Una storia che lascia con il fiato sospeso. Quali misteri si celano nella città di Arkham?
Con "I custodi minori - Gli eredi dei miti" (Collana Innsmouth - Delos Digital) Flavio Deri ci porta nel cuore di un mito con un racconto da leggere in un fiato... di cui restiamo senza!
"I custodi minori - Gli eredi dei miti": la trama
Il detective Gregory Wylde si imbarca in una missione inquietante per conto del suo enigmatico cliente, Walter Peaslee. La sua ricerca li conduce nella città di Arkham, dove spera di scoprire la verità sulla sparizione degli agenti dell'agenzia investigativa Legrasse & Co.
Ma cosa è successo a Edward Upton, George Goodenough Akeley e Arthur Legrasse?
Perché questi cognomi portano un passato pesante sulle spalle?
Su cosa stavano lavorando?
La recensione: il mito lovecraftiano continua
Con "I custodi minori - Gli eredi dei miti", Flavio Deri raccoglie l'eredità lovecraftiana, mantenendosi in linea con la vision e con la poetica del grande autore weird. Gli elementi, in questo racconto, ci sono tutti, e compongono un puzzle perturbante al punto giusto. Meglio... da brividi...Già nell'incipit la storia si carica di una tensione che deriva dal mistero della scomparsa di tre persone. Che fine hanno fatto? In cosa sono implicate? Fin dall'inizio qualcosa si insinua tra le pieghe dell'ordinario. Qualcosa non torna, è come se dietro alla scomparsa di Edward Upton, George Goodenough Akeley e Arthur Legrasse si celasse qualche arcano mistero, qualche strano maneggio.
Mano a mano che ci addentriamo nella storia, vediamo che gli indizi ci portano sulle tracce di eventi che vanno ben oltre la realtà che possiamo controllare. Il crescendo è ben dosato, insieme a un ritmo che sembra farci precipitare davvero in un abisso. La vertigine la sentiamo bene, fino a un finale che attanaglia.
La scrittura di Flavio Deri taglia, incide, ponendosi in continuità con i mondi lovekraftiani. Una rivisitazione accurata, ma che va ben oltre l'omaggio, con una resa attenta di dettagli che non dimentica mai di dare al lettore le giuste dosi di reinvenzione, esponendolo a una narrazione che rasenta la lucida allucinazione, il delirio che confonde la mente, ma che riporta sulle tracce di un mito.
Ancora una volta, la piccolezza dell'essere umano si palesa rispetto a dinamiche "altre" e l'assurdo è la manifestazione di forze ctonie che ci travalicano, travolgendoci, mettendoci di fronte all'inevitabile. All'ineluttabile contro cui non possiamo fare nulla. Forse certe porte dovrebbero restare chiuse, come ci insegnano tavole Ouija e altri portali che ci conducono altrove...
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