
Cara Mela,
era il 2 marzo 2011. Non chiedermi le ragioni per cui l'ho fatto.
E no, non è la prima volta. Ora lo sai. Aspetta, non giudicarmi. Ascoltami.
Quella grande città, quelle serate sui Navigli, a sorridere al riflesso di un Negroni rovesciato.
E' un appuntamento in punta di tacchi. Fermata "Repubblica", no, ma cosa pensi? Mastico politica come un cammello disidratato.
Però mi sento figa, nello sciame democraticamente multietnico che si riversa sui binari, nell'attesa dell'ultima metro. Che non è mai l'ultima.
Quel treno mi ha portato via. In quel posto, nella perdizione.