venerdì 18 luglio 2025

"Melody, la Vestale di Inventia": l'omaggio alle majokko maghette anni Ottanta

Creamy, Sandy, Amy, Evelyn: sono solo alcune delle maghette che hanno allietato i pomeriggi di milioni di bambini negli anni Ottanta. Una tivù dei ragazzi all'insegna degli anime, oggetto di polemiche e discussioni, ma che hanno anche rappresentato i valori di una generazione: amicizia, sogni, determinazione.
Qui, al momento, non ci sono bacchette magiche, ma ci sono lampi di luce, fantasie, porte sospese nel tempo e nello spazio, che collegano di dimensioni. Ci sono archetipi che ci riportano indietro nel tempo. Ci sono sogni e desideri, c'è il forte richiamo a La storia infinita.  
"Melody, la Vestale di Inventia" ha lo spessore di un sogno e la trama di un anime, un grande sogno a occhi aperti, rivolto a tutti. A chi ha amato quegli animi e a chi li potrebbe amare e ora legge manga.  
Link al libro: Melody, la Vestale di Inventia eBook : Roberta De Tomi: Amazon.it: Kindle Store

"Quando la memoria svanisce, la magia si risveglia". 

 È l’idea dominante espressa nell’urbanfantasy “Melody, la Vestale di Inventia”. Il racconto, basato su una narrazione visiva e lineare, nasce in un pomeriggio d’autunno di alcuni anni fa, sulla scia della passione dell’autrice per le storie di Michael Ende e per gli anime e manga con protagoniste maghette come Creamy, Magica Emi etc.

Reference Made in Anni Ottanta

Abbiamo tanti casi eccezionali di maghe e fatine: tra queste citiamo le italianissime Winx, un successo che ci inorgoglisce per un paese che si è sempre arroccato su una sorta di snobismo rispetto a quanto è magia e troppo luminoso. La supposta superiorità dell'indagine del lato oscuro fa dimenticare che la bontà non è stupidità, né piattezza. I successi planetari di Sailor Moon, altra evoluzione delle majokko, fanno pensare che i mondi migliori possono nascere grazie alla magia.

Evelyn deve realizzare un grande sogno d'amore, complice una trama articolata che alza l'asticella della qualità narrativa. Creamy è una cantante stratosferica, Sandy un'artista, Amy una prestigiatrice. Tutte hanno un alter-ego. Tutte passano dall'infanzia all'età adulta con la magia, per risolvere dei problemi.
Sono alcuni esempi, ma potremmo tornare indietro, con Stilly, lo specchio magico e riferimenti all'altrove. Negli anime si dispiega un mondo di significati. 

Nella magia, apparentemente ingenua con la visione di una bontà non scontata, si dispiegano le dinamiche fiabesche. Non a caso le maghette sono preadolescenti o adolescenti: è l'età delle prove, come avviene nelle fiabe, e la magia diventa uno strumento utile per affrontare tali prove. Va però anche detto che l'uso sbagliato della magia ha le sue conseguenze.

Gli anime anni Ottanta sono grandi storie di formazione, come accade nei fantasy contemporanei. Quindi chi li taccia di banalità ha scordato ciò che è alla base di quelle storie, nate non per fare buonismo ma per aprire le porte alla crescita e a valori derisi da chi dimentica che le medaglie hanno due facce. La magia rappresenta la forza della volontà, la capacità di plasmare i nostri sogni e di fare realizzare i desideri. Dite che è banale? 

Estratto 

Se solo fosse arrivato il Bambino dei Desideri, avrebbe ceduto alle sue richieste. Avrebbe espresso un desiderio, il primo che le sarebbe frullato in testa. Forse la sua vita avrebbe finalmente acquisito un senso. E forse il segreto era proprio quello: non chiedere più del possibile.
Sollevò una gamba, in modo che il ginocchio fosse piegato in avanti. Non badò al piumino e ai pantaloni su cui si erano appiccicate alcune foglie. Nemmeno avvertiva la stoffa, umida come la nebbia che stava scendendo.
Una zaffata gelida, all’improvviso, la fece rabbrividire.
La bruma avvolse i rami in una sorta di cellophane rugiadoso. Si spostò verso il basso, infittendosi.
Stava avvenendo tutto troppo rapidamente. Aveva paura, persino le cose intorno a lei rabbrividivano. In ogni cosa c’era un’anima. O no. Forse non esisteva l’anima. Forse... Esistevano le idee. Dalle idee nasceva tutto.
Melody sperò di veder comparire il bambino in un nanosecondo, com’era accaduto la prima volta, sotto la pioggia di un giugno instabile. In seguito, l’aveva incontrato a luglio e all’inizio di quel settembre in cui il freddo aveva fatto capolino prima del tempo. Autunno precoce, l’estate più breve della sua vita. Un segno del destino, forse, svelato dalle parole enigmatiche che le avevano ricordato il genio della lampada di Aladino.

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