Una risposta in tal senso è arrivata sabato 3 giugno con "Parole e canti in allegria", a cura dell'Associazione Culturale Artinsieme. In scena al CARC di Finale Emilia sono andati testi, in dialetto e in italiano, espressione del comico che mette alla berlina i difetti umani, insegnandoci a non prenderci sul serio. Quelli che oggi... guai a dirli e a come dirli!
Testi audaci, con riferimenti erotici o corporali; piccoli scorci umani che non si prendono sul serio. Il dialetto si presta a raccontare ciò che in lingua italiana risulterebbe volgare; rende accettabile situazioni che, raccontate in altro modo, farebbero storcere il naso.
Al CARC sono andate in scena "parole audaci", come i titoli carichi di allusioni, quali "La banana", "L'uccello", alternati ai brani eseguiti dal Coro degli Alpini CIMA 11, diretti da Giulio Aleotti.
L'omaggio al popolo romagnolo, vittima dell'alluvione dello scorso 16 maggio, è diventata espressione di vicinanza con una "Romagna mia" eseguita dal coro, con il cuore in mano. Altri brani si sono alternati alle letture, che hanno strappato grasse risate al pubblico.
Sala gremita, alleggerita dal comico che ha accompagnato tutti per circa due ore. Nessun imbarazzo: il genere diventa il veicolo per rappresentare i difetti umani, anche le trivialità, che ci costringono a vederci con gli occhi della fallibilità. E anche Roberta De Tomi ha contribuito con due poesie inedite, prima di tornare alla narrativa.
Di giorno leone… (il bullo)
Si erge sul piedistallo
come se cavalcasse un cavallo
di aspetto sempre regale
si adorna ogni dì con il sodale
con cui sfotte il povero sfigato
che sembra commettere un reato
solo per il fatto di respirare
e le persone saper troppo amare.
Ed eccolo lì, a far lo sgambetto
mentre ride il maledetto
fa cadere il povero tapino
che perde pure il soldino
che il bullo veloce ruba
sperando di fare un viaggio a Cuba
senza papà e mamma elemosinare
per fuggire nel paradiso del mare!
Lo sfigato piano piano si alza
mentre la giustizia avanza
di chi presto arriva e lo protegge
mentre il sodale il gioco più non regge
del bullo che ora la testa abbassa
e la punizione tutta ben incassa
finché smette di ruggire il leone
rivelando solo il gran c******e!
Ciccia Pasticcia
Faceva casino ogni giorno
metteva il gatto nel forno
la torta nella cuccia
la banana senza buccia
e poi il sale nel caffè
dimenticando lo zucchero del tè.
Ciccia Pasticcia non ce la può fare
ma nessuno a lei può far male
perché la torta prima o dopo
le finisce in faccia e senza scopo!
Una lezione a non prendersi sul serio... siamo umani, that's all, Folk!
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