No, non sono solo dolori. C'è qualcosa, fuori posto. C'è qualcosa che mi racconta il referto citologico.
Endometriosi.
Allora era il ciclo, ma non era solo il ciclo. Solo che nessuno sapeva, finché non è cresciuto il dolore.
Un intervento, deciso al volo, dopo un'ecografica transvaginale. Deve essere una ciste, sull'ovaio sinistro si vede. Ed è grande, non ricordo quanto, tanto da dover intervenire subito o quasi.
Seguo il solito percorso, l'intervento è in laparoscopia: tre buchetti a formare un triangolo, nel basso ventre. Mi resteranno per anni. Un ricordino, insomma, per qualcosa che non si dimentica tanto facilmente.
Il dolore. Quello resta.
L'attenzione alla salute: quando sei giovane e fai le cinque per la disco, non ci pensi. Oppure quando affoghi tutto negli impegni post-laurea, tra stage, tirocini e ossa da lucidare per una carriera.
Ma il dolore lascia la sua traccia.
Ho conosciuto altre donne, poi. Storie diverse, stessa patologia.
Diagnosi pervenute diversamente, percorsi di vita antitetici. Ma i dolori... il ventre gonfio... e la stessa frase, ripetuta da donne, medici e altri.
"Dai che è il ciclo!".
Se non fosse che poi rischi l'infertilità. Se non fosse che l'endometrio scappa dalla sua sede abituale e se ne va a spasso, localizzandosi di solito sulle pelvi. Potrebbe diventare un nuovo personaggio di "Esplorando il corpo umano", insomma. Un personaggio pericoloso, però!
I dati e la prevenzione
In Italia, tre milioni di donne sono affette dall'endometriosi. Una donna su 10 soffre di questa malattia invisibile che è causa di infertilità. Passi avanti sono stati fatti con la messa a punto di marker capaci di diagnosticare la malattia allo stadio iniziale, considerando che l'endometriosi è sempre stata riconosciuta dopo una decina di anni (la media ufficiale è 8-9 anni). Questo perché, in quanto connessa al e confusa nel ciclo, è difficilmente diagnosticabile.
Al momento non esistono cure definitive; l'endometriosi viene contenuta attraverso cure ormonali, integratori e accorgimenti alimentari mirati.
La prevenzione resta l'arma vincente, a partire dalla consapevolezza di questa patologia di cui, finalmente si sta parlando. E parliamone, prendiamo contatti con chi si occupa della malattia.
Vai al video sul canale di Marco Casolino: clicca qui
Tra un fiore colto e uno donato... giallo
Giallo è il colore scelto per il mese dedicato all'endometriosi.
Giallo è il colore scelto per il mese dedicato all'endometriosi.
Giallo, come il sole che ci illumina ogni giorno.
Giallo, per fare luce sull'endometriosi.
Giallo come la giunchiglie, il fiore simbolo della città di Berlino, che indica felicità.
Spesso confusa con il narciso, si distingue da esso perché completamente gialla.
Alcune giunchiglie sono sbocciate nel mio giardino. Sembrano piccole stelle di marzo. Piccole stelle delicate che spiccano nel verde e portano luce.
Per questo sono i miei fiori preferiti del momento: il mio dono in questo mese della consapevolezza dell'endometriosi.
Giallo, per fare luce sull'endometriosi.
Giallo come la giunchiglie, il fiore simbolo della città di Berlino, che indica felicità.
Spesso confusa con il narciso, si distingue da esso perché completamente gialla.
Alcune giunchiglie sono sbocciate nel mio giardino. Sembrano piccole stelle di marzo. Piccole stelle delicate che spiccano nel verde e portano luce.
Per questo sono i miei fiori preferiti del momento: il mio dono in questo mese della consapevolezza dell'endometriosi.
L'endometriosi è una malattia insidiosa, tremenda, orribile.
RispondiEliminaUna mia amica ne soffre, alla fine è arrivata ad adottare un bellissimo bambino perché purtroppo quel dannato problema le impedisce di avere figli.
Ora è felice, assume la pillola in modo continuativo e il dolore è un ricordo.
Speriamo che la ricerca faccia qualcosa di concreto per te, la mia amica e tutte le donne che devono sopportare questa piaga.
Baci.