mercoledì 13 aprile 2022

Intervista - "Annarella, la Ragazza dei Quartieri", di Rosanna Vespoli: il romanzo realistico di una Napoli in trasformazione, vista dagli occhi di tre generazioni

Storie individuali che s'intrecciano a quella di una grande città in cui la criminalità, in certi frangenti, detta tempi e ritmi imponendo la sua egida: "Annarella, la Ragazza dei Quartieri" (DAE) di Rosanna Vespoli, è un grande affresco in cui la vita assume un ruolo preponderante nella definizione della storia. Ecco cosa ci racconta l'autrice.  

"Annarella, la Ragazza dei Quartieri: la trama"
"Annarella, la Ragazza dei Quartieri" è un romanzo realistico, a sfondo sociale. Narra la storia di Annarella e della sua famiglia, attraverso tre generazioni. Sullo sfondo, Napoli e fatti storici, dalla fine della Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Annarella vive a I Quartieri, ed è figlia di un contrabbandiere di sigarette. La sua vita ordinaria, le sue gioie, i suoi drammi si intrecciano con l'evoluzione della Criminalità, dal contrabbando allo spaccio degli stupefacenti, ma i personaggi, nel bene e nel male, creano un legame di empatia con il lettore, perché tutti lottano per una vita migliore. Annarella, come altre donne della vicenda, è un personaggio positivo. Così pure, Loredana, sua figlia, che, nonostante, le sue disavventure, riuscirà a capovolgere il corso della sua vita. Dagli avvenimenti  emerge una forte denuncia sociale, che è trasversale a tutte le periferie degradate delle grandi città, da Milano a Parigi, passando per Bruxelles, ovvero tutti quei luoghi in cui i giovani, per mancanza di riferimenti e opportunità lavorative, possono più facilmente delinquere.  

L'intervista

Buongiorno Rosanna, benvenuta su La Penna Sognante. Ci racconti qualcosa di te? La tua formazione, il lavoro, le letture… la scrittura?
Io ho una formazione umanistica, Ho frequentato il liceo classico e sono laureata in Filosofia presso l'Università "Federico II" di Napoli. Poi ho insegnato Filosofia e Storia presso il Liceo classico della mia città. Sono appassionata della materia e seguo con interesse le vicende politiche e geopolitiche contemporanee.

“Annarella, la Ragazza dei Quartieri” è il tuo primo romanzo? Hai avuto altre esperienze di pubblicazione o di partecipazione a concorsi?
"Annarella, la Ragazza Dei Quartieri" è il mio primo romanzo e non ho partecipato ad alcun concorso, essenzialmente, perché sono pigra e non credo molto nei concorsi.      

Arriviamo al libro… come e quando nasce?
Il libro è nato durante il lockdown, quando mi sono ritrovata con il tablet in mano...  io stessa mi sono sentita coinvolta da questa storia, in maniera crescente, mano a mano che si dipanava. È stata anche per me una sorpresa la facilità nello scriverla, nel creare situazioni e personaggi

Chi è Annarella?
Annarella è la figlia di un contrabbandiere di sigarette. Vive felice e spensierata in un quartiere in cui conosce tutti e che ritiene tutti amici... poi, tutto cambia.              

Che Napoli ci delinei?
La Napoli del popolino, la Napoli dei quartieri antichi. Nel raccontare le vicende di Annarella e della sua famiglia, inevitabilmente, si narra dell' evoluzione della malavita napoletana dal primo dopoguerra ai giorni nostri: dal contrabbando di sigarette allo spaccio di stupefacenti, e delle ragioni di questo cambiamento.    

Storia, cronaca e fiction si intrecciano: in che modo?
Storia, cronaca, vita quotidiana diventano, in una città come Napoli, un tutt'uno, una straordinaria fiction, per il carattere stesso dei napoletani, molto estroversi e portati a socializzare.

Quali temi hai affrontato?
Non ho affrontato temi particolari. Ho narrato fatti, ho parlato di vita, di cose realmente capitate o comunque realistiche. I personaggi vivono, soffrono, sognano, desiderano e, nel frattempo, accadono cose. Amori, lutti, violenze, anche su donne, tradimenti, fughe... la vita.   

A cosa ti sei ispirata?
Mi sono ispirata  alla realtà. Alla vita di tutti i giorni. 

Dal punto di vista della scrittura: come hai voluto raccontare questa storia? Su cosa hai puntato e cosa, invece, hai evitato?
Lo stile è realistico... per questo uso anche il Napoletano.     

Che cosa rappresenta questo libro per te?
Volevo raccontare la Napoli del popolino, non alla maniera fredda e cinica di Gomorra, ma immaginando il suo punto di vista, con la sofferenza e le aspirazioni di chi vive in certi contesti complessi. 

E la Napoli, scenario di numerose storie, che cosa rappresenta per te, a livello narrativo e a livello personale?
Napoli è la mia città, una città che si ama visceralmente ma che si detesta anche, perché la si vorrebbe diversa. Si è consapevoli della sua unicità e bellezza; Napoli è una grande e antichissima metropoli, una grandiosa capitale, che ha grandi potenzialità, ma che continua a non offrire opportunità ai suoi giovani. L'emigrazione giovanile ha un indice altissimo, specie tra i giovani migliori, quelli che hanno un livello alto di istruzione. e questo amareggia. Molto! È una grandissima perdita, un'emorragia inarrestabile. Nel romanzo viene espressa una forte denuncia sociale. Loredana, la figlia di Annarella, la farà con toni  veementi, appassionati, a tratti, commoventi. Ma quello che dice, lo potrebbe dire chiunque sia costretto a vivere in contesti che non danno opportunità lavorative ai propri giovani! Per questo, le tematiche di questo romanzo sono trasversali. I problemi sono gli stessi di qualsiasi periferia urbana, da Milano,  a Parigi arrivando Bruxelles.  

Hai altri progetti in ballo? Qualcosa nel cassetto?
Sì, sto scrivendo una storia completamente diversa ma ugualmente coinvolgente. L'ispirazione è sempre la stessa: la vita... E lo stile, dialogico e realistico

Il romanzo, edito da DAE, è disponibile in formato ebook e cartaceo, acquistabile su tutti gli eStore. 
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