Il lungomare di Senigallia, la Rotonda, la musica; le famiglie in villeggiatura, la brezza che sa di sale e freschezza. Eppure, quella non è un'estate come le altre per la giovanissima Giada. Dal largo sembrano arrivare oscuri presagi, mentre amici speciali sono costretti ad andare via.
Gli esseri umani non sono ancora pronti spiritualmente per il contatto. Quindi, gli amici devono andare. Prima che sia troppo tardi. O forse... è già troppo tardi.
In sintesi, il mio racconto "Il caso amicizia 2017" (da Scritture Aliene - Gds), ispirato a un fatto di cronaca vera o presunta, che ha visto coinvolti alcuni giovani e, forse, entità extraterrestri.
Lo potete trovare in formato ebook su tutti gli eStore.
Di seguito lascio un estratto... se vi è piaciuto Automic Lover... questo è diverso 😆.
Da Il caso Amicizia 2017
“Non vai alla festa con Marco e Stella?”
“No. Preferisco raggiungere Penelope.”
“Sei proprio sicura?”
“Non posso lasciarvi andare così. A meno che non decidiate di restare.”
Akri sospirò.
“Mi dispiace, ma per noi è ormai diventato troppo pericoloso. I servizi segreti sono sulle nostre tracce. Inoltre alcuni ricercatori del Centro Studi Ufologici sono in città. Stanno svolgendo dei sopralluoghi lungo la costiera.”
“Credi che abbiano scoperto le basi?”
“Al momento, no. Ma la cautela non è mai troppa.”
Il vento taceva. La ragazza allungò le gambe sullo sdraio in cui si era appallottolata poco prima. Si sollevò sui gomiti.
“Credevo che la questione fosse un’altra.”
“Certamente, non possiamo palesarci a nessun umano che non abbia una particolare propensione spirituale. Per noi sarebbe come morire. Non siete pronti al contatto. Non lo eravate negli anni Cinquanta e nei vent’anni successivi, non lo siete nemmeno ora. Ma c’è la questione del business. Se ci scoprissero, diventeremmo galline dalle uova d’oro per qualcuno.”
Giada si sdraiò di nuovo sul fianco sinistro.
Il mare, lo sciabordio delle onde, due bagliori tra le stelle palpitanti, in una sera di luna nuova. Sembravano sul punto di avvicinarsi, ma era soltanto l’effetto dei tremolii che creavano un movimento d’espansione, effimero come le foglie in autunno. Restò immobile a osservare i due bagliori, il respiro attenuato. Dalla Rotonda provenivano le note de I Watussi.
“Sono sempre quelle,” disse sbuffando “sempre le stesse canzoni. Le stesse persone. Immobili come sfingi.”
“Quello che vi frega è la tecnologia. Pensate di avere in pugno il mondo e invece stringete sabbia. Centinaia di migliaia di granelli di sabbia che vi scivolano via.”
“Potremmo fare dei castelli, vero Akri?” Una risata uscì dalle labbra. “Noi esseri umani siamo dei coglioni vero? Vogliamo abbattere le emissioni di smog, ma poi dobbiamo consumare, consumare, consumare per arricchire qualcuno.”
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