Ernest Hemingway lo diceva e non scandalizzatevi se lo scrivo: "La prima stesura è sempre una merda". Dedicato ai geni ispirati e a chi pensa di scrivere capolavori senza avere tecnica, scrivo questo articolo, per lanciare una suggestione. Tratto del riconoscimento del lavoro dello scrittore in quanto professionista. Non intendo solo l'autore di opere creative, ma una persona che, negli anni si è specializzata nella scrittura a 360°, occupandosi di copy, revisione testi, web writing e Social. Si parla di PROFESSIONISTI che, nel dedicare il proprio tempo alla scrittura, studiano, si aggiornano, recependo i cambiamenti del mercato.
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martedì 8 aprile 2025
lunedì 16 settembre 2024
Scrittori si diventa (e la tecnica non è un'opinione)
Sara (nome d'invenzione) ha un'idea. Una bella idea, per lei è persino geniale. Prende carta e penna e la abbozza. Poi inizia a scriverla e, presa dall'entusiasmo, nell'arco di pochi giorni redige una novella. Non un romanzo, ma un racconto lungo, dove la storia e i personaggi presentano una certa articolazione. La storia è nata dalla spinta creativa e questa è cosa buona. Sara decide, dopo avere corretto il testo, di inviarlo a qualche casa editrice. Sa che dovrà aspettare alcune settimane, così torna alle sue attività, nell'attesa di un nuovo lampo di genio. Poi, un giorno arriva una risposta. E non è positiva.
mercoledì 4 settembre 2024
Settembre: il tempo è prezioso, non sprecatelo
Settembre è iniziato da pochi giorni e già si entra nel vivo di quello che, in un certo senso, è una sorta di nuovo anno. I Righeira cantavano: "L'estate sta finendo e un anno se ne va". Settembre è il mese degli inizi: le scuole aprono i battenti, i programmi autunnali iniziano a essere pubblicati in vista della caduta delle foglie, delle prime nebbie e di quella temperatura che spinge a stringersi nelle coperte, in compagnia di un buon libro.
mercoledì 12 giugno 2024
La rivoluzione della scrittura creativa: contro l'anticultura dell'antigrammatica degli abbracci (falsi), il talento degli sconosciuti che risplendono
"Negli ultimi tempi, leggo libri e noto un impoverimento linguistico. Tante parole ricorrenti e sempre più semplificate." Così emerge durante una chiacchierata informale con alcuni ex allievi, con cui si stanno progettando dei corsi. "A me piace conoscere nuove parole" si continua. Leggere consente di imparare cose nuove e di arricchire il vocabolario personale. Non a caso consiglio sempre agli allievi di avere un dizionario a portata di mano: per imparare termini nuovi, studiare i significati e non lasciare nulla al caso. Poi tra i social, si scorrono post di esponenti della "cultura" che sostengono che non conta l'italiano corretto, perché contano le persone. Dimenticando che esistono gli assistenti sociali e i professionisti che si occupano del benessere psichico delle persone. Dimenticando che prima degli eventi (importanti per la promozione) ci sono i libri, le storie, i componimenti che spesso incontrano i lettori fuori dalle vetrine virtuali e non. Ed è vero che le storie sono fatte di umanità, scritte da persone, ma la cultura non è una grande casa di accoglienza o una latrina emotiva. Senza grammatica non può esserci cultura, anzi, non possono esserci le culture.
La mia scrittura creativa è cultura: educazione, umanità ma anche e soprattutto talento. E non importa la simpatia, anche se l'empatia è importante: la bravura che merita deve emergere, rompendo le logiche dell'anticultura, di abbracci (falsi e oppostunistici) a favore del talento e del merito, svincolandoli dalla logica delle amicizie. Qualcosa di estremamente rivoluzionario, laddove i rivoluzionari che parlano di cambiamento si comportano esattamente come chi contestano, contribuendo in realtà al declino della cultura.
mercoledì 18 ottobre 2023
Riflessioni - Il potere all'immaginazione: un campo al plurale da coltivare
Che cosa significa creare? Basta sfogliare un vocabolario e troviamo la definizione: significa far nascere qualcosa dal nulla. Nella Bibbia la creazione è l'atto fondativo del mondo. Creare significa costruire, erigere mondi laddove abbiamo dei deserti. E non sono cattedrali: sono elementi che riempiono i vuoti, esprimendo il valore di chi li erige. Creare è un esercizio di fantasia che presuppone capacità di progettazione. Creare è dare voce all'espressione personale: questo perché ogni opera, per quanto legata a delle regole, non potrà mai essere uguale. Ma qualcosa stride in questi tempi. Qualcosa che sembra voler omologare. Per questo diventa ancora più importante creare: per esprimere veramente qualcosa che vada oltre la standardizzazione. Nel rispetto di regole che possono essere sovvertite.
lunedì 25 luglio 2022
OFF TOPIC - Volevo le gambe e non la coda di pesce: essere te stesso o quello che vorresti o senti di essere?
Quest'inverno ho guardato un film che mi ha particolarmente toccato: "Girl" (2018), diretto da Lukas Dhont e con protagonista Victor Polster, nei panni dell'incantevole Lara Verhaeghen. Intorno a Lara, un bel cast che ha saputo interpretare una storia drammatica, edificante ma non retorica. La vicenda di Lara ripercorre archetipi alla base della mitologia e della narrativa, connessi alla vita reale, alle insicurezze e ai bisogni identitari che portano gli esseri umani a vivere inferni personali. Perché il problema, e ce lo rammenta Amleto, verte sul: "To be or not to be". Nella fiaba de "La Sirenetta", edita la prima volta nel 1837, il tema si propone con un afflato moderno, nel desiderio della creatura marina di avere le gambe, al posto della coda. Con le conseguenze che sappiamo.
giovedì 22 luglio 2021
Il mestiere delle scrittore: Nome Famoso, stereotipi e verità, passando per il rispetto
Reduce da un incontro di scrittura creativa, colgo l'occasione dell'ora tarda per alcune considerazioni sul mestiere della scrittura. Parlo del mio percorso, mettendo a nudo alcuni aspetti forse inediti e, in un certo senso, riflettendo su una rosa di soddisfazioni che si fanno largo tra le delusioni, legate a un paio di rassegne in cui gli atteggiamenti di alcuni partecipanti hanno lasciato a desiderare. Scrivere, per me, è un lavoro. Di fatto è il mio lavoro. Ho organizzato eventi e in alcuni casi ho trovato scarso rispetto nei confronti del mio fare (occupandomi di tutto, dalla comunicazione, alla gestione della logistica, passando per la grafica e gli sbatti promozionali) come accade a molti colleghi. E non fraintendetemi: le critiche che possono arrivare ai romanzi e ai racconti ho scoperto essere il meno e spesso un incentivo a migliorare. Mentre la considerazione del lavoro è spesso svalutata, complici luoghi comuni e le affermazioni legate al fatto che no... scrivere è facile e tutti possono. No, scrivere non è facile (come organizzare eventi che faccio poco, perché preferisco essere invitata), se lo fai diventare un lavoro. E tutti possono diventare scrittori? Sì, potenzialmente. In mezzo ci sta il discrimine tra la passione e il salto nel professionismo, spesso vilipeso e sminuito da luoghi comuni e dall'idea condivida che con l'arte in Italia non si possa mangiare. Eppure tutto è iniziato...
lunedì 16 novembre 2020
RIFLESSIONI: "La morte del pensiero critico, la propaganda e le brutte scritture: taci, critico (titolato), non sei un cazzo di nessuno"
"Chi cazzo sei?"
Insulti, offese, inutile appellarsi agli Antichi, alle fonti indiscutibili.
"Se dici così sei razzista, fascista, blabla."
Volevamo levarci le etichette, le abbiamo moltiplicate e le usiamo con violenza per sminuire, umiliare chi è competente. E volevamo un mondo "meritocratico".
"Chi cavolo sei?"
Già, me l'hanno detto più volte. Le parole hanno un peso, ma tra fare critica e offendere c'è differenza. E se tu poni una critica, ecco che vieni tempestato di offese (forse perché la cialtroneria rivelata non ha altri argomenti se non l'offesa e il vittimismo).
Insulti, offese, inutile appellarsi agli Antichi, alle fonti indiscutibili.
"Se dici così sei razzista, fascista, blabla."
Volevamo levarci le etichette, le abbiamo moltiplicate e le usiamo con violenza per sminuire, umiliare chi è competente. E volevamo un mondo "meritocratico".
"Chi cavolo sei?"
Già, me l'hanno detto più volte. Le parole hanno un peso, ma tra fare critica e offendere c'è differenza. E se tu poni una critica, ecco che vieni tempestato di offese (forse perché la cialtroneria rivelata non ha altri argomenti se non l'offesa e il vittimismo).
mercoledì 12 agosto 2020
RIFLESSIONI SOGNANTI: Se il titolo di studio è un pezzo di carta e gli autodidatti sono sopravvalutati
Autodidatti e/o millantantori di titoli ma soprattutto di capacità e competenze da una parte; dall'altra, leggendo gli annunci di lavoro, richieste di esperienze pluriennali fatte a neolaureati poco più che ventenni. In mezzo, ci stanno loro: i titolati, ma non per etichetta. Dietro a una laurea, dietro a un'esperienza, ci sono anni di studio, di approfondimenti; anni di lavoro per mantenersi gli studi. Sacrifici. E mentre ci dibattiamo tra le schizofrenie di un paese sempre più allo sbando, con laureati precari che, nei loro angolini, macinano idee e trovano solo ostacoli e disprezzo, ecco l'ennesima batosta: la notizia di Sergio Battelli che, malgrado sia sia fermato alla Terza Media, è stato confermato Presidente della Commissione per le Politiche UE. Non me ne dolga, Battelli, anzi, invito a leggere le sue ragioni, perché è giusto che si ascoltino le diverse campane (vai all'articolo su Leggilo, clicca qui). E lungi da me dal voler fare una polemica mirata a qualcuno: da questo caso vorrei porre una riflessione che riguarda il contesto generale di un paese che lancia briciole a teste pensanti con idee, di cui disprezzano i titoli. No, i titoli non sono pezzi di carta. Sono altro. Scoprite perché.
domenica 5 novembre 2017
Bella come una foglia d'autunno
Dopo un post fumantino e rievocativo, ti fermi. Rifletti sul fatto che a pochi piace la verità. Quella che fuma su un piatto d'argento. Quella raccolta in anni di esperienze e di precari. Di Neet ho sempre parlato e mi capiterà di parlare.
In questa giornata d'autunno, con la pioggia che batte contro il vetro, rammenti parole come fruste.
In questa giornata d'autunno, con la pioggia che batte contro il vetro, rammenti parole come fruste.
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giovedì 6 luglio 2017
"L'eleganza del riccio" ovvero il silenzio di mondi incantati
Ci sono persone che non fanno rumore. Vivono una vita apparentemente mediocre. Devono recitare una parte per una mera questione di obblighi sociali. Sono ignorate, bistrattate da gruppi che si elevano fermandosi all'apparenza.
L'eleganza del riccio, romanzo di Muriel Barbery edito da e/o, racconta di queste persone. Si tratta di un romanzo in cui mi sono ritrovata. Non tanto per le doti o per l'intelligenza dei personaggi che si rinchiudono nel loro bozzolo, quanto per i silenzi che conosco, per quell'obbligo di tacere perché in fondo, "non sei nessuno". Ti senti avvolto nel mantello dell'invisibilità, rifiutando le prassi dei furbi che si elevano, dileggiandoti. Ogni riccio vuole farcela da solo, con il risultato che se ce la fa, non deve rendere favori grossi a qualcuno che, come lo ha messo lì, al primo colpo di vento può spazzarlo via.
L'eleganza del riccio, romanzo di Muriel Barbery edito da e/o, racconta di queste persone. Si tratta di un romanzo in cui mi sono ritrovata. Non tanto per le doti o per l'intelligenza dei personaggi che si rinchiudono nel loro bozzolo, quanto per i silenzi che conosco, per quell'obbligo di tacere perché in fondo, "non sei nessuno". Ti senti avvolto nel mantello dell'invisibilità, rifiutando le prassi dei furbi che si elevano, dileggiandoti. Ogni riccio vuole farcela da solo, con il risultato che se ce la fa, non deve rendere favori grossi a qualcuno che, come lo ha messo lì, al primo colpo di vento può spazzarlo via.
domenica 5 febbraio 2017
Gocce di pioggia su un ponte sospeso
E' una giornata di pioggia.
Cade come i pensieri in una notte insonne.
Cade tra le pagine voltate in una notte studio.
L'ultimo mese è stato caratterizzato, oltre che dal lavoro, dallo studio e dalla stesura del nuovo progetto narrativo.
Cade come i pensieri in una notte insonne.
Cade tra le pagine voltate in una notte studio.
L'ultimo mese è stato caratterizzato, oltre che dal lavoro, dallo studio e dalla stesura del nuovo progetto narrativo.
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