mercoledì 26 giugno 2024

"Le leggi dell'ordine etico" di Maurizio Cometto: la distopia di una Grande Italia che erige i muri

Ho letto questo distopico di Maurizio Cometto provando una sensazione angosciata, al pensiero dello scenario prospettato: un'Italia completamente isolata dal resto del mondo, dove gli stranieri sono considerati veri e propri alieni, al limite della leggenda. Quello che sorprende è che, in questo scenario futuro, mancano i telefonini e gli elaboratori high-tech, indici di grande avanzamento; e il resto della tecnologia, non appare così avanzata. L'impressione è quella di essere tornati in un'Italia degli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso. La recensione de "Le leggi dell'ordine etico" (Odissea Fantascienza - Delos Digital), un distopico di Maurizio Cometto ad alto rasso introspettivo, che instilla tante, inquiete domande sul domani. 


 "Le leggi dell'ordine etico": la trama
Anno 2072: il mare e la cosiddetta “Grande Muraglia Italiana” separano l’Italia dal resto del mondo. Sotto la guida del Comitato di Salute Pubblica, la gente conduce un’esistenza rigida, basata sul lavoro e sulla delazione. Ogni termine straniero è bandito, gli smartphone sono scomparsi e rispuntano i telefoni fissi, gli “elaboratori elettronici” vengono configurati solo con le funzioni essenziali. Grazie allo sfruttamento dell’energia eolica, alla diffusione del nucleare e al potenziamento dell’agricoltura, il paese vive di ciò che produce, senza dover chiedere aiuto agli stranieri. L’utopia della Madre della Patria, colei che salvò l’Italia dalla terza guerra mondiale, sembra essersi realizzata.
Ma esistono o non esistono, questi temuti stranieri? Forse Guido Fossbergher, colui che il Notiziario definisce come un pericoloso sovversivo, è uno di loro? E che cos’è Empathy, il programma che sta cercando di diffondere tra la popolazione?

La recensione
In bilico tra sogno e realtà, tra allucinazioni e la necessità di riconciliarsi con il passato, di ritrovare delle radici. O, meglio, ritrovare una forma di umanità. Ci troviamo in un'Italia che tributa onori a una Madre della Patria che non ha nulla a che vedere con i sogni di un matriarcato inclusivo e pacificatore tanto auspicato, ma che guarda agli stranieri come a nemici, in un riferimento nemmeno troppo velato a un oggi denso di conflitti. 

"La Grande Muraglia Italiana" sembra essere la risoluzione ai problemi, al fine di creare un sistema che avvicina al Nuovo Ordine di Huxley, con una società scandita da ritmi e regole cristallini e, tutto sommato, stabile. Uomini e donne che devono sposarsi entro una certa età, posti di lavoro garantiti ma che presentano regole precise. D'altro canto, esiste un'alternativa: un social, Empathy, dove le regole di questo mondo "perfetto" si rovesciano per dare la possibilità alle persone di fare condivisioni basate sul sentire personale e sul fluire delle emozioni, altrimenti "censurate". Questo va in contrasto con la quotidianità cui le persone sono costrette.

Il mondo tratteggiato da Cometto è costituito da tante ombre e dalla ricerca di una luce, una speranza, una fuga oltre la muraglia, insieme alle proiezioni di paure che aleggiano in questa convulsa contemporaneità. Paura dello straniero, ossessioni, senso di straniamento, empatia e la sua assenza, il rapporto schizofrenico con la tecnologia: i temi sul piatto sono molteplici e trattati in un modo che fa pensare che, chi cerca di andare oltre al muro, sia un illuso, un malato. Il muro, simbolo di isolamento e chiusura, è anche quell'ostacolo che si frappone tra noi e le nostre aspirazioni. E che cosa succede se si cerca di oltrepassarlo?

Con uno stile incisivo, come i dialoghi, e una narrazione molto visionaria, l'autore sa essere evocativo, instillando tanti interrogativi, in bilico tra oggi e domani. La scrittura è di ampio respiro, old style e in perfetta sintonia con le atmosfere create. C'è una sensazione di sospensione, una narrativa che lascia interrogativi, disseminando indizi e non dando mai risposte complete. 

Per concludere
"Le leggi dell'ordine etico" è un distopico in cui luci e ombre si distendono in egual misura nel quadro di una distopia inquieta, capace di suscitare interrogativi sul nostro futuro, ma riportandoci anche a un domani un po' retrò; come lo specchio di un paese che sembra ripiegarsi su se stesso, nel vano tentativo di avanzare (e, invece, arretra). Una distopia che riflette il mood italiano.

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