giovedì 22 luglio 2021

Il mestiere delle scrittore: Nome Famoso, stereotipi e verità, passando per il rispetto

Reduce da un incontro di scrittura creativa, colgo l'occasione dell'ora tarda per alcune considerazioni sul mestiere della scrittura. Parlo del mio percorso, mettendo a nudo alcuni aspetti forse inediti e, in un certo senso, riflettendo su una rosa di soddisfazioni che si fanno largo tra le delusioni, legate a un paio di rassegne in cui gli atteggiamenti di alcuni partecipanti hanno lasciato a desiderare. Scrivere, per me, è un lavoro. Di fatto è il mio lavoro. Ho organizzato eventi e in alcuni casi ho trovato scarso rispetto nei confronti del mio fare (occupandomi di tutto, dalla comunicazione, alla gestione della logistica, passando per la grafica e gli sbatti promozionali) come accade a molti colleghi. E non fraintendetemi: le critiche che possono arrivare ai romanzi e ai racconti ho scoperto essere il meno e spesso un incentivo a migliorare. Mentre la considerazione del lavoro è spesso svalutata, complici luoghi comuni e le affermazioni legate al fatto che no... scrivere è facile e tutti possono. No, scrivere non è facile (come organizzare eventi che faccio poco, perché preferisco essere invitata), se lo fai diventare un lavoro. E tutti possono diventare scrittori? Sì, potenzialmente. In mezzo ci sta il discrimine tra la passione e il salto nel professionismo, spesso vilipeso e sminuito da luoghi comuni e dall'idea condivida che con l'arte in Italia non si possa mangiare. Eppure tutto è iniziato...

Il mio primo giorno nella redazione di una testata nota. 
"Devi scrivermi un pezzo sulle condizioni dei parchi in città. Intervista le persone e fammi vedere come ti muovi e cosa produci."
Così mi mette al lavoro, il caporedattore. Io, stagista, insperta al mille per cento, mi metto al lavoro e faccio interviste nei vari parchi. L'estate si fa sentire, ma il mio entusiasmo mi traghetta verso la postazione dove scrivo il mio primo pezzo. Ci penso, ci ripenso, l'attacco con le cinque W... funziona! Il caporedattore legge e approva.
"Scrivi molto bene."
Tutto inizia da questo. Ma non pensate, nulla è in discesa. Da qui inizio il mio percorso nel giornalismo. Senza orari, senza grossi stipendi, ma con tanto impegno e occupandomi di temi importanti. Per diversi anni batto la mia zona come corrispondente; poi, l'esperienza in radio, gli uffici stampi, gli eventi. Gli eventi. Tanto lavoro, non sempre ripagato bene... anzi. La perfetta vita da precaria, condizione che conosco e da cui sono sfuggita con doppi e tripli lavori e lavoretti, commissioni e richieste, spaziando nei settori e lavorando come una matta e senza orari. Dall'impiegatizio, all'educativo, passando per le lezioni e il resto della comunicazione. Nel frattempo la scrittura si è configurata, ora come un'oasi, ora come una piccola speranza, subito nascosta da una nuvola. Poi, ecco il mestiere.
Tralascio le dinamiche non limpide che ho denunciato, anticipando temi come i Neet. 
Quando sarò Nome Famoso potrò pontificare soprattutto su quello che non so... Per ora mi limito a essere ascoltata da pochi.

Gioco fuori? Sì. Ma con il mestiere dello scrittore.
"Scrivere è facile."
"Lo fanno tutti."
"Scrivo quello che pare a me."
"Mi scrivi una recensione?"
"I corsi di scrittura creativa non servono!"
Rispondo a tutti così:
- Scrivere non è facile, se lo fai con una certa cognizione di causa.
- Lo fanno tutti perché è più facile pubblicare. Ma la qualità è altro, come la consapevolezza.
- Scrivi per lavoro? Sei un addetto ai lavori? Esiste un mercato... e le case editrici non sono onlus. Esistono contratti e tempi di consegna del lavoro. E sì, (Eureka!) fai un lavoro, per soldi e scrivi quello che ti chiedono di scrivere gli editori. Con tanto di commissioni, percentuali... Ops... non ho ispirazione oggi... devi fartela venire o ciao contratto (come accade in ogni lavoro!) 
- Le recensioni nascono da un lavoro. Tempo per la lettura attenta e per la scrittura del pezzo dedicato, basato su dieci anni di esperienze. E il tempo fa parte di quel compartimento prezioso che costringe a fare scelte precise, legate alla tua esperienza, non considerata da chi fa la richiesta. Giusto perché ogni giorno, in Italia, escono due-tre libri...
-I corsi di scrittura? Non servono come tutti i corsi di cui non si sa mettere a frutto gli insegnamenti. Ecco tutto. In realtà, molte pubblicazioni, soprattutto di Big, si basano sui principi della scrittura creativa. Sorpresi? Poi, ognuno segua la propria strada: la bravura ha mille declinazioni.

Scrivere è un mestiere. Manca Nome Famoso per guadagnare un rispetto che sarebbe dovuto e spesso non sussiste. Ma tempo, mestiere, studio, passione fanno più di mille Influencer. E se volessi essere Influencer... competente, prego. Con amore per l'onestà intellettuale, altra spina nel fianco. Ma questa è un'altra storia e forse essere Influencer su quello che non so, può essere divertente. E poco faticoso? Del resto... così fan tutti... o molti...  

4 commenti:

  1. Condivido pienamente. La scrittura secondo me non è per tutti e soprattutto richiede un lavoro immane che la gente non immagina. Come dici tu è un lavoro a tutti gli effetti!! Lo hai spiegato bene ma è difficile rompere certi pregiudizi, purtroppo. Tu scrivi davvero bene. Un abbraccio grande.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore! Il lavoro è motivato dal fatto che il rispetto verso i lettori è sacrosanto! Perciò si alzano gli occhi dall'ombelico per entrare nel mondo degli altri.

      Elimina
  2. Ne discutevo l'altro giorno con Francesca via mail, su quanto è dura scrivere. Che sia un dono è vero ma va sviluppato e oggi devi anche essere editore, imprenditore e agente di te stesso.
    Non è solo passione.
    Poi ci metti pure le persone che quando ti presenti ti guardano storto perché non sei raccomandato, non hai un nome altisonante e sei self (ma perché in Italia ce l'avete tanto col Self? In Francia si vende benissimo) allora...
    A bientot!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, cara Sophie, accade anche a chi pubblica con Big ma poi non è poi così seguito... sui Santi in Paradiso sfondi una porta aperta... mettici anche chi non scende a certi compromessi... Ma avanti! Bacio!

      Elimina