornate al loro castello. Facendole cadere in acqua, hai annullato l’incantesimo.”
Alice si fermò e allora, la vide. La tana del Bianconiglio.
Osservò i tre che gliela indicavano. Lei sorrise.
“Spiacente, ma la mia casa è qui sopra.”
Odalisca, Bianconiglio e il Cappellaio Matto si lasciarono cadere nella buca, mentre Thor raggiungeva la fidanzata.
“Mi hanno detto che hai sconfitto le due regine, spezzando l’incantesimo della vecchiaia. Quindi, sai cosa succederà?”
Alice sorrise. Lei lo sapeva.
Sarebbe diventata un'Avenger.

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