martedì 20 maggio 2025

Dal Salone Internazionale del Libro di Torino 2025: impressioni a caldo, novità e tendenze

Fantasy e Romance in crescita. La presenza di tanti giovani. Il tema dell'IA sempre più sentito, ad aprire dibattiti accesi, ma soprattutto a stimolare riflessioni importanti. Il futuro dell'editoria che deve fare i conti con varie criticità, ma anche con le opportunità di trasformazioni in atto. Ma, soprattutto, la passione degli operatori culturali che, a vari livelli, si spendono ogni giorno, tra aggiornamenti e attività frenetiche, spesso celati in un certo anonimato. Eppure, muovono a loro volta meccanismi preziosi. Questi gli aspetti che ho captato, muovendomi nei locali del Lingotto. Ed ecco una piccola cronaca con mie considerazioni sul Salone Internazionale del Libro di Torino. Una goccia in un oceano, forse, ma di certo osservazioni attualissime e in linea con il tema dell'evento, "Le parole tra noi leggere".


Venerdì 16 maggio: tra memoir e urgenze culturali, anche il coinvolgimento delle scuole 


La prima immersione è stata agli stand dei gruppi editoriali di maggiore rilevanza. Pubblico numerosissimo, lo spazio Aboca che ricostruisce suggestioni green, con un vero e proprio bosco approntato per ospitare eventi. L'impressione che ho avuto, è l'interesse crescente per il memoir che contamina il mainstream in modo sempre più rilevante. Ci sono titoli recenti quali "Mio padre è nato per i piedi" di Elena Bosi (Neri Pozza) che lo dimostrano. Il memoir corrisponde alla necessità di una narrativa "meno fiction" e più vera, partendo dalle esperienze dei social, dove le persone si raccontano, portando brandelli di sé. L'autenticità, il bisogno di cercare qualcosa che accomuni le persone in una società sempre più frammentata e individualista, ci porta a bussare alle porte di una scrittura sfrondata ed essenziale. A volte una scrittura così semplice da disarmare, a rappresentare l'essenza dell'essere, una ricerca di umanità profonda e dimenticata. 
La parola è più frammentata, cerca la sintesi, la semplificazione, in linea con le richieste della comunicazione; ma è anche una parola che riflette una condizione umana. Da una parte, la spersonalizzazione, l'omologazione, dall'altra la parola semplice per parlare di se stessi, per recuperare il senso della realtà e del vivere.

Non mancano le istanze femminili, in una società in forte trasformazione, dove la violenza diventa il nemico da combattere, dove ci si trova immersi in un acquario, a rispecchiarci nella nostra fragilità. 
C'è tanta narrativa al femminile che si sta affermando, insieme al bisogno di uscire dall'afasia comunicativa. 
Non voglio parlare di lotta al patriarcato (che dovrebbe essere poi la lotta al machismo), termine ormai inflazionato e usato a sproposito, in quanto privato di un ragionamento che consideri in modo ponderato i pro e i contro della condizione maschile. Ci sarebbe molto da spiegare, in un gioco di ruoli ancestrale pieno di conflitti e dolori che ci siamo trascinati fino a questo momento, ridotto a uno slogan e strumentalizzato a sproposito, in assenza di una vera riflessione sui giochi di potere

Girando tra gli eventi, impossibili da seguire tutti se non previo il dono dell'ubiquità,  ho colto i movimenti di autori affermati, da Maurizio De Giovanni a Felicia Kinglsey. In particolare, per l'autrice di romance, presente allo stand di Repubblica per un intervento sulla lettura dei Classici, tanti scatti con le numerose lettrici presenti. Un fermento che conferma la popolarità dell'autrice, molto amata e apprezzata anche per l'approccio con il pubblico. 

Un altro fulcro di interesse: le attività dedicate alle scuole di ogni ordine e grado. Laboratori e workshop hanno contribuito a creare momenti di aggregazione preziosa, portando le scuole al Lingotto. L'ampia partecipazione dimostra che l'apprendimento non è solo tra i banchi, ma avviene anche al di fuori, con interventi appositi e che vanno oltre la frontalità. Senza contare la lezione sociale: vivere la scuola in altri luoghi è un modo per creare nuove condizioni di socializzazione e confronto, fondamentali per i più giovani. 

Il venerdì si chiude con una prima ricognizione per arrivare al sabato dedicato alla visita agli stand degli editori indipendenti (medi e piccoli). 

Sabato 17 maggio: tra Fantasy e Romance, a spasso con le nuove generazioni. E la rivincita dei Self

La curiosità è un volano potente, insieme alla voglia di novità. Passeggiando tra gli stand degli editori indipendenti, tre cose mi sono saltate all'occhio: la voglia di Fantasy e Romance, la presenza della Gen Z e la buona affluenza allo stand delle autrici e degli autori Self. Un successo quest'ultimo, inatteso, considerando le molteplici polemiche sulle penne che decidono di autopubblicarsi.
Ma vado con ordine.

Partiamo dai due generi tanto denigrati dalla critica letteraria (che solitamente disdegna i generi in sé). Già da alcuni anni, Fantasy e Romance sono sempre più ricercati. Alla fine del 2024 si è registrata un'impennata nella vendita dei libri Fantasy, con un +27,1% (Fonte Il Libraio, clicca qui). Già tra il 2008 e il 2012 si era registrato un boom di questo genere, in particolare l'urbanfantasy, trend che poi è rientrato. Accanto, ho trovato una seconda tendenza in crescita: la componente romantica, sempre più richiesta nei fantasy da parte di chi legge. Il cosiddetto Romantasy sta iniziando a prendere piede, la conferma viene proprio dagli stand.
Numerosi anche i retelling, alla stregua dei primi scritti da Roberta De Tomi, che ha anticipato il fenomeno con i suoi "Alice nel labirinto" e "Alyssa l'ultima sirenetta".

Per quanto riguarda il Romance, stand di editori indipendenti affollatissimi. Da notare soprattutto la crescente passione per i trope, ovvero per i modelli narrativi inseriti all'interno delle storie e che servono a fornire una coordinata alle lettrici. Alcuni esempi: enemies to lovers, slow burn, age gap etc. 
Le proposte sono molteplici e la voglia di storie romantiche nelle loro svariate declinazioni, conferma che il Romance è un genere trainante per il mercato, con le sue vendite stellari. Il tutto alla faccia della critica italiana, così granitica e spesso arroccata su posizioni desuete che non tengono conto della qualità effettiva della costruzione della storia e della scrittura. Le belle storie possono veicolari grandi temi, anche laddove sembra tutto troppo semplice e "popolare". 

Il secondo aspetto, è la presenza delle nuove generazioni, soprattutto presso gli stand degli indipendenti. Una tendenza che fa pensare che i giovani abbiano voglia di "cose nuove", anche controcorrente. Ma è soprattutto l'idea che i giovani coltivino la buona abitudine alla lettura, ma soprattutto la ricerca di testi che non siano solo quelli calati dalla pubblicità. Cultura è anche saper scegliere, prendendo con le pinze i consigli degli influencer e della pubblicità, ma muovendosi in base alla curiosità personale. Bando all'omologazione, ma anche lo stimolo di pubblicazioni curatissime e proposte davvero interessanti fanno la loro parte. In particolare, tanti giovani editori rampanti e pieni di idee, con una forte attenzione alla copertina e alla cura delle grafiche. 

Il quarto aspetto: la presenza dei Self con uno stand dedicato. La sorpresa è la curiosità del pubblico nei confronti di chi ha deciso di pubblicare in proprio. Forse, anche in questo caso, la curiosità la fa da padrone andando oltre alle polemiche che negli anni hanno accompagnato il percorso dei self, ritenendoli degli esclusi del mercato editoriali e quindi non degni di nota. Dimentichiamo però gli esordi di penne che da self si sono affermate, facendo il grande salto; accanto, self che sono rimasti nell'ambito, macinando ottimi numeri. Dimentichiamo poi che non sempre gli editori si possono permettere di rischiare. Il successo di alcune penne self dovrebbe aprire spiragli sul desiderio che il pubblico ha di scoprire opere dal basso. 
Inoltre, a oggi molti self sono consapevoli della necessità di curare il prodotto, dall'editing alla copertina, passando per la promozione; e soprattutto il self è la carta per chi tratta temi "particolari" o per chi non cavalca certi temi, spesso martellanti. Va da sé che, come in ogni ambito, ci sono self poco consapevoli e prodotti non all'altezza. Ma questo è un discorso che può essere esteso a varie situazioni. 

E l'IA?

Pensavate che non avrei toccato l'argomento, dopo averlo anticipato? Non voglio soffermarmi troppo, magari ci tornerò in modo mirato. L'IA che tanto sta impattando sul nostro vissuto, è stato oggetto di svariate riflessioni e incontri. Ma quello che ho respirato durante questo Salone è la voglia di creatività genuina. L'IA può essere uno strumento di supporto, e nei prossimi anni avrà un ruolo sempre più centrale nelle nostre esistenze. Ma l'IA si nutre delle informazioni umane; senza essere umano non può esserci l'IA. Non è dato sapere a che livelli di automazione perverrà e se l'IA potrà un giorno avere le funzioni emotive e creative di una persone; ma di certo, dal salone è emerso che l'intreccio di umano è tecnologia è forse indicato nel bisogno di evolversi senza perdere di vista l'umanità stessa. Sempre che l'umanità si avvalga di questo strumento con ponderazione. 

Per concludere: sul Salone Internazionale del Libro di Torino 2025

Il Salone Internazionale del Libro di Torino mi ha fornito spunti utili. Romance e fantasy, ma anche tanti giovani in cerca di letture. Bellissimi testi da sfogliare, editori rampanti che, malgrado le difficoltà del mercato, lanciano proposte di qualità. E poi, molte battaglie culturali in atto. Insomma, il Salone dimostra che c'è una grande vitalità, che la creatività non si ferma e che, malgrado dati poco confortanti sulle letture e un certo immobilismo della critica, c'è un fermento vivo e un sottobosco di idee pronte a svilupparsi. 

Che dire? Arrivederci al prossimo salone?


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