Le Rune di Leif: la trama
Leif Gnupasson sogna di combattere a fianco ai suoi fratelli vichinghi, ma un giorno, durante una partita di hok, un corvo – che solo lui può vedere – sconvolge completamente le aspettative sul suo fato.
Questa è solo la prima di cinque visioni che si manifesteranno, negli anni successivi. Assieme a Þora, sua cugina, si reca dalla volva Gilla, a chiedere numi sulla sua visione. Con ella scoprirà di essere in un rapporto privilegiato con gli Æsir. Essi hanno altri piani per lui, in particolare, il Viandante, Óðinn.
Sono tante le vite che Leif vive e quelle che gli Dei scrivono sulla sua strada.
Viaggi di potere, di misticismo e di legami di sangue – e non – che lo faranno attraccare a terre sconosciute e gli faranno conoscere culture, tradizioni e lingue diverse, che parte da Leksivfalla, suo paese natale in Norvegia, per giungere infine a Costantinopoli.
Estratto
Avrebbe potuto limitarsi a sedere nel posto che le spettava alla tavola dello jarl, ma decise, mio malgrado, di parlare subito e davanti a tutti. «Grazie, Klint Gunnarson, ma non sono venuta per desinare a spese tue.» Se non fu considerata come un’aperta offesa verso chi offriva ospitalità era solo perché Gilla rivestiva un ruolo tale che quasi ogni azione le era concessa. Fosse stato un altro a dire quelle parole non sarebbe uscito vivo da quella stanza. «Sono venuta per rivendicare questo bambino perché possa servire gli Dei e sia mio discepolo.»
La recensione
Sono sempre stata affascinata dalle mitologie, dunque ho trovato questo libro dotato di quel quid in più che mi ha portato a immergermi nella lettura. E non sono rimasta delusa, in quanto ho trovato tutti gli elementi dell'epic fantasy, senza sbavature. Il viaggio, grande archetipo denso di implicazioni e che si inscrive all'interno della formazione di chi lo vive, in particolare del protagonista, si carica di una molteplicità di significati iniziatici che ci riportano direttamente alla vita. Simbolo e realtà si integrano nella narrazione che scorre come un fiume, sebbene sia il mare uno degli elementi in nuce.
Il clan, la famiglia sono altri aspetti centrali da cui scaturiscono le vicende, spesso cruente e inserite all'interno di una rete di usanze precise su cui l'autore non lesina. Il senso di appartenenza, i riti connessi che, letti dagli occhi di un lettore contemporaneo, potrebbero far sorridere. E poi, il destino che sembra un senso unico cui piegarsi; un'idea che il lettore di oggi, cresciuto con il mito del Self-Made Man, può vedere come frutto di un'ingenuità degli antichi, ma su cui può riflettere in merito alle dinamiche esistenziali. Se, infatti, da una parte troviamo il fatalismo dell'epica - che appartiene alle mitologie, complici le azioni degli dei sugli essere umani - dall'altra c'è la riscoperta della visione degli antichi. Il romanzo ci collega alle opere di grandi imprese che dall'Odissea arrivano all'Orlando furioso, pur con altri background e peculiarità. Si respirano anche le atmosfere delle saghe contemporanee che da George Martin a Terry Brooks, arrivando a Marion Zimmer Bradley, ci riportano all'ancestralità sepolta ma, in fondo, mai dimenticata.
Ricordare le nostre radici, attraverso la lettura delle rune. Ed è curioso che chi sa leggere le rune sia un uomo, laddove la facoltà si associa a figure femminili come Gilla. La facoltà è contestata anche dai parenti, proprio in ragione del fatto che per Leif è stato pensato un percorso differente. Ma gli dei decidono e questo, alla fine, dovrà essere accettato dal clan refrattario. Tuttavia Leif ha anche sangue guerriero e questo, insieme a un evento preciso (che non spoilero) darà il la alle sue avventure.
La scrittura è chiara, limpida. Carlo Cavazzuti è consapevole che i dettagli sono fondamentali alla comprensione delle gesta dei personaggi, così ricostruisce uno scenario credibile. L'ingranaggio narrativo si muove verso una resa precisa di eventi, senza lasciare nulla al caso. I toni sono quelli della narrativa epica, senza cadere nella trappola dell'altisonanza. C'è una dimensione terrena cui resta ben ancorato e in cui visioni e manifestazioni sacre si incastrano, senza creare effetti stucchevoli. La componente emotiva risalta meno di quella sacra e avventurosa, ma si resta affascinati da un mondo così lontano cui ci avviciniamo con curiosità.
Per concludere
"Le Rune di Leif" sono un'affascinante epopea epic-fantasy dense di mistero, magia e avventura, in linea con altre esperienze narrative note. L'autore si trova a suo agio in questa vicenda costruita, non per stupire, ma con l'amore del raccontare, atto ancestrale in cui immergersi e ritrovarsi, alla scoperta di antiche e sacre suggestioni.
L'autore: Carlo Cavazzuti
Nasce a Mirandola, in provincia di Modena, nel 1983. Si diploma come perito chimico industriale presso l’I.T.I.P. Enrico Fermi di Modena e di seguito si laurea in biologia ed ecologia marina presso l’università di Messina.
Dopo essersi dedicato per diverso tempo alla fotografia, ricevendo premi a livello nazionale e internazionale, si diploma come direttore della fotografia e montatore presso l’Accademia Nazionale del Cinema e, due anni dopo, consegue il master di primo livello “Autore per il cinema, web e TV”.
È inoltre maestro nazionale di scherma storica, direttore di gara e arbitro internazionale per la scherma storica, regionale per le discipline olimpiche, nonché delegato nazionale C.S.E.N. (Centro Sportivo Educativo Nazionale) per la scherma nella regione Emilia Romagna.
Tra il 2010 e il 2012 scrive e mette in scena, come regista della compagnia teatrale “U.N.F.”, da lui fondata, gli spettacoli “Operazione Hipparion”, “La bestiale storia di Viskovitz” e “Inferi s.p.a.”, sue prime avventure dietro i tasti letterati, premiate con buone critiche e affatto malvagi botteghini. Negli stessi anni, scrive i “Quaderni di combattimento”, una dispensa tecnica per i praticanti la scherma storica, pubblicata indipendentemente.
Tra il 2012 e il 2017 scrive diversi soggetti e sceneggiature per documentari e cortometraggi, alcuni premiati anche a livello internazionale come “50 ASA”, scritto a quattro mani con Amerigo Porcu, e “Majores Milites”.
Nel 2015 l’esordio in libreria con il saggio storico-schermistico “Gladiatoria”, una traduzione e analisi tecnica di un manuale per duellanti: Ms. Germ. Quart. 16, in lingua pregermanica della prima metà del 1400, edito da Gilgamesh Edizioni. Prima opera la mondo trattante il manoscritto tedesco ad essere pubblicata.
Ora fuori catalogo e ripubblicato indipendentemente in una versione ampliata e rivista in merito alle nuove scoperte oplologiche e tecniche, viene resa di nuovo disponibile nel marzo 2020, sui canali online di Amazon KDP, sia in versione digitale, sia cartacea; entrambe totalmente a colori e contenenti la copia anastatica dell’intero manoscritto.
Con “Jean”, suo romanzo d’esordio pubblicato nel gennaio 2019 con Apollo Edizioni, si classifica finalista al premio letterario nazionale “La Penna Perfetta” portandoci nella Francia e sui campi di guerra napoleonici. Nell’aprile 2020 pubblica con Lupi Editore “La ragazza della musica” già finalista al premio nazionale “Felix”, un libro al momento solo digitale, ma in una veste narrativa diversa dal solito, sotto forma di coloratissimo diario di una adolescente anaffettiva. .
Il suo inedito storico “Le rune di Leif” si classifica finalista al premio internazionale “Autori Italiani” mentre l’inedito noir “Una strana settimana” è finalista alla terza edizione del premio “Un giallo x 1000”.
A oggi affianca l’insegnamento e lo studio della scherma, tramite lezioni in sala, seminari e conferenze, con il suo lavoro video-fotografico e batte sui tasti per altri lavori filmici e teatrali, romanzi, articoli, reportage e recensioni per diversi blog, riviste cartacee e online e infine fornisce consulenza schermistica per diversi autori di narrativa e saggistica, nonché drammaturghi, sceneggiatori e registi, curando anche la preparazione tecnica degli attori.
Scheda tecnica del libro
Le Rune di Leif
di Carlo Cavazzuti
Genere: Epic Fantasy
Collana: Bifrost
Editore: Sága Edizioni
Prezzo: 16,99 €
Grazie mille per le splendide parole in merito alla mia ultima opera pubblicata.
RispondiEliminaCarlo Cavazzuti
Un piacere. La penna sognante.
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