Il prossimo appuntamento per "Alice nel labirinto" sarà a Verona, venerdì 18 dicembre, all'interno del convegno "In-between 'pop' and 'post': contemporary routes in English Culture" con "Post-Alice from Wonderland to the Labyrinth, passing through a Cultural looking-glass". Nel frattempo, mi arrivano queste parole, scritte con il cuore, da un lettore speciale.
Marco mi scrive questo:
"Cara Roberta, provo a scrivere quello che mi ha trasmesso il tuo bel libro.
Ti conosco da pochissimo, e di sicuro ho avuto modo di sperimentare solo una piccola parte della tua sfaccettata personalità, ma ne ho trovato traccia in “Alice nel Labirinto”.Per me Alice sei tu, magari sono banale, ma ci sono elementi che mi hanno fatto pensare a te (l’attacco delle cornacchie/critici letterari, per esempio, la lotta contro la vacuità, la morte della creatività e della fantasia, il cambiare restando sé stessi, tornando a quello che si era, arricchiti di esperienza e consapevolezza).
Del testo, la cosa che più ho apprezzato è che tu non abbia cercato di riproporre formule già sperimentate; dei due romanzi di Carrol, che amerò sempre, le atmosfere oniriche, rarefatte, sono elemento affascinante, uno svolgersi senza meta e senza scopo preciso; il tuo romanzo parte da una situazione di assenza, da un problema, da una mancanza, e presenta l’eroina confrontarsi con essa, cercare quello che desidera, confrontarsi con una possibile antagonista, inseguire ciò che le è necessario, con i turbamenti, i dubbi, le paure della sua adolescenza; questo si traduce in un susseguirsi di vicende a tratti spiazzante, caotico, che rispecchia il suo conflitto interiore. Si affaccia il dramma, nel libro, la pesantezza incombe, qualcosa sembra non andare nel verso giusto, ma è tutta apparenza, la soluzione è dietro l’angolo, una conclusione inaspettata e veramente brillante.
Non ripeto quanto già detto, l’ottima trovata di creare possibili salti fra i capitoli, per rendere tutto meno lineare, il tuo stile splendido, i rimandi colti, il centellinare qualsiasi riferimento a Carrol, con un Bianconiglio che ha fatto proprio il verso Dylaniano “Io non sono qui”.
È un’opera tua, e ti ci ritrovi, chi segue Alice segue l’autrice, io l’ho fatto.
Un grande abbraccio,
Marco."
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