venerdì 6 settembre 2019

Quarto reading poetico - "Una finestra: un cuore aperto" sui mille volti della poesia

A volte non ci sono parole adeguate a descrivere le emozioni che ti lascia un evento. "Una finestra: un cuore", quarto Reading di parole, musica e immagini, è un appuntamento immancabile nel calendario annuale de La Penna Sognante. In primo luogo, per gli interessanti risvolti creativi (e non poteva essere altrimenti). In secondo luogo per l'ottima organizzazione. L'appuntamento ha preso corpo domenica 1° Settembre presso l'Azienda Agricola Ghirotto (Bornio di Villanova del Ghebbio, Rovigo). Ultimo, ma non per importanza, il valore socializzante del reading, crocevia di incontro e confronto, ascolto e possibilità di espressione. Ecco un breve racconto del pomeriggio.





Michele Ghirotto e Tito Taddei introducono l'evento
Ore 17.20. Arrivo all'Azienda Agricola Ghirotto, Il sole di settembre inizia a calare, lentamente, lasciando sulla pelle la traccia di un calore estivo ancora appiccicaticcio. Ci avviciniamo all'area allestita con le sedute e il tavolo dietro cui prenderanno posto i presentatori. Intorno a noi, l'uva che pende tra le foglie, è un invito alla vendemmia.
I saluti e i baci si susseguono e alternano alle strette di mano e alle presentazioni. Ci sono volti nuovi e amici e amiche di vecchia data con cui ritrovarsi è una piccola festa.
Ci accomodiamo, perché il tempo inizia a correre via, come accade sempre quando è riempito in maniera piacevole.
Dopo l'introduzione di Michele Ghirotto, la palla passa al giornalista Tito Taddei, conduttore ormai consolidato dell'evento.
Dopo aver chiamato una delle partecipanti, Eugenia Nardone, a estrarre i nomi dei primi sette poeti chiamati a leggere i brani, si è entrati nel vivo dell'evento. Eugenia verrà chiamata successivamente altre tre volte per estrarre la serie di autori e autrici destinati alla lettura. 
Dal dialetto, all'italiano, le parole hanno pattinato sulla distesa delle emozioni, per poi entrare nel loro profondo.
Ciascun componimento ha strappato un moto di emozione. Un sorriso, un guizzo romantico, ma anche una risata grassa e corroborante.
I componimenti sono stati raccolti in un volumetto, insieme agli altri inviati nella previsione di leggere almeno due brani; per ragioni di tempo, si è optato per la lettura di un solo contributo.
Ben 32 sono gli intervenuti; nella prima edizione erano come quegli amici della canzone di Gino Paoli. Non al bar, ma sicuramente uniti da un nobile intento. E, a differenza di quanto accade nel brano musicale, a distanza di quattro anni gli amici sono aumentati in maniera esponenziale!
Da Rovigo a Modena, passando per Verona e Mantova, la "Brigata della Poesia" si fa compagnia coronata da una foto di gruppo fatta dall'alto e dall'immancabile buffet.
Musica, video-poesia, immagini: le arti si sono intrecciate in maniera armonica.

Eravamo tanti!
Ma tornando al libretto, ecco lampi di versi:
Una finestra chiusa con "Ricordo ancora quei bui momenti,/fatti di silenzi e di muffa l'odore/" di Carmine Scognamiglio nella sua "L'anima e il cuore", cui segue "Una lettera mai inviata" di Fabio Meloncelli (presente anche in dialetto) che evoca "Del tempo che ci ha diviso del tuo ora ritrovato sorriso". Ne "L'evasione", Luigi Golinelli ci riporta a "La mia mente/una prigione", opposto a quel "S'apre tutti i giorni la finestra sul mondo" con cui inizia "E intanto si vive" di Franco Carlo Lorenzetto. Un amore lungo una vita è al centro di "Na vita d'amor" di Giuliano Meneghello,  e viene celebrato in dialetto: "Penso a quando semo incontrà/la prima olta, e te rivedo bela/con tute le tue cosine a posto." Altro tuffo nel dialetto con "La colazione del contadin" di Bruno Rossato: "Le sginze le se staca de le brasa,/el fumo el fa scupelate nel camin," con un ritorno alla nostra lingua madre con le "Esistenze sospese" di Daniele Bedendo: "Chiuso nel mio quadrato/contemplo un amaro/cerchio vuoto". Da "Dietro la vetrina", Susanna Veratti dice: "Che fatica frenare l'entusiasmo! Che sforzo sovraumano reprimere la voglia di vivere". Mario Severino Bertolini è "Come foglia al vento" in cui "Il gelo si spande nel colore/della notte/profondo sgomento servito s'un piatto d'argento", mentre Marzia Maria Braglia dipinge "Il mondo più bello", "Davanti alla tela prego il Signore, con ali dell'anima gli apro il mio cuore".
Per Floriano Fila "C'è una finestra": "C'è una finestra aperta nella casa della notte/e una donna dagli occhi di cera che parla alla luna". Sulla scia dei "Ricordi", Luigi Alido Pravadelli evoca: "La cardenza è na' vetrina/sie' careghe de moraro/co' 'na tola picenina/e la stagnà sul fogolaro"Simonetta Vignoli con "Finestra" dischiude un altro mondo: "Scossa dal vento/bagnata dalla pioggia", mentre  "Dalle tracce del cuore" di Vincenzo Monda rileva "Tenerezza ricordi nostalgia/son già fioriti dalle mie parole." Va su "Le ali del vento", Valeria Pazzi:"Nella stanza del cuore/affetti riposti nell'ombra".
La "Ballatett a Dantesca - Quasi un adagio"di Emilio Milani esordisce con un "Fammi entrare, io ti chiedo. /Nell'inferno interno tuo di suicide/anime triste, vani", passa il testimone a "Ho sul corpo voglie di Terra" di Eugenia Nardone "Tu sai ch'io sono quella/che viene a portarti gli occhi inzuppati". Oriano Tommasini con "Ascolta" fa una richiesta: "Ascolta il battito del mio cuore,/il respiro della mia bocca." La "Torre Spada" di Nerina Ardizzoni: "In fondo alla piana la torre ridente/ti lascia vedere una villa cadente", mentre Simone Formigoni con "Sognare a occhi aperti" scrive: "All'alba di un nuovo giorno,/ parto carico di umorismo/verso nuove mete/nuove idee". Con Natalina Tagliaferro entriamo nelle atmosfere di "Ottobre": "La piazza è deserta/Solo poche luci che disegnano ombre strane". Anna Rosa Padovani accende le "Lucciole" con "Vaghi sospiri di luce/intorno a me/pensieri che si accendono/e si spengono". Stefano Caranti, autore di belle videopoesie, con "Il soffio dell'anima" scrive: "Filantropi dai nomi buffi/fanno bolle di umanità", mentre entra la "Neve nella stanza" per Roberta De Tomi con una: "Fiaba stretta/tra le pareti/di cartapesta". La "Fermentazione e decantazione" di Francesco Mandrino: "Eravamo nei luoghi/prima del loro divenire/misuravamo spazi/col metro dei passi di danza."
Laura Lodi esprime un "Vorrei" che esordisce con: "Non vorrei morire d'inverno/ridendo come ultima immagine di un tramonto slavato". Franca Occari, in "Arida Terra" si interroga: "Da quanto tempo,/ormai,/il cielo mette alla prova/la tua forza."
Michele Ghirotto nella "Vecchia Soffitta" rileva: "Appare cambiata ogni cosa/di là lontano/fino all'orizzonte".
Suggestivo l'intervento "last minute" di Angioletta Masiero, con un componimento nato sull'onda di un'improvvisa ispirazione.

Il pomeriggio si è concluso tra le ombre della sera che ricordano che l'estate sta finendo. Un momento di malinconia superato dall'ultimo abbraccio, prima del'arrivederci al prossimo anno.

3 commenti:

  1. Ottima cronistoria. Il tempo si spegne ma le parole accendono

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  2. Bellissima iniziativa,che stimola la condivisione,il sano confronto ,l'approfondimento ...e perché no ..la voglia di leggerezza !
    Complimenti a tutti .Un brindisi alla Poesia e ai Poeti 🥂CIN .

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