lunedì 31 maggio 2021

La censura di Facebook sulla pagina Roberta De Tomi: la foto "incriminata" del racconto "Survivors" (leggi il racconto)

"Papà?"
La porta era spalancata. Una lama di luce spezzava il buio del corridoio, esteso alla stanza.
Di ritorno dalle ripetizioni di latino, a dire il vero tutto sembrava sempre nero, come la noia di una domenica invernale. Le declinazioni non mi entravano in testa. Le lingue morte avrebbero dovuto starsene nella bocca di una mummia, le ragazzine vive a zonzo tra Londra e New York.


Preferivo ciò che era vivo, allora: un'ala di Vanessa, un petalo nella corolla che rifiutava le lagne dei "M'ama non m'ama", un gatto ronfante. La lingua di Lorenzo nella mia bocca, la sua bocca sul mio collo. E tutto il resto.
Appoggiai lo zaino a terra, quindi entrai nella stanza.
"Papà."
Papà era davanti a me, la pistola puntata alla tempia. Pensavo che stesse giocando, che quello che teneva in mano era il giocattolo di mio fratello. A papà i cowboy piacevano come gli piaceva la musica di Morricone e gli spaghetti Western.
"Dai smettila!"
Mi slanciai in avanti, quando lo sparo lacerò il silenzio e le carni. Vidi qualcosa schizzare via dalla sua testa, mentre cadeva di peso sul pavimento di marmo.
Mi ritrassi senza nascondere il viso con le mani.
Un ammasso carnoso e sanguinolento era sotto il termosifone. Una pozza rosso-cupo, si allargava dal corpo, steso come se fosse stato crocifisso.
La pistola, accanto, fumante e ancora calda. Odori intrecciati, tra carne e terra.
La presi, incurante del sangue. Tremante, trepidante, sognante. La avvicinai alla tempia, chiusi gli occhi.
Le mie gambe, improvvisamente, vacillarono. Le ginocchia piegate, la vertigine, la caduta. Il pozzo nero degli abissi. Nessuno sparo a lacerare il silenzio. Solo le grida di mia madre. Io non urlai. Non piansi. E non so perché. So solo che tutto iniziò da lì. Dal sangue, dal dolore, dalla morte. Avevo le mestruazioni quel giorno. Ecco perché a un certo punto avevo fermato Lorenzo. Da allora non mi sarei più fermata e sarei diventata una fuoriclasse dell'abisso. Del sesso impregnato e bagnato, mentre fuori piove merda che ti copre e ti sommerge. Un outsider. Eros e Thanathos.

5 commenti:

  1. Scusa, forse sono io che sono deficiente...
    Ma qual è il motivo della censura? Io trovo che sia un racconto molto utile, una fonte di discussione preziosa e fb l'ha bloccato.
    Io non sono su quel social, per fortuna, è davvero assurdo.
    Baci.

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  2. Ma ci mancherebbe, non è essere "deficienti", cosa che poi proprio non sei... La causa è la foto, segnalata da FB perché violerebbe gli standard sulla violenza. In pratica inciterebbe alla violenza. Questo è praticamente l'effetto della decontestualizzazione in Comunicazione. Come creare dei mostri semantici... senza che lo siano...

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    1. Hai detto bene, mostri semantici.
      Fra l'altro, difetto che possiedono quasi tutti i social, si muovono su algoritmi e non ci sono delle persone che controllano sul serio i contenuti.
      Mi dispiace molto perché non c'era nessuna violenza nel tuo brano, tanto meno nella fotografia.
      Ti abbraccio.

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  3. Ma amie, sono davvero disgustata dal comportamento deplorevole di facebook che poi ammette cose oscene, che nulla c'entrano con tuo racconto e la fotografia abbinata.
    Buona giornata!

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  4. A me fb ha chiuso il profilo senza motivo.
    Imbecilli.
    Baci.

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