lunedì 31 luglio 2017

Papà Gambalunga: un benefattore alla corte di Cenerentola

Immaginate di essere una ragazzina orfana di papà e mamma, povera, ma brillante e con in testa un mondo di sogni. Un giorno arriva un benefattore che decide di pagarvi gli studi a patto che voi diventiate una scrittrice. A questo punto, immagino una fila chilometrica di aspiranti autori - mettetevi in coda! - se non fosse che siamo in un romanzo, ovvero Papà Gambalunga (edizioni varie). Un bel lavoro di Jean Webster che ci riporta al filone della Cenerentola emancipata. La vita per questa Cenerentola non è certo facile: ce lo insegna fin da subito Jerusha "Judy" Abbott.


Jean Webster
L'autrice non fu delle più note, e morì prematuramente in seguito alle complicazioni di un parto. Alice Jean Chandler Webster (1876-1916) vantò però una parentela importante, in quanto la madre era nipote di Mark Twain. Papà Gambalunga uscì nel 1912, pochi anni prima della morte di Webster. Fu oggetto di una trasposizione cinematografica per la regia di Jean Negulesco nel 1955.
Nel 1991 uscì una seria animata nipponica ed è quella che ai tempi mi permise di conoscere le vicende di Jerusha 'Judy' Abbott. Che poi, la prima volta che l'ho vista, pensavo fosse una Pippi Calzelunghe più grande... insomma, ai tempi andavano di moda le due trecce separate dalla riga centrale! Ma non mi perdo troppo...

Lungi dall'essere completamente fedele al romanzo, il cartone animato ne ha saputo ricalcare lo spirito. A parte qualche variazione e alcuni ampliamenti, ha avuto il merito di far conoscere a diverse generazioni un'opera per ragazzi, poco nota al pubblico di lettori cresciuti con classici come Peter Pan o Il giardino segreto.

Papà Gambalunga è un romanzo epistolare narrato in prima persona, secondo il punto di vista di Jerusha "Judy" Abbott. Si svolge negli anni di formazione della ragazza, che viene presa sotto l'ala protettrice di un misterioso benefattore, avvezzo solitamente a sostenere gli studi di giovani di sesso maschile. Ma per Judy c'è un'eccezione; il talento per la scrittura lo convince a investire su di lei. Il tutto a patto che l'identità dell'uomo resti nell'anonimato. Per la protagonista del romanzo è sicuramente difficile accettare questa clausola e non perché la curiosità "è donna"; ma per fortuna la fantasia verrà in suo aiuto quando, nel tentativo di raggiungere l'uomo, in uscita dall'istituto che la ospita, scorge sul muro l'ombra proiettata della figura che, da quel momento, si chiamerà Papà Gambalunga.

E veniamo al personaggio di Judy, che incarna un modello cui tanti cartoni animati giapponesi si sono ispirati. La giovane aspirante scrittrice è determinata, forte, ma allo stesso tempo, non cela la fragilità legata alla solitudine dell'orfana. Vive ogni momento con curiosità, passione e desiderio di realizzarsi; a tratti è ribelle, ma anche di un'ingenuità disarmante. In lei ci sono, insomma, le aspirazioni delle giovani donne di un'epoca di forti trasformazioni sociali (siamo negli Usa, all'inizio del Novecento, le Suffragette sono attivissime, la Prima Guerra Mondiale è prossima) che, tuttavia, non stravolgono completamente l'idea di una realizzazione attraverso un buon matrimonio (che non guasta). A differenza degli anni precedenti, si respira un'aria densa di opportunità, grazie alla possibilità da parte delle classi meno abbienti di effettuare la propria scalata nella società per meriti individuali.    

La Judy della serie animata assomiglia
vagamente  a Pippi Calzelunghe, non notate?
Papà Gambalunga raccoglie le tensioni di un'epoca, mettendo al centro una protagonista femminile che incarna le tendenze storiche; ma resta il sottofondo della fiaba di Cenerentola. Una Cenerentola che rinuncia alla scarpetta di cristallo in quanto non cerca per forza il principe che le consente di fare il salto di qualità. In questo caso, il benefattore, un po' padre, un po' principe, deve fare i conti con il temperamento forte e indipendente di una fanciulla che accetta di essere salvata a patto, in un certo senso, di poter salvare.

Il romanzo di Webster, con la sua scrittura un po' ingenua e a tratti datata, ma scorrevole e vivace, è un piccolo gioiello, nonché il racconto di un'epoca. Difficile non amare quella testarda e talentuosa donna-bambina che è Jerusha. Difficile non sognare, seguendo l'onda di quel mistero che è Papà Gambalunga. E in fondo... qualche aspirante scrittrice, sogna un benefattore o un mecenate che le possa permettere di studiare per realizzare un sogno. (Vale anche al maschile!)

PS: No, non coglierò il pretesto di questo articolo per lanciare un appello a un papabile benefattore che possa permettermi di lasciare il lavoro per dedicarmi alla carriera di narrativa :-D! Però se qualcuno volesse...
Ok, ok,  la smetto, leggete il romanzo, è adatto anche ai più grandi! 



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