"Cosmetica del nemico": la trama
Tutto comincia nella sala d'attesa di un aeroporto: un passeggero legge per ingannare il tempo, dopo l'annuncio del ritardo. Uno sconosciuto lo approccia con modi tanto invadenti quanto irritanti. Per il passeggero sarà l'inizio di un vero e proprio incubo...
La recensione
La morte, l'identità, il senso di colpa, il doppio, il passato che, ancora una volta, fornisce degli elementi utili alla costruzione di un vero e proprio giallo. I temi della "Cosmetica del nemico" toccano le corde più profonde, con la leggerezza disarmante che caratterizza la penna dell'autrice belga Amélie Nothomb. Un'autrice che sa sempre sorprenderci per la capacità di invenzione, la costruzione di trame semplici raccontate con un'abilità narrativa che è sua cifra stilistica.
Il dialogo è lo strumento utilizzato con maestria - va detto - costruendo una vera e propria situazione teatrale, in cui si realizzano le classiche unità aristoteliche di luogo, tempo e azione; non è solo funzionale alla trama, ma è anche e soprattutto un graduale inabissarsi nei recessi di un Io che svela arcani passati, tra improvvise rivelazioni e meccanismi di negazione, questi ultimi connessi al senso di colpa.
La tensione cresce, senza inghippi, intrecciando momenti di riflessione in cui l'assurdo della vita sembra irrompere insieme a nevrosi più o meno latenti, spezzando le gambe gradualmente alle resistenze. L'impressione è quella di calarsi in un pozzo sempre più torbido, pescando in qualcosa che nessuno vorrebbe mai vedere. E lì ci accorgiamo chi è il vero nemico.
"La cosmetica, povero ignorante, è la scienza dell'ordine universale, la morale suprema che determina il mondo (...) Sarebbe stato anticosmetico piombarle addosso e rivelarle che era lei l'eletto." Poche parole, una rivelazione che racchiude tuttavia molti elementi enigmatici. Ma, soprattutto, la consapevolezza graduale che nel rimosso si palesa la condizione di un nemico che abbiamo dentro. Il nemico che neghiamo ma che ci segna, ci travaglia e ci può uccidere dentro, tra un hot dog, un cimitero e una cena d'affari.
Per concludere
"Cosmetica del nemico" è come un cutter affilato che ci taglia, facendo sanguinare ferite che avevamo dimenticato. Ferite che ci siamo in fondo auto-indotti, portando alla comprensione di un giallo tanto intricato quanto facile. La cosmetica è in fondo un mito fondante, una filosofia che non fa una piega.
L'autrice: Amélie Nothomb
Nata a Kobe, Giappone, nel 1967 da genitori diplomatici, oggi vive tra Bruxelles e Parigi.
Scrittrice di culto non solo in Francia – dove ha esordito nel 1992 con "Igiene dell’assassino", il romanzo che l’ha subito imposta – pubblica un libro l’anno, scalando a ogni uscita le classifiche di vendita.
Innumerevoli gli adattamenti cinematografici e teatrali ispirati ai suoi romanzi e i premi letterari vinti, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per "Né di Eva né di Adamo", e due volte il Prix du Jury Jean Giono per "Le Catilinarie" e "Causa di forza maggiore".
"Sete", uscito in Francia nel 2019, è arrivato secondo al Prix Goncourt dello stesso anno.
Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Voland.
http://www.amelienothomb.com/
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