mercoledì 2 dicembre 2020

PICCOLO PRONTUARIO DI SCRITTURA CREATIVA - Questioni di stile: emozionando, esempi ed esercizi

Raccontami un'emozione. A volte, quando scrivi, sei così presa dalla costruzione della trama e dalla parola perfetta che dimentichi "l'altra metà del cielo". Mi riferisco a ciò che rende un testo creativo a pieno titolo: l'emozione. Non mancano autori e autrici che hanno privilegiato la magistralità della parola, ma poi l'emozione ne è stata una conseguenza. Penso a Thomas Mann, scrittore metodico per definizione dai romanzi perfetti nei meccanismi. Ma torno a noi, che Thomas Mann lo guardiamo dall'alto della sua "Montagna Incantata", arriviamo alle emozioni. Come tirarle fuori? Ecco un'altra piccola lezione con esercizi.

Abbiamo un piccolo racconto pronto. Ne abbiamo curato ogni aspetto, prestando attenzione al fatto che ogni filo vada al suo posto. I personaggi sono definiti? I dialoghi (un altro tallone d'Achille)? Dove abbiamo deciso di ambientarlo? In quale epoca? Torneremo sugli argomenti, ma oggi parliamo di emozioni.

Facciamoci alcune domande. 
Come esprimere un'emozione? Che cosa posso trasmettere? Come lo voglio trasmettere? Indubbiamente, le scelte tecniche e stilistiche hanno la loro preponderanza nella trasmissione delle emozioni. Scrivere un testo caratterizzato da periodi brevi e da numerosi incisi farà un altro effetto rispetto a un testo caratterizzato da periodi lunghi. Usare un termine piuttosto che un altro fa la differenza e la stessa cosa vale per il registro. 

A questo punto, prendiamo alcuni libri, apriamoli e leggiamo un brano. Del brano proviamo a chiederci: che cosa ci ha trasmesso? Come?
 
Esempi

1) Brano tratto da "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista

Mi sento a disagio. 
Mi manca la timida discrezione di Nicole.
Ho fatto male a portare qua Benedetta. 
Me ne devo andare. 
Per la prima volta da quando vengo a questo appuntamento settimanale mi sento fuori posto.
Mi sento un traditore. 
Questa non è nemmeno la tua vita.
Mi sento colpevole.
Ma ormai si deve andare avanti.
Rompo il mio silenzio. Mi alzo in piedi.
Il suono delle gambe della sedia che scivolano sulle piastrelle del pavimento.

Considerazioni: Il testo presenta periodi brevi che scandiscono i pensieri del personaggio. Già capiamo che cosa potrebbe essere successo e che lo stato d'animo in evidenza è il senso di colpa. 

2) Incipit di "Moby Dick" di Hermann Helville
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.

Considerazioni: Qui si racconta la genesi di una scelta. Lo stato d'animo viene associato a un mese specifico. Lo stato d'animo prevalente è alquanto uggioso e il nostro personaggio trova la strategia per sconfiggere tale propensione. NB: le frasi sono decisamente più lunghe del precedente e anche qui troviamo una narrazione in prima persona.

3) Incipit "Lolita" di Vladimir Nabokov
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate.
Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata. Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.

Considerazioni: In questo incipit sembra racchiudersi il succo della storia, a partire dalla scansione del nome di Lolita. La lingua diventa un gioco ma anche un elemento evocatore su cui il narratore in prima persona si arrovella. 

Compito: annotate le sensazioni e le percezioni
Dati i testi e alcune considerazioni, ora tocca a voi: annotate quello che provate, che cosa vi suscitano, cosa emerge e quali emozioni e sentimenti. Notate anche il linguaggio, il costrutto dei periodi. Come sono evocate le emozioni?

Esercizio
Prendete i tre testi e provate a scriverli immaginando che il personaggio provi sentimenti diversi. Es. per l'1, il personaggio anziché avere sensi di colpa, se ne frega. Per il 2, l'umore di "novembre" diventa di maggio. Per il 3: L'amore diventa romantico e non passionale.

Info e feedback
Se volete condividere i vostri esercizi, potete scrivermi a lapennasognante@gmail.com o commentare sotto il post pubblicato sulla pagina FB del La penna sognante. 

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