sabato 21 giugno 2025

"Prestami il tuo nome" di Federica Frignani: una riflessione sulla libertà e sulla creatività, nella Giornata Mondiale del Rifugiato

"Essere rifugiato non è una scelta, ma lo è come si decide di agire". Questa la dichiarazione di Federica Frignani, l'autrice di "Prestami il tuo nome" (InSpire - PubMe) che venerdì 20 giugno, alla libreria La Fenice di Carpi, ha presentato il suo libro, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Una cinquantina di persone hanno preso parte all'evento, mostrando grande coinvolgimento rispetto al tema trattato. Ad aprire la presentazione, l'Assessora alle Pari Opportunità Tamara Calzolari del Comune di Carpi, che ha portato il suo saluto, introducendo la presentazione del libro, inserito nel calendario degli eventi istituzionali. Da qui, una chiacchierata coinvolgente che ha toccato le sensibilità dei presenti. 




"Prestami il tuo nome": la sua genesi

Come ho già indicato in altri post, il romanzo è nato nell'ambito del Corso di Scrittura Creativa tenuto al Cassetto Culturale di Modena con Roberta De Tomi. La docente ha incoraggiato la stesura di quello che scherzosamente veniva chiamata "la cosa" dall'autrice. Ma da lì, in meno di un anno, tra un grande impegno profuso per documentarsi sulla condizione effettiva delle persone in Afghanistan, e l'attenzione alla forma, è nato questo romanzo. Un libro che è stato voluto fortemente dalla casa editrice, e che si allinea agli ideali dell'autrice, come riporta nell'intervista. Da qui, il messaggio di libertà, un concetto che si connette a quello di creatività, di espressione e quindi di identità. L'identità che, per le donne, il burqa cancella, insieme al corpo, nel nome di un estremismo denso di contraddizioni.


Afghanistan, libertà, donne e oppressione

Libertà e identità sono temi centrali in questo romanzo, dove la condizione di oppressione delle donne afgane, dopo il ventennio americano, è la punta di un iceberg la cui base è celata da un mare congelante. Le donne oppresse sono l'emblema del regime talebano, ma la privazione della libertà incide anche sugli uomini e sulle loro scelte, in una quotidianità in cui la ricerca della bellezza, dei profumi e dei colori tipici dei luoghi, sembra essere fagocitata dal nero di un inchiostro omologante.

Aneddoti ed empatia

Federica ha illustrato diversi momenti emblematici del libro, ispirati a eventi reale, altro segno di un lavoro alacre, svolto con piglio professionale. Le letture hanno permesso al pubblico di entrare nelle pagine scritte da Federica con perizia e sentimento, strappando numerosi applausi. Federica ha saputo ricostruire una mondo, senza cadere nei cliché, anzi, portando la sua visione, insieme alla necessità di ascoltarsi e di empatizzare con le condizioni del popolo, a partire delle donne afgane.

Per concludere: "Prestami il tuo nome"

Un evento che ha visto il coinvolgimento di una cinquantina di persone, rapite dalla narrazione di Federica. Un momento per riflettere, per sensibilizzare sulle condizioni dei rifugiati. Un momento per pensare al concetto di accoglienza, di ascolto e di rispetto per chi è "diverso". Restando umani.

Link da Il Circolo Fozio

Vai al video dell'evento completo, ripreso da Il Circolo Fozio: clicca qui

Si ringrazia Il Circolo Fozio, in particolare Beniamino Malavasi, per le foto qui fornite.
La foto in testa al post è di Federica Frignani.



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