domenica 26 gennaio 2020

INTERVISTA - "Cacche per posta": il bell'esordio di Flavia Moretti nella narrativa per ragazzi

Flavia Moretti, scrittrice e
sceneggiatrice televisiva:
tenetela d'occhio!
"Cacche per posta" (il Castoro): il titolo potrebbe suscitare reazioni contrastanti, ma l'autrice, Flavia Moretti, è una giovane penna piena di talento e idee che ha saputo raccontare una bella storia per ragazzi. Artisticamente nasce a teatro, salvo poi crescere come autrice all'interno di Bottega Finzioni, la scuola di scrittura attiva in quel di Bologna da dieci anni. "Cacche per posta" è l'opera prima di Flavia, vincitrice del Castoro 25, un concorso per autori esordienti che la Casa Editrice il Castoro ha indetto nel 2018 per i suoi 25 anni di attività. Conosciamo Flavia e la sua prima fatica letteraria.




L'opera prima di Flavia: un titolo
che sorprende!
Ciao Flavia, benvenuta su La penna sognante! Ci vuoi raccontare qualcosa di te? Il tuo background, la tua formazione, le tue passioni, il tuo rapporto con la scrittura (e con l’arte)?
Cara Roberta, innanzitutto grazie per aver pensato di dedicarmi uno spazio sul tuo blog. Ti racconto qualcosa di me. Ho iniziato ad acquisire strumenti per scrivere professionalmente nel 2017 a Bottega Finzioni. Ho sempre scritto canzoni, testi teatrali, piccoli racconti ma non avevo realizzato che la scrittura fosse la strada che avrei scelto per me. Ho un diploma triennale in recitazione e regia, ma per l’amore che ho sia per gli attori che per le parole, va detto che non sono mai stata né mai sarò un’attrice. A ognuno il suo. Però per cinque anni ho condotto laboratori di teatro nelle scuole e mi sono divertita molto e con me anche i ragazzi. Io mi divertivo soprattutto a scrivere i copioni. E poi è arrivata Bottega. Invece prima ancora del teatro, quando ero giovanissima, mi sono laureata in antropologia culturale.
La scrittura è un lavoro di artigianato. Le idee, la struttura, lo stile, la lingua, il tono, il ritmo, le parole, sono la maggior parte degli strumenti a disposizione. Più scrivi, più impari a scrivere. Il mio rapporto sulla scrittura si fonda su questa idea. Quindi, siamo all’inizio di una relazione entusiasmante e spero stabile nel tempo. 😊

Arriviamo a “Cacche per posta”: comè nata l'idea?
L’idea è nata da un desiderio di vendetta. Ho pensato: “Pensa che faccia farebbe tal dei tali dopo aver scoperto di aver ricevuto in regalo…una cacca.” Curiosando su internet ho scoperto che esiste più di un servizio che offre questa possibilità. Posso garantirti che alla fine non ne ho usufruito. La mia mente però si è messa in moto. Incredibile, esistono davvero persone che hanno inventato un business su una cosa del genere. Chi può davvero volere spedire una cacca, perché e soprattutto cosa cambia dopo? Spedire una cacca, che per me è metafora di altrettante azioni semplicistiche e inefficaci, è una soluzione a un problema o vale la pena sforzarsi per andare verso soluzioni più costruttive, come la comunicazione, la scoperta dell’altro, la capacità di mettersi in discussione e andare oltre il proprio naso? Queste sono le domande che si pongono i protagonisti di Cacche per posta.

Ma soprattutto “Cacche per posta” è un libro che nasce all’interno di un percorso scolastico presso Bottega Finzioni. Come si è articolata la genesi narrativa? Con quali strumenti acquisiti, quali indicazioni dai docenti esperti?
La prima sinossi e i primi due capitoli li ho scritti come esercitazioni durante il percorso di Produzioni audiovisive e multimediali per bambini e ragazzi. Nello specifico per il corso di scrittura del romanzo tenuto da Manuela Salvi. Lei mi ha insegnato tanto, mi ha dato degli strumenti concreti che ho cercato di applicare al meglio e che tengo sempre presenti quando lavoro a qualcosa.
Tutto quello che ho imparato durante quell’anno di corso però, dalla storia della letteratura per l’infanzia alla scrittura per l’audiovisivo, è stato fondamentale durante la scrittura e so che ha arricchito molto il mio lavoro.

Si tratta del tuo primo lavoro edito, giusto?
Giusto. Con “Servizio Cacche per posta” ho avuto la fortuna di vincere il concorso Castoro 25, un concorso per autori esordienti che la Casa Editrice il Castoro ha indetto per i suoi 25 anni di attività nel 2018. Poi il libro è stato pubblicato a Maggio 2019.

Chi sono i protagonisti? Sono ispirati a qualcuno in particolare (persona reale, personaggi, eroi etc…)? O nascono da altri stimoli?
Il protagonista è Teo, un ragazzino di undici anni un po' arrabbiato, che non crede abbastanza in sé stesso. Ha una madre molto apprensiva e un padre distratto e infantile. Teo è in silenzio da più di tre mesi. Quando però trova un cucciolo di cane ferito, lo prende con sé e pur di tenerlo riprende a parlare. Certo, chi tortura i cani andrebbe punito… e forse anche molti altri. Così Teo si inventa Cacche per posta. E trova una complice in una nuova amica con i capelli blu, Matilda. Coetanea di Teo, è curiosa, intelligente e propositiva. Ha un segreto, il grande vuoto di qualcuno che non c’è più. Da tre anni fa lo sciopero delle lacrime. Poi ci sono i fratelli Putini, due ragazzini di dodici e tredici anni tendenti ai piccoli furti e appunto alle torture di poveri animali. Vivono con la madre, anche loro hanno un segreto. Il papà è in carcere e gli è proibito vederlo.
Non sono ispirati a nessuno in particolare. Ho provato a immaginare e costruire dei personaggi che pur mantenendosi leggeri, ironici e un po' buffi, avessero dei nodi importanti e profondi da sciogliere. E che potessero riuscire in questa impresa mettendo in discussione le apparenze e stando e in ascolto, anche di sé stessi, senza giudizi o pregiudizi .

Flavia Moretti, in scena
Di cacche ce n’è di tutti i tipi, per un servizio… completo! A parte questo, vengono commisurate in base al tipo di ingiustizia da riparare. Quali sono, ma soprattutto, come vengono… confezionate e spedite?
In scatole accuratamente impacchettate e decorate con fiocchetti e brillantini perché sembrino attraenti confezioni di pasticceria. I formati sono tre. Cookies per piccole ingiustizie, Muffin per ingiustizie medie e Cake Valanga per grandissime ingiustizie 😊.

E proprio la giustizia è il tema centrale del libro: come far capire ai più piccoli cosa è giusto e cosa no, sarà il problema anche dei nostri giustizieri, vero? E a livello operativo che cosa comporta per i nostri protagonisti?
Teo e Matilda creano il “Servizio Cacche per posta” convinti di poter diventare paladini della giustizia e vendicare chiunque subisca un torto. Il servizio funziona molto bene perché in giro c’è un sacco di gente arrabbiata che desidera vendicarsi. Teo e Matilda iniziano entusiasti ma andando avanti si rendono conto che qualcosa non va, che spesso le cose non sono quelle che sembrano, che ogni persona è un mondo che non conoscono. Soprattutto si rendono conto che il servizio Cacche per posta, che comporta un’azione d’impatto certo, ma tutto sommato semplice, rozza e in qualche modo violenta, non è efficace. E che invece la comunicazione, la convivialità e la scoperta dell’altro, quando possibili, possono essere un buon punto di partenza per un cambiamento.

La cacca non è un argomento facile da trattare: tu come l’hai affrontato? Con quali timori iniziali e poi con quali acquisizioni?
È un titolo particolare, di fronte al quale qualcuno può sorridere, qualcuno storcere il naso, qualcun altro magari inorridire. Quando ho capito che arco avrebbe fatto il protagonista mi sono detta che la cacca poteva essere lo strumento giusto, funzionale e metaforico. Un buon punto di partenza per poi andare da tutta altra parte. E così è. Il libro non parla di cacca, ma di due preadolescenti che prendono consapevolezza di quanto stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato sia un compito difficile e ingrato. Della scoperta che le cose non sono mai quello che sembrano e che rendere il mondo meno ingiusto forse è possibile, ma di certo non a colpi di Cake Valanga.

Dal punto di vista dello stile e della lingua, come hai lavorato? Quali difficoltà maggiori hai riscontrato quali opportunità e aspetti positivi?
Ho lavorato molto sul ritmo, sulla sorpresa e sulla comicità, ho cercato di tagliare ogni parola non necessaria. Dalla mia parte avevo tutti i preziosi strumenti di cui parlavamo prima, hanno fatto davvero la differenza. E poi mi sono confrontata per la prima volta con una editor, Maria Chiara Bettazzi del Castoro che mi ha aiutato con la sua grande esperienza a mettere a fuoco le debolezze e i punti di forza.
Per quanto riguarda le difficoltà, ci sono state e credo ci saranno sempre. I momenti di scoraggiamento, di messa in discussione del lavoro, la sensazione di vuoto creativo, sono sempre opportunità, sfide e spunti da cui attingere.

Tu vieni dal teatro: quanto ti ha aiutato e ispirato?
Dal punto di vista tecnico tanto. Mi ha insegnato cose fondamentali tra cui l’essenzialità e l’importanza del ritmo. Una buona entrata e una buona uscita possono avere lo stesso effetto di un incipit e una chiusura ben costruiti.
Credo che un buon testo sia anche, in parte, una partitura ritmica. Più è orecchiabile più funziona. Il teatro allena anche questo tipo di orecchio.

Richard Scarry, tra gli autori di riferimento
di Flavia Moretti
C’è stato qualche autore e autrice che ti hanno ispirata particolarmente per questo libro?
Guus Kuijer ha cambiato il mio modo di pensare allo scrivere per bambini. In "Mio padre è un PPP" l’autore racconta di un padre senzatetto e tossicodipendente con una leggerezza, un’immediatezza, un’ironia e una sensibilità commuoventi. Ho letto tutta la saga di Polleke, che è il nome della protagonista, qualche mese prima di iniziare a scrivere. Credo abbia fatto proprio bene a me e alla mia scrittura.

E in generale chi sono i tuoi autori/autrici, artisti/artiste di riferimento? Le tue opere preferite? Quello che ami e che stimola la creatività?
Credo che l’attualità sia fondamentale nella letteratura, soprattutto in quella per ragazzi. Perciò la maggior parte degli stimoli vengono da lì. Siamo circondati da cose incredibili, sia in senso positivo che negativo.
Rispetto alle autrici,autori o artisti di riferimento, ci sarebbe un elenco molto lungo. Di certo ho avuto insegnanti importanti che sono anche autori e che tengo ben presenti come punti di riferimento: Janna Carioli, Luisa Mattia, Mario Bellina e la già citata Manuela Salvi. Poi ci sono gli autori del cuore come Roal Dahl e Richard Scarry.
Le ultime tre belle letture sono state: "Il paese delle pazze risate" di Jonathan Carroll, "I tacchini non ringraziano" di Andrea Camilleri e il primo "Petrademone" di Manlio Castagna

Che cosa rappresenta per te “Cacche per posta”?
Il mio primo libro. Picchi di felicità. Un inizio fortunato con una casa editrice meravigliosa. Una grande soddisfazione. Un grazie alla mia famiglia, al mio amore e anche al mio cane per avere sempre creduto in me.

Obiettivi per il futuro? Progetti e sogni da far uscire dal cassetto? (Se si può dire!)
Lavoro come tutor a Bottega Finzioni, mi occupo dei corsi di Mario Bellina e Luisa Mattia, per me è una ulteriore opportunità di imparare. Ho iniziato a collaborare come sceneggiatrice con un’agenzia di animazione e sto lavorando a nuovi progetti in cui credo molto ma di cui è ancora presto per parlare.

Grazie ancora per questa intervista. È stata piacevole come prendere un buon caffè.
Scheda tecnica del libro
"Cacche per posta"
di Flavia Moretti
Genere: Narrativa per ragazzi
Casa Editrice: il Castoro
Collana: Il Castoro per bambini
Anno di uscita: 2019

Sito Il Castoro: clicca qui

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