Nella foto: Miriam Bruni - Foto di Roberto Cerè
che sono appesa a un filo
Per cosa muoio o vivo
La gente non sa niente
Una città io sono
un cielo che scurisce
una bandiera bianca
un volo che nitrisce
Io sono una sirena
che non puoi catturare
Ad ogni Suo richiamo
il fiore mio risale
Da questa terra rotta
da tutti i miei confini
io sfodero splendore
sui miei regni piccini
(pubblicata recentissimamente su Antologia d’estate, assieme ad altri 12 inediti)
L'etica e l'estetica:
entrambe Suo
patrimonio e volere
Quante volte
tristi ci guardiamo
Ne fanno un simulacro
o uno stolto
gioco di potere.
Estivo innaturamento
Al fagiano che attraversa il giardino
porgere un saluto, quasi un inchino.
Ferma sul sentiero studiare una lumaca,
o i cerchi maestosi, di chi ha in affitto il cielo.
Una formula semplice, di natura,
coi cerbiatti del bosco ripassare:
- ci si disseta a terra, in pozze di fortuna –.
(Vai all'intervista intervista, clicca qui).
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