Torniamo alla nostra fiaba: com’è il protagonista? Solitamente bello, buono e un tantino tonto. Del tipo che, a confronto, il cattivo è un genio. Ma fermiamoci un attimo e proviamo a guardare i protagonisti di altri racconti o romanzi. Altro modo di rappresentare i personaggi, solitamente meno tipicizzati.
Prendiamo Madame Bovary: si può supporre che sia una donna affascinante (non abbiamo descrizioni precise). A un certo punto, la nostra Emma tradisce il marito. Non è certo un atto positivo e indicativo di una bontà d’animo di base, ma Flaubert non intende parlare di bontà o cattiveria; scava in questa attitudine che prende il nome di bovarismo per far cogliere al lettore le ragioni dei comportamenti della donna in quel contesto. Emma è vittima di una condizione sociale e questo fa sì che il lettore empatizzi con lei; da qui una sorta di positività del personaggio.
Prendiamo Harry Potter: un ragazzino occhialuto che ci ricorda il classico Nerd. Orfano dei genitori, non è amato dalla famiglia che l’ha in affidamento. Harry è un ragazzino “invisibile”, ma attraverso la magia scoprirà di essere speciale. È umile, ma anche carismatico, testardo e ha la stoffa del leader. Harry è un personaggio positivo.
Se prendiamo i protagonisti di altre storie, vedremo che, malgrado i difetti caratteriali che possiamo ritrovare, hanno un aspetto positivo che deve fare i conti con una situazione opponente.
Il protagonista, quindi, non è per forza perfetto; spesso una sorta di perfezione la acquisisce durante l’evoluzione della storia. A lui si oppone l’antagonista.
L’antagonista: semplicemente cattivo?
Quando pensiamo all’antagonista, immaginiamo i cattivi più cattivi che ci siano: la strega di Biancaneve, le sorellastre e la matrigna di Cenerentola. Spesso però i cattivi agiscono per motivazioni che vanno oltre la loro indole.
Il cattivo può essere mosso da invidia; ma può anche essere mosso perché il protagonista gli avrebbe sottratto un bene o ha infranto un divieto.
La cattiveria non è per forza l’unico parametro per considerare le azioni di chi si oppone. Forse, anche per il cattivo è una questione di sopravvivenza.
Certo, Sauron de "Il signore degli anelli" è male puro; l'It di Stephen King, idem. La lotta tra il bene e il male è un elemento archetipico.
Ma il cattivo può essere resto con grande umanità. Può avere un passato atroce che l’ha reso tale; oppure può avere molteplici sfaccettature.
Voi che dite?
Eroi e aiutanti magici e non: cosa combinano?
Abbiamo parlato di protagonista e di antagonista; in mezzo troviamo altri personaggi. Quelli che aiutano il primo e quelli che lo ostacolano.
All’interno di una vicenda i personaggi possono essere di un numero variabile, in base agli eventi che accadono.
L’importante è che vengano identificati prima, attraverso uno schema in cui si riassumono il ruolo che rivestono nella storia, le caratteristiche, prestando attenzione a creare una creatura congruente.
Ad esempio: l’aiutante magico, chi potrebbe essere? Una ragazzina ribelle? Una fata?
E un personaggio di ostacolo: un animale? Un anziano burbero con un neo sulla guancia? Una donnina apparentemente simpatica?
A voi le scelte!
Sezione esercizi
I. Prendi un racconto o un romanzo che hai amato, individua i personaggi e prova a descriverne ruolo, carattere, personalità.
II. Prendi i personaggi di un racconto o romanzo e, in base al loro carattere, prova a farli agire all’interno di una fiaba.
III. Prendi un racconto e prova a variare le caratteristiche fisiche e di indole dei personaggi, pur mantenendo il ruolo. Come cambia il racconto?
IV. Data la trama di cui sopra, caratterizza i personaggi.
V. Riscrivi un racconto che hai amato inserendo un nuovo personaggio.
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