mercoledì 18 marzo 2020

INTERVISTA: Lucia Carluccio presenta "Il cigno e la ballerina", opera vincitrice del II Premio Letterario Internazionale DAE

Lucia Carluccio, vincitrice del II Premio
Letterario Internazionale DAE
con il romanzo
"Il cigno e la ballerina"
Lei è la vincitrice della 2^ Edizione del Premio Letterario Internazionale DAE: Lucia Carluccio ha la poesia e tanti sogni nel cuore. Uno di questi si è concretizzato con la vittoria e la pubblicazione de "Il cigno e la ballerina". E sarà un caso se Lucia è nata il 12 marzo, nello stesso giorno, mese e ora di Gabriele D'annunzio?


Lucia Carluccio: la scrittura
come vocazione e talento
"È un'opera di genere drammatico, premiata per la rara sensibilità con cui indaga i meandri del disagio psichico, astraendolo dai vili tratti del dolore umano e sublimandolo a un livello lirico." Questa è la motivazione della vittoria de "Il cigno e la ballerina" espressa dalla giuria del premio DAE. La vincitrice, Lucia Carluccio, coniuga un prezioso bagaglio culturale a una sensibilità poetica che l'hanno portata a scrivere un'opera che esce dal coro degli schemi narrativi, spiccando per profondità. 

Buongiorno Lucia, benvenuta su La penna sognante! Raccontaci qualcosa di te: che lavoro fai? 
Buongiorno! Sono una professoressa di Lettere presso una scuola media. La cosa che mi piace di più del mio lavoro è la creatività e il rapporto umano con i miei alunni: una giornata non è mai come un’altra, mai! E vivo, da dieci anni, in provincia di Milano.

Innanzitutto complimenti per la vittoria. Ma prima di arrivare a questo punto, torniamo indietro nel tempo. Chi sei? Parlaci un po’ di te. Da dove vieni? 
Sono nata il 12 marzo di 36 anni fa, nello stesso giorno, mese e ora di Gabriele D’Annunzio, uno dei miei poeti preferiti: non è un caso, infatti, che la sua produzione letteraria abbia spesso influenzato i miei scritti. Lo adoro! E nemmeno casuale è la terra che mi ha visto venire alla luce: il Salento. Di questa terra mi porto dentro la dignità dei miei antenati, la loro resistenza e tenacia, la passione della terra rossa che riempie i campi, il sole che arde dentro e fuori, e il vento. Il vento del Salento spira forte e, in fondo, io sono così. Mi considero una donna libera come il vento, con dei forti legami che però non mi limitano, anzi mi aiutano a rendere la mia vita più ricca e piena di valore.

E la scrittura? Com’è nato questo tuo grande talento?
È nato insieme a me. L’ho ereditato da mia madre: conservo ancora un diario pieno delle sue poesie. La prima ad accorgersi di questa mia predisposizione fu la mia maestra delle elementari. Ricordo che avevo scritto un tema sull’inverno e appena delle immagini vivide invasero la mia mente, non esitai a rappresentarle attraverso delle frasi che lasciarono poi a bocca aperta la mia insegnante. Non dimenticherò mai il suo sguardo. Per la prima volta mi sentii importante e ogni volta che prendevo in mano la penna mi sentivo completa e nel posto giusto. Iniziai, sin dalla preadolescenza, a classificarmi finalista ai concorsi letterari a cui partecipavo. Lo facevo raramente, però, perché ero tendenzialmente timida (e in fondo lo sono anche ora) e scrivevo per me, non per gli altri.

E poi cosa è successo?
Nel 2002 mi sono classificata prima al concorso di poesia del mio Liceo. Intanto gli insegnanti che incontravo continuavano ad apprezzarmi e mi dicevano di continuare a scrivere. Devo dire che il loro ruolo è stato fondamentale e nel mio romanzo c’è, infatti, la figura di una professoressa di Lettere. Non è casuale. Io stessa, ora che insegno, ogni volta che scorgo un talento in un mio alunno, mi impegno nel dimostrarglielo. So, per esperienza, quanto sia fondamentale il ruolo del “maestro”. Così, dopo la licenza liceale, mi sono iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia e mi sono laureata in Lettere Moderne.

Ma intanto come era la tua vita? Che tipo di ragazza eri?
In realtà, a quei tempi, la letteratura, le poesie, i miei diari e i miei studi facevano solo da sfondo a una vita molto intensa e tumultuosa. Per molti motivi sono cresciuta in fretta e ho sempre avuto una maturità che non corrispondeva alla mia età anagrafica. Quando noto l’aria matura di mia figlia capisco da chi ha preso! A volte sono più “bambina” adesso che quando ero una ragazzina.

Ah, hai già una bambina?
Quando mi sono laureata in Lettere avevo già una bambina ed ero sposata da un anno. Adesso lei è una ragazzina di 13 anni e … ho anche un bambino di otto. Sono meravigliosi!
Ero una ragazza sempre dominata dal sentimento con un senso naturale dello scorrere del tempo e con una forte capacità di sintonizzarmi su intuizioni e sottigliezze emotive. Il genere attraverso il quale io creavo era maggiormente la poesia. Producevo testi poetici ogni giorno, talvolta anche di notte. Amavo il minimalismo di Wislawa Szymborska, l’ansia di indagare sull’essenza umana di Patrizia Cavalli, divoravo “i fiori del male” di Baudelaire. Apprezzavo e adoravo così tanto la potenza evocativa del linguaggio che mi iscrissi al corso di laurea specialistica in Linguistica, laureandomi. Il master in giornalismo e marketing mi aiutò, poi, a capire che la mia strada era la scrittura creativa.

Il romanzo di Lucia presenta due
personaggi emblematici
Arriviamo a “Il cigno e la ballerina”: cosa ci racconti in questo romanzo?
Questo romanzo nasce da anni di studi, prima che letterari, di psicologia e psicanalisi, una delle mie più grandi passioni. Negli anni scoprii che l’amore per la scrittura era strettamente legato al mio naturale desiderio di analizzare l’animo umano. Attraverso anni di analisi, corsi e assiduo studio, sono arrivata a sviluppare delle mie idee. Il cigno e la ballerina non sono due personaggi, ma due figure emblematiche che rappresentano il fenomeno dell’entanglement, noto ai fisici. Ma l’aspetto più sconvolgente scoperto dalla fisica quantistica odierna è stato scoprire che l’effetto dell’entanglement (intreccio) coinvolge non solo le particelle elementari, ma anche il mondo macroscopico e psichico! Tantissimi fenomeni psichici sono legati da un unico meccanismo fisico sincronico. Mi hanno ispirato soprattutto i testi di Rovelli, Frigoli, Teodorani, Jung, Hillman, Ho rappresentato questo concetto nel mio romanzo. E non dico altro.
Ma c’è anche una struttura narrativa ben definita.

Si tratta del tuo primo lavoro letterario o hai già pubblicato qualcosa?
Sì. Ho pubblicato poesie con Aletti, falvision Editore, Apollo Edizioni, Anna Maria Gentile Edizioni, Edizioni Penna d’Autore. Le mie poesie compaiono in una decina di antologie. Ho pubblicato delle recensioni nella rivista scientifica psychofenia. Sono, inoltre, l’autrice del testo della canzone “Toglimi i dubbi”, musicata e cantata da Vincenza de Rinaldis.

Com’è nata la decisione di partecipare al Premio DAE? Avevi già nel cassetto la storia oppure il guizzo di scriverla è arrivato quando hai sentito parlare del concorso?
No, quando ho partecipato al Premio Dae il mio romanzo era già pronto. Ho deciso di partecipare perché avevo il desiderio di pubblicarlo.

Cos’ha significato vincere il DAE?
Ha significato ricevere un’altra conferma. So di aver intrapreso la strada giusta. Credo che ogni evento che ci accade debba essere interpretato. Ho abbracciato la vittoria lieta e grata.

Tornando alla storia: chi sono i protagonisti?
I protagonisti principali sono Caroline, Justine, Paul. Come sono? Complessi, tanto. Ma le cose semplici non fanno per me.

Per i tuoi personaggi ti sei ispirata a qualcuno o hai attinto ad altro (cinema, tivù etc)?
Non guardo mai la televisione. Credo che ciò che ci ispira risvegli del materiale psichico che abbiamo già dentro di noi. L’ispirazione è uno dei temi del mio romanzo “Aveva l’odore del mare e le mani chiare, senza di Lei non potevo creare” … E poi, sempre sull’ispirazione, scrivo: “C’è un momento, però, in cui neanche lei sa dire di no ed è quando noi due ci incontriamo, io e l’ispirazione prese per mano. Subito avviene una cosa meravigliosa, il nostro mare si tinge di rosa, esplode un tramonto come di sera d’estate, tutto il cielo di lucciole e fate, io e lei soltanto, il mio pensiero si eleva, diventa santo ed è finalmente incanto”. L’incanto è quando creo. Quando, dunque, scrivo.

Quali temi hai voluto evidenziare?
La connessione uomo-universo, il potere della natura, il potere divino, la complessità della psiche, l’amore, il peccato, il potere della donna, gli archetipi, l’allucinosi.

Che cosa rappresenta per te la pubblicazione di questo romanzo?
Rispetto alle altre pubblicazioni, in questa mi sento più esposta. Le altre volte ho sempre pubblicato con altri autori (a parte le recensioni) perché in un certo senso mi sentivo “protetta”. Fondamentalmente la mia natura è inizialmente timida. La scrittura è un luogo sacro per me, solo mio.
La pubblicazione di questo romanzo rappresenta un punto di arrivo. E ora si parte di nuovo.

Quali sono i tuoi sogni, i tuoi eventuali progetti?
Tanti miei sogni si sono avverati e sono grata al cielo per questo. Ma sono una vera sognatrice e ne ho altri. Ma i sogni non vanno rivelati!



Scheda tecnica del libro

"Il cigno e la ballerina"
di Lucia Carluccio
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Casa Editrice: DAE
Link d'acquisto Amazon: clicca qui
Link Sito: clicca qui

Nessun commento:

Posta un commento