Attraverso un racconto che assume i contorni di una fiaba contemporanea "Cati. Una favola di Potere" (Bompiani) di Rossana Campo inanella una seria di temi topici che dal risveglio ci riconnette all'amore, l'energia che dal femminino (sacro) può sanare le ferite del mondo. Temi femminili, prima che che femministi attraverso i quali si scavano le origini, contro ogni forma di odio, in particolare verso le donne, con la manifestazione della misoginia. Ecco la recensione.
"Cati. Una favola di potere": la trama
Caterina, detta Cati, ha tredici anni, veste con un look punk e ha una vita allo sbando: non ha più la mamma e il papà si è accompagnato a una donna fissata con il fitness e la vita sana. L'incontro con Seraphine, di primo acchito una senzatetto, le aprirà una porta rimasta chiusa fino a quel momento. E da lì, la necessità di riconnettersi alle proprie radici.
La recensione
Una storia di formazione, una fiaba che, a un certo punto, assume dei contorni magici. E il tema sempreverde del risveglio de sé attraverso la ricerca che costella la letteratura mondiale, qui si cala in una realtà contemporanea. Non esistono streghe, né tribunali dell'Inquisizione; nemmeno supereroi, tanto che Cati è una ragazzina che passa inosservata, con i suoi ricci ingarbugliati e i chili di troppo.
La situazione è fiabesca, nel suo presentarsi come reale: già perché la ragazzina ha perso la madre e ha un padre che si è accompagnato con quella che potrebbe essere identificata con la classica matrigna. Ma la matrigna non chiede allo specchio chi è la più bella del reame, non ne ha bisogno; e a un certo punto la protagonista conosce una donna che fa da mentore. Poi non mancano tre figure, nel numero che è emblematico per sacralità, pensando alle tre grazie, alle Parche, alle sorelle Halliwell.
A proposito di "Streghe": entriamo in questa orbita, soprattutto quando Cati viene accusata di essere matta. Ma lei non ci sta e la sua propensione alla ribellione diventa l'occasione per esplorare il mondo e poi il divino; divino che è dentro di lei e che deve manifestarsi. E così Seraphine la accoglie e la guida, creando delle condizioni in cui la magia è qualcosa che va oltre ogni cavillo razionale.
Nella sua semplicità e linearità il racconto non presenta colpi di scena particolari e forse per certi aspetti è scontato perché replica schemi narrativi collaudati; il senso sta nel risveglio, nei temi trattati, nelle energie ctonie che scorrono tra le parole. Suggestioni rese con un linguaggio vicino ai giovani e personaggi tutti contemporanei; ma c'è un collegamento a qualcosa di ancestrale, qualcosa che ci riporta a noi, alle nostre radici, a quello che dimentichiamo di essere. E, alla fine, quello che resta è l'azione dell'amore, intesa come energia propulsiva che dalle donne, creatrici di vita, si sparge, riportandoci al femminino sacro, un polo che pulsa di vita. E di amore che costruisce in conformità alla natura dell'essere.
Per concludere
"Cati. Una favola di potere" è un racconto di formazione magico che attinge alla fiaba ma apre al risveglio personale, al ritorno alle radici di chi siamo e di possiamo essere, vedendo nell'amore, inteso nel suo senso più lato, l'energia che può sanare il mondo.
L'autrice: Rossana Campo
Nata a Genova nel 1963 , vive fra Roma e Parigi. Ha esordito nel 1992 col romanzo "In principio erano le mutande" (Feltrinelli, 1999; da cui il film omonimo di Anna Negri). Sono seguiti una decina di romanzi, tradotti in molte lingue tra cui: "Il pieno di super" (Feltrinelli, 1993), "Mai sentita così bene" (Feltrinelli, 1995), "L’attore americano" (Feltrinelli, 1997), "Sono pazza di te" (Feltrinelli, 2001), "L’uomo che non ho sposato" (Feltrinelli, 2003), "Duro come l’amore" (Feltrinelli, 2005), "Più forte di me" (Feltrinelli, 2007), "Lezioni di arabo" (Feltrinelli, 2010), "Felice per quello che sei. Confessioni di una buddista emotiva" (Perrone, 2012), "Dove troverete un altro padre come il mio" (Ponte alle Grazie, 2016 - vincitore del Premio Strega Giovani).
Sito autrice: Rossana Campo
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