Un military thriller capace di entrare dentro alle dinamiche umane, mettendone in risalto la complessità.
Una bella e avvincente prova per Livio Ciancarella: ecco la recensione.
La trama: "Intrigo in Afghanista"
L’azione di un eroe in divisa del nostro contingente, nello stile military thriller, in una terra aspra dove i Talebani non sono gli unici nemici. I trafficanti e la routine, gli scontri a fuoco, le violenze e le ipocrisie di ambo le parti, ma chi è il vero responsabile sangue versato?
Una fotografia realistica e senza filtri del nostro ruolo in Asia centrale, dove i destini degli uomini sono accomunati in entrambi gli schieramenti nella lotta all’arbitrio e alla tirannia.
La recensione
Il colonnello Lorenzo Piccini è operativo in Afghanistan nel contingente italiano. La storia lo vede protagonista di un’impresa rischiosa, mentre parallelamente la vicenda di un giovane afgano si snoda tra crisi identitarie, etiche e personali, quando viene costretto con il ricatto a partecipare a un’azione terroristica.
Sullo sfondo di un Afghanistan perennemente a fuoco, fatto di polvere ed esplosioni, povertà materiale e culturale, il romanzo di Livio Ciancarella cerca di disaminare non solo i dettagli della vita militare in missione in quei luoghi, ma anche le contraddizioni profonde che spaccano in due quella terra, generando terrore, violenza e miseria. Il ruolo del contingente italiano viene descritto senza l’enfasi di chi vuole dipingere un quadro di soli eroi, perché le meschinità esistono in ogni frangente e colpiscono ogni nazionalità, ma dà una visuale concreta di come le nostre truppe vivono in territori di guerra e dei loro atti di valore, sia militare che umano nei confronti della popolazione.
Ciò che rende il libro di Ciancarella speciale, a mio modo di vedere, è l’intreccio della vicenda che Piccini vive in prima persona con le storie degli abitanti del luogo, che altri chiamerebbero genericamente ‘i cattivi’ senza però calcolare, come invece ha fatto l’autore, che la popolazione afgana è cosa diversa dal terrorismo e dal regime talebano. Le vicende di tutti si incontreranno e intrecceranno in modo tragico, lasciando dei sospesi emotivi nel cuore del lettore insieme a mille domande su cosa è davvero giusto fare oppure no.
La narrazione genera empatia verso tutti i personaggi del libro in modo semplice e naturale. Essi brillano di luce propria grazie alla penna dell’autore che non trascura dettagli umani, oltre che culturali. Infatti Ciancarella dimostra una preparazione sopra la media riguardo la cultura asiatica, mettendo al servizio del lettore la sua esperienza pluriennale in quelle zone per farci sentire parte della storia e comprendere un po’ di più terre e vicende a noi solitamente aliene, per noi forse troppo lontane perché ci tocchino davvero.
La scrittura è profonda nella sua semplicità e denota una preparazione letteraria a cui ci aveva già abituati con l’opera precedente ("Sotto un cielo senza confini", Ibiskos Ulivieri, 2016)
Un romanzo, in sintesi, che merita una lettura attenta ai dettagli e che non si soffermi solo sulla trama in sé, perché di quesiti e interrogativi ne pone molti, e non di poco conto, su di noi e sul significato che hanno le nostre prese di posizione, oltre a mostrarci come in una fotografia le dinamiche di conflitti che, di ideologico, sembrano avere ben poco.
L’autore: Livio Ciancarella
Ex militare operativo, ha pubblicato “Sotto un cielo senza confini” (2016) (vincitore del I premio San Domenichino) e “Cormons e Brazzano 1917-1918” (2018)
Scheda del libro
"Intrigo in Afghanistan"
di Livio Ciancarella
Casa Editrice: Gaspari Editore
Genere: military thriller/narrativa contemporanea
Lunghezza: 239 pagine (cartaceo)
Prezzo: Euro 17,50
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