mercoledì 20 maggio 2020

20 Maggio 2012-2020: ricordando il sisma

Credevo fosse un sorriso. Invece è una crepa. I sorrisi sono arrivati dopo, ma con quale fatica?
Ore 4.03. Un boato si alza, credo di avere un mostro sotto il letto e invece è un drago che non si può sconfiggere.
"Corriamo fuori".




No, non si corre fuori, tutti sotto i muri portanti. Se reggono.
Sì, corriamo fuori, mentre la casa è come una donna morsa dalla tarantola. La nostra casa è una donna con il ventre ferito. La guardiamo agitarsi in preda a dolori che ci stringono il cuore.
Passa la mattina, una telefonata arriva e poco dopo un'altra scossa. Potente.
Restiamo fuori.
Gli allarmi scattano.
C'è umidità.
Prendi la coperta.
Da dove viene tutto questo?
Entro in casa.
Sei pazzo?
Ci sono notizie?
Sì, arrivano con i crolli.
State fuori dalle vostre case.
Aspettiamo le ordinanze del Sindaco, mentre il mondo crolla.
Balliamo con il mondo.
Abbracciamo i bambini sul dondolo.
Abbraccio i bimbi e mi chiedo se ci sarà un futuro.
Aspettiamo: possiamo rientrare?
A mezzogiorno.
Il cielo è coperto, piove.
Stanotte dormiremo nel soggiorno, al pianoterra.
Abbiamo tutti paura: il nemico invisibile prende, arriva e distrugge quando meno te lo aspetti.
20 Maggio 2012.
Il muretto sorride. No, è una crepa.
Sono passati otto anni. E le crepe ci sono ancora.

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