venerdì 11 giugno 2021

Alice: alla ricerca dell'identità perduta, tra amore, confusione e femminilità, un'autentica guru e icona (proto) femminista. Ma non ditelo a Lewis Carroll.

"Posso essere chiunque, questa è la mia libertà" (Vai al libro: clicca qui). La frase può suonare retorica ma, improvvisamente, ci troviamo in un momento di forti cambiamenti. Cambiamenti che sembrano travolgerci, mettendo in discussione tutta una serie di certezze (valori?), già vacillanti a partire dal Sessantotto. Forse, la pandemia ha messo in discussione il senso di sicurezza in cui ci siamo cullati e, in un certo senso, adagiati, complice il benessere e un periodo di pace che dura da anni, almeno per quanto riguarda i fronti occidentali. In tal senso, nell'impressione di confusione, nella ricerca, con "Alice nel labirinto" è stato anticipato un mood, insieme alla nuova stagione dei librogame. E nell'Alice alle prese con i primi fremiti erotici, con l'amore e la ricerca di sé che prosegue, ritroviamo la confusione di un momento storico travagliato.

 Nelle vicende di Alice troviamo una fitta rete di simbologie molto interessanti, unite dal comun denominatore del fatto che la ragazza vittoriana sia una ricercatrice. Nel suo incessante cadere, nei dialoghi con i personaggi che incontra e che assecondano un'idea odierna di fluidità, ella cerca di capirsi. Significativo come, a un certo punto, in "Attraverso le specchio" (1871) ella dimentichi totalmente se stessa. Il lettore vive questo momento con grande angoscia, mentre la bambina si muove sulla scacchiera ideata da quel geniastro di Lewis Carroll; il quale struttura il romanzo sul gioco degli scacchi, mentre nel primo episodio, il gioco era quello delle carte. 

Anche nel labirinto, Alice perde a un certo punto la consapevolezza di sé. A dire il vero il processo inizia nel momento in cui apre la porta, dopo aver azzeccato la risposta dell'indovinello posto da Drawde. E da lì, la confusione cresce, tra personaggi, scoperte improvvise e una zia anticonformista che, in realtà, fin dalle prime pagine è una sorta di catalizzatore per la nostra. "Alice nel labirinto", luogo metafisico di perdizione, deve affrontare una serie di prove rischiose, dovendo trovare una chiave e configurandosi come una sorta di eroina investita di un compito salvifico. 

"Alice è un personaggio che rispecchia parecchi e forse troppi lati del mio carattere, ma credo che sia uno dei personaggi che maggiormente rappresenti il ricercatore, colui/ colei che cercano risposte a quesiti che non so da ricercare al di fuori di noi stessi.
" (https://aliceundergroundworld.wordpress.com/2013/09/04/il-significato-di-alice-nel-paese-delle-meraviglie/).

Alice non si accontenta, né si uniforma agli schemi sociali, a partire dalle domande che si pone. La sua curiosità uccide davvero i gatti, accende il senso critico che oggi viene tacciato di un qualsivoglia "ismo". Nulla di nuovo: Galileo Galilei, ai tempi, fu processato e accusato di eresia, in quanto sovvertitore della filosofia naturale aristotelica... della serie mai mettere in discussione le fonti autorevoli! Correva il 22 giugno 1633... e Galileo, con il suo occhio puntato al cielo, fu considerato un eretico (come accade ad altri cercatori di verità).

Alice è un'eretica, in un certo senso. Deliziosa, curiosa, eversiva per quel suo non accontentarsi di quello che viene propinato. Fin dalle prime avventure si ribella e Lewis Carroll fa parodia di poemetti edificanti vigenti in epoca vittoriana. Nel labirinto troviamo il non sense, la confusione... i segni del nostro tempo, di questi ultimissimi anni pandemici. E un'Alice che attraverso la scoperta, vivendo l'amore e la sessualità, scopre quello che vuole. Ma lo scopre andando oltre quello che le è sempre stato propinato. 

Alice è ora più che mai il simbolo di una femminilità che sfugge alle convenzioni, cerca l'amore, cercando se stessa. E scopre che prima l'amore deve essere quello per noi, per poi amare. Chi, non importa, ma sempre uscendo dalla confusione e sapendo che in quella donna ci sono i semi di una identità consolidata con le fragilità, le esperienze. Una donna che conosce il proprio corpo, lo ama, lo libera ma lo rispetta, rispettando se stessa. Alice come simbolo di un reale femminismo che sfugge ai dettami e a un modo di essere maschile che permea troppe visioni muliebri. Ma la vera vittoria è essere se stessa in quando donna. E allora, la frase con cui ho iniziato questo articolo suona come meno retorica. Anzi...

E la libertà, in tutto questo? Tema centrale, immenso, archetipico. Mi fermo qui, per ora. 

(Foto sopra: Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/prawny-162579/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1794705">Prawny</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1794705">Pixabay</a>)

Citazione da: https://aliceundergroundworld.wordpress.com/2013/09/04/il-significato-di-alice-nel-paese-delle-meraviglie/

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