Conosciamo un'autrice CSU sensibile alle questioni femminili. Con Laura, la protagonista del nuovo "Trascinata dal vento come le nuvole" e de "La testimone della sposta" (2019 Pubme), Marzia Accardo (nella foto) ci introduce nel mondo di Laura, portandoci al centro di una toccante vicenda di formazione. Leggi l'intervista, nuovo tassello inserito nel variegato mosaico della partnership con il Collettivo Scrittori Uniti.
Ciao Marzia, benvenuta su La penna sognante! Raccontaci qualcosa di te: chi sei, che cosa fai nella vita, la tua formazione, quello che ami e quello che ami… un po’ meno!
Ciao e grazie. Posso dire di essere una persona "comune": moglie, mamma, lavoratrice. Vivo in un paesino molto tranquillo della Bassa Modenese e faccio l’impiegata. Nel tempo libero – si fa per dire – scrivo. È un modo per ritagliarmi uno spazio tutto mio tra i mille impegni e doveri della vita quotidiana, e anche per fare qualcosa per me stessa, che mi faccia sentire realizzata.
Hai all’attivo le opere che cito: il tuo primo romanzo, “La testimone della sposa” (2019, Pubme) ma anche la raccolta di racconti “Love=Love” che hai firmato con altre autrici. Inoltre il racconto “Il debito” vince nella categoria Miglior protagonista maschile al concorso Giallofestival 2020 e viene pubblicato nell’omonima antologia dalla casa editrice Damster Edizioni. Ce ne puoi parlare?
"La testimone della sposa" e "Trascinata dal vento come le nuvole" sono due romanzi di formazione strettamente collegati tra loro perché sono uno il sequel dell’altro, anche se si possono leggere separatamente come se fossero autoconclusivi. Tutto ruota intorno al percorso di crescita di Laura, la protagonista, alla ricerca della sua vera identità. "Love=love" è stato un esperimento di collaborazione tra autrici con stili molto diversi, che già si conoscevano; ognuna ha raccontato a modo suo vari aspetti riguardanti l’amore, dal più romantico al più tragico. La partecipazione a Giallofestival, invece, è stata una bella sorpresa. Era la prima volta che mi cimentavo nel genere noir e devo dire che sono molto felice del risultato ottenuto.
Arriviamo a “Trascinata dal vento come le nuvole”: perché questo titolo e com’è nata la storia?
Il titolo richiama le nuvole, elemento legato alla protagonista, Laura, che ama fotografarle e ne colleziona gli scatti. Nel corso della storia è un tema ricorrente che ho usato come similitudine della vita. La ragazza, infatti, scoprirà attraverso il suo percorso personale di voler vivere libera, proprio come le sue amate nuvole, che trascorrono il tempo trascinate solo dal vento. Questo romanzo è il prequel de "La testimone della sposa", la mia prima pubblicazione, e nasce dall’esigenza di raccontare e approfondire ciò che è successo prima, anche su richiesta di molti lettori.
Chi è la protagonista?
La protagonista è Laura, una ragazza dall’esistenza apparentemente facile e soddisfacente, ma che in realtà si sente intrappolata in una vita non sua.
A un certo punto Laura interviene in una situazione di violenza domestica ai danni di una donna. Questa vicenda è ispirata a un episodio particolare o nasce dall’ascolto dei fatti di cronaca o altro?
Seguo sempre con molta attenzione questo tipo di vicende e in generale mi interesso a tutto ciò che riguarda le donne e i loro diritti, sempre molto difficili da far valere nella società di oggi, nonostante i passi da gigante fatti in vari campi. Sentivo il bisogno di parlarne perché credo che farlo sempre, tutti i giorni, continuamente, sia l’unico modo per tenere alto il livello di attenzione su questo tema, purtroppo spesso sottovalutato. Sono convinta che non si debba mai abbassare la guardia.
Una donna interviene a favore di una donna in una situazione delicata: con quali conseguenze e quali spunti di riflessione? A volte si parla di una solidarietà femminile un po’ vacillante, ma qui sembra che la solidarietà porti ad altro… vuoi parlarcene?
Laura è una specie di "kamikaze" che si butta nella mischia e non guarda in faccia nessuno quando si tratta di perseguire i suoi obiettivi. In questo caso ritiene giusto aiutare una persona in difficoltà e lotta contro tutto e tutti pur di farlo, senza pensare agli eventuali rischi e alle conseguenze. Sono d’accordo sul fatto che la solidarietà tra donne sia merce rara, purtroppo, ma credo anche che ci siano delle eccezioni.
L’amore: che ruolo ha nella storia?
È un tema marginale. La protagonista è molto disincantata in merito all’amore e in generale fatica ad aprirsi e a mostrare i propri sentimenti, a legarsi a qualcuno. A un certo punto della storia crede di aver trovato la persona giusta per lei, ma in realtà Laura non ha le idee ben chiare sull’argomento.
In questa storia troviamo anche l’esperienza del terremoto che, chi ha vissuto quello del 2012 conosce – ahimè! – molto bene. Che ruolo ha questo evento nella trama e nell’agire dei personaggi?
È un argomento che tocco alla fine del romanzo e sarà la classica goccia che fa traboccare il vaso nella vita della protagonista, che in seguito a quest’esperienza prenderà una drastica decisione. Ho voluto inserire un elemento autobiografico e che fosse legato al mio territorio, pur non facendo riferimenti geografici specifici.
Qui troviamo anche un capo che fa subire delle angherie a Laura: con quali dinamiche e conseguenze?
Laura è una persona che dice quello che pensa e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ma alla fine della storia abbassa drasticamente la guardia, quindi si ritrova succube degli eventi e in questo caso a subire anche azioni di mobbing. La ragazza si ritroverà dal difendere la collega maltrattata dal suo responsabile all’essere presa di mira al suo posto, ma poi riuscirà a prendersi, a modo suo, una bella rivincita.
Il tuo romanzo mette molta carne al fuoco: che cosa hai voluto raccontare ai lettori e alle lettrici?
Ho voluto trasmettere il messaggio che non tutti siamo uguali, omologati, così come vuole la società di oggi. Non sempre il successo di una persona passa attraverso le tappe obbligate che essa impone. Ognuno deve seguire la propria strada, i propri desideri e la propria indole. Ognuno ha una propria idea di successo e di realizzazione personale, che può anche essere molto diversa da quella degli altri.
Dal punto di vista della scrittura e dello stile, su cosa hai puntato? Che cosa hai evitato di fare?
Non parto con un’idea di stile da seguire, in generale cerco di scrivere in modo semplice e diretto, evitando l’uso di paroloni e di cadere nell’introspezione.
Che cosa rappresenta questo romanzo nel tuo percorso autoriale?
Sicuramente è stato una sfida, volevo provare l’esperienza della pubblicazione in self. È un salto nel buio, mi si imparano tante cose, nel bene e nel male.
La tua, come ho letto sul tuo profilo (e correggimi se sbaglio) è una scrittura al femminile. Che cosa ti ha spinto a dedicarti a essa e cosa vuoi o vorresti mettere in evidenza scrivendo da donna per le donne?
Mi sono accorta che senza volere finisco sempre a parlare di problematiche che riguardano le donne, magari anche secondariamente: violenza domestica, bulimia, bullismo ecc. Mi piace parlare soprattutto di donne forti, e vorrei che fossero loro stesse ad apprezzarsi di più, a rendersi conto di quanto valgono, di quello che sanno fare, vorrei che smettessero di lasciarsi denigrare e sminuire, fosse anche leggendo un romanzo che parla di questi argomenti.
Arriviamo al CSU: com’è avvenuto l’incontro e che cosa ti ha portato?
Ho scoperto l’esistenza di CSU per caso, navigando su internet. Mi sono informata e ho deciso di buttarmi e di iscrivermi. È un grande appoggio e un aiuto per gli autori emergenti a farsi conoscere e a partecipare a fiere a cui altrimenti non avrebbero accesso.
Chi e che cosa hai trovato in CSU, quali opportunità?
Ho trovato tanti autori come me con la voglia di incontrarsi, aiutarsi e confrontarsi. Si è creata una rete di supporto, di “mutuo soccorso”, come la chiamo io. È importante poter parlare con altre persone che condividono la tua passione, scambiarsi consigli, dritte, esperienze, cosa un po’ più difficile da fare virtualmente. Per quanto riguarda i volontari che fanno parte del direttivo, ho trovato persone come Claudio Secci e Jessica Maccario che mettono a disposizione gran parte del loro tempo e delle loro energie per supportare gli autori emergenti, senza risparmiarsi e chiedere qualcosa in cambio. La loro è una specie di missione.
Sulla scrittura creativa: ti è mai capitato di fare dei corsi?
Ammetto di non essere particolarmente informata sull’argomento. Al momento sto cercando di focalizzarmi più sulla tecnica, ho ancora tanto spazio per migliorare e tantissime cose da imparare.
E per il futuro? Progetti, eventi, iniziative (anche con il CSU)
Per il 2021 ho varie cose che bollono in pentola per quanto riguarda nuove pubblicazioni, con case editrici e in self. Con il CSU spero di poter finalmente partecipare al Salone di Torino, che purtroppo quest’anno è saltato. Incrociamo le dita!
Scheda tecnica del libro
"Trascinata dalla nuvole"
di Marzia Accardo
Genere: Narrativa femminile contemporanea
Editore: Independently published
Data: 19 Aprile 2020
Formati: E-book - Cartaceo
Link Amazon: clicca qui
Ciao Roberta, ricambio con piacere la tua iscrizione!
RispondiEliminaMolto interessante questo libro, lo cercherò.
Buona giornata.
Grazie <3... piacere mio!
EliminaRoberta
Ciao Roberta, eccomi qua su suggerimento di Francesca :-)
RispondiEliminaLa scrittura creativa?
No, non mi piace molto, la trovo molto castrante per un autore che vuole evolversi e dare vita a idee originali: o sai scrivere, e ti alleni ogni giorno per migliorare, o non lo sai fare.
Nessuno te lo può insegnare.
Ti seguirò con piacere.
Olivia
https://olivialascrittrice.blogspot.com/
Ciao Olivia,
Eliminagrazie per il tuo punto di vista, ci sarebbe da aprire un capitolo in quando la scrittura creativa ha diversi approcci e dal punto di vista delle tecniche narrative è un supporto utile. Condivido pienamente il fatto che occorra allenarsi ma già questo implica un apprendimento perché la scrittura è un talento che coltivi, come il canto, la danza etc... e al talento devi aggiungere la tecnica.
Io vengo da una Scuola di scrittura per il cinema e la televisione e in quegli ambiti devi imparare tante cose che non puoi conoscere da solo/a. Per la narrativa, invece, le scuole di pensiero sono molteplici e tutte rispettabili. Detto questo ognuno deve avere il suo punto di vista, il suo metodo e deve sentirsi a proprio agio. Grazie, ti seguo anche io con grande piacere!
Buondì Roberta, mi unisco anche io ai tuoi lettori!
RispondiEliminaJacopo (traduttore e rappresentante italiano di A. Waleys)
Dimenticavo, mi trovi qui: https://artemidewaleysauthor.blogspot.com/
EliminaTi rispondo solo ora, ma abbiamo preso già contatto... un piacere seguirti! Buone feste!
EliminaÈ un tema molto controverso, alcuni scrittori ci credono fermamente e altri no.
RispondiEliminaIo non sono propensa, secondo me l'esperienza devi farla da solo.
Baci!
ps: ti ho scritto di nuovo via mail, dimmi se ti è arrivato il mio messaggio!
Arrivato tutto, ci aggiorniamo!
EliminaCiao, verissimo, il tema è controverso. In realtà l'Italia è un paese che ha remore... come per tante cose. Considera che la scrittura creativa è materia accademica all'estero (USA) da un centinaio d'anni e per arrivare a insegnarla ci ho messo 15 anni di esperienza (e poi me l'hanno chiesto con applicazioni professionali di Storytelling, altra storia). Di certo se vuoi lavorare per scrivere sceneggiature per serie tivù o cinema da soli è impossibile perché sono scritture estremamente tecniche. Sulla narrativa concordo: le strade sono più articolate e dipende dalla penna...
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