lunedì 13 gennaio 2020

RECENSIONE: "L'ultima cura" di Elena Mandolini, una discesa negli Inferi dell'assurdo

Un ospedale, trattamenti perfetti, medici e infermieri attenti alle esigenze dei pazienti. Il Sant'Anna di Roma che ospita la protagonista de "L'ultima cura", nuovo lavoro della brava autrice romana Elena Mandolini, edito da Dark Zone (vi rimando all'intervista, fatta alcune settimana fa, clicca qui), sembra una struttura ideale. Sembra... si sa, le apparenze possono ingannare. O sono soltanto costruzioni, allucinazioni legate alla condizione psico-fisica precaria della protagonista, Claudia Mucci?

Estratto da "L'ultima cura"
Incrocio le gambe. «Sì, in un incubo. O meglio… in una sorta di incubo. Dopo che sono svenuta per l’analisi del sangue.»
Lui mi sorride con dolcezza. «Un piccolo episodio di assenza. Sicuramente hai avuto un flash anomalo, ma si tratta solo di questo. Hai riportato alla mente qualcosa che ti aveva spaventata.»
«Era molto spaventoso, sì. Nel sogno voleva toccarmi, dirmi qualcosa.»
«I sogni sono sempre il riflesso di qualcosa di incompiuto. Dovresti parlarne con la dottoressa Dorotei.»
«La psicologa?»
«Esatto. Come già ti ho accennato in precedenza, sarà un valido supporto durante il tuo soggiorno qui al Sant’Anna.»
Sospiro.
«Un’altra cosa. Stai scrivendo al momento?»
«Beh, sto lavorando a un’idea, ma non ho ancora scritto niente.»
«Posso chiederti che tipo di idea? Cosa accade nel romanzo? Ci sono forse dei mostri?»
Alzo la mano per fermarlo. «Ho capito dove si vuole andare a parare. Scrivo da sempre thriller e horror e non mi hanno mai dato problemi. Non ho mai perso il contatto con la realtà. E anzi, se avevo dei problemi da risolvere, i miei libri mi hanno sempre aiutata a farlo.»

La recensione

Claudia Mucci è un'affermata scrittrice di romanzi thriller e horror. Per lei la memoria e il raziocino sono la base per la stabilità di un essere umano. Quando inizia a perdere il controllo di sé e della sua vita, a causa di attacchi epilettici che la colgono sempre più di frequente, decide di affidarsi alle cure del dottor Mereu, medico primario del reparto di Neurologia dell'ospedale Sant'Anna di Roma. Che cosa le sta accadendo? Sta davvero scivolando nell'abisso dell'oblio? E c'è davvero una cura risolutiva che la possa riportare alla sua realtà e ai suoi cari?

Il romanzo ha una fortissima componente psicologica: come uno specchio, riflette le nostre paure, ma anche le incognite degli imprevisti che possono accaderci, all'improvviso, sconvolgendo le nostre certezze e la nostra esistenza. Tutto questo accade proprio a Claudia Mucci, una scrittrice che, per ironia della sorte (se di ironia possiamo parlare), si trova coinvolta in una situazione di cui lei è solitamente il demiurgo. "L'ultima cura" (Dark Zone) è un horror che strizza l'occhio al thriller, in un crescendo di eventi che arricchisce la vicenda di incognite.

Mano a mano che ci addentriamo nel cuore della storia, conosciamo una serie di personaggi interessanti: dal piccolo Alessandro a Flavio, passando per Martin e Sofia (non dico altro, li scoprirete leggendo!), tutti instaurano dei rapporti con Claudia, che sembra immersa nella normalità di una struttura sanitaria, con i suoi ritmi e gli orari scanditi dall'erogazione di medicinali, esami e altre prestazioni di routine. Ma c'è qualcosa che non torna alla nostra protagonista.

Momenti di allucinazione si alternano a momenti di lucidità: la colpa è veramente della malattia da cui sarebbe affetta? Claudia viene seguita da personale di ineccepibile professionalità; eppure ci sono cose che non tornano. A volte la giovane donna ha strane percezioni, capaci di turbarla fortemente. Il perturbante incombe, come una spada di Damocle! Il lettore si trova disorientato: che accade? E perché proprio a Claudia? L'ospedale ha dei segreti o la ragazza sta strippando davvero?

"L'ultima cura" rappresenta una conferma. Elena Mandolini ha infatti una capacità che ho riscontrato già nelle precedenti opere, qui in ulteriore crescita: sa controllare e gestire molto bene le trame di genere fantastico, con particolare riferimento all'horror.  La penna è incisiva, equilibrata e cinematografica.  Non è mai banale o scontata, pur racchiudendo nella storia diverse citazioni indirette tratte dalla narrativa e dalla cinematografia internazionali. Un po' kafkiana, un po' orwelliana, per il romanzo si potrebbe pensare a una colonna sonora sottolineata dal loop ipnotico di "Sweet Dreams" nella versione di Marilyn Manson

Per concludere
"L'ultima cura" di Elena Mandolini è un romanzo molto coinvolgente, scritto molto bene che può piacere sia agli estimatori dell'horror che a quelli dei thriller.
Un romanzo che sfocia nella sorpresa... Chissà che un giorno non ne venga realizzata una trasposizione cinematografica! Un'ottima prova per Elena.

Leggi l'intervista a Elena: clicca qui

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