"A cavallo verso nessuno": la quarta di copertina
Gli eventi della nostra vita arrivano per caso o con uno scopo preciso? È ciò che cercherà di scoprire la protagonista, istruttrice di equitazione, praticante di arti marziali e donna ai ferri corti con Dio. Una storia per tutti, profonda ma anche ironica, che ci lascia con l'animo leggero e un sorriso sulle labbra.
L'intervista a Serena Guerra
Benvenuta, Serena. Ci puoi raccontare qualcosa di te? La tua formazione, il tuo lavoro, le tue passioni, quello che, invece, ami meno?
Beh, a conti fatti assomiglio abbastanza alla protagonista del libro: pure io sono istruttrice di equitazione, per gran parte della mia vita ho lavorato con i cavalli e lo faccio ancora. Lei, però, è molto più simpatica di me. Le mie passioni sono molteplici; oltre ai libri amo il giardinaggio, fare sport, ho praticato arti marziali per un discreto periodo, mi sono dedicata alla ricerca spirituale, mi piace fare escursioni nella natura; non amo le città, il caos, i concetti scontati. La mia formazione, se così la vogliamo chiamare, è stata sospinta proprio da questo: dal continuo cercare “al di là”, oltrepassare le apparenze, leggendo, documentandomi, e soprattutto sperimentando su me stessa.
Quando e come nasce “A cavallo verso nessuno”?
Ovviamente è stato ispirato da forti esperienze vissute in prima persona, sia di carattere spirituale, sia di carattere più terreno. Un mosaico di cui avevo in mano i pezzi, senza aver mai pensato a metterli insieme. Poi, un giorno, mi sono seduta a scrivere... e lui era lì che mi aspettava.
A cosa si riferisce il titolo?
L'essere umano anela a distinguersi tra i suoi simili. È una vera mania. Per le persone poter dire: “Io non sono come gli altri” è un vanto. C'è una ricerca, spesso esasperata, del personaggio, e oggi i social media non fanno altro che rendere più evidente questo aspetto della nostra natura. Ma anche lasciando perdere i social, pure in attività più “sane”, come lo sport, c'è la competizione, il desiderio di distinguersi. In ambito sociale pensiamo al concetto, tristemente importato da oltreoceano, della divisione in “vincenti” e “perdenti”, e potrei dilungarmi in molti altri esempi. Ebbene, io credo che questa sia la via migliore per sprofondare nell' ”ego” e allontanarci dalla nostra parte più armonica, più vera. Penso che per poter essere veramente felici occorra ritrovare la sintonia con ciò che ci circonda, con la natura, con i nostri simili o dissimili, con i ritmi dell'universo; guardarsi un po' più dentro, anzi che fuori, raggiungere l'essenza, rinunciando al personaggio.
Su cosa si incentra la vicenda del libro?
Possiamo ben dire che si incentra sulla fiducia. L'incrollabile fiducia che la protagonista ha nel suo cammino, è proprio l'ingrediente che le permetterà di svelare gli enigmi che custodiscono le più grandi ricompense. Se non fosse stata spinta dal potente motore della fiducia, si sarebbe fermata anche lei all'apparente evidenza dei fatti, arenandosi, per rubare una superba immagine a O'Donohue, sulla scintillante superficie del banale.
Il tema della ricerca è centrale e si intreccia ad altri. Quali sono e come li hai trattati?
Bene, della fiducia abbiamo appena parlato. Un altro tema importante è senza dubbio l'impegno. Per questo ciò che incontriamo nel libro sono le grandi passioni della protagonista (che poi sono anche le mie. Come si potrebbe parlare di una grande passione, senza averla provata e vissuta in prima persona?).Cosa, infatti, più che una grande passione può spronarci al massimo impegno? Dunque si parla di natura, di kung fu, ma soprattutto di cavalli. Sono i cavalli il vero alfa ed omega nella vita della protagonista; e infatti proprio loro, tra tutti, avranno la capacità di riagganciare fili apparentemente strappati, e condurla al galoppo sulla dirittura finale di una nuova consapevolezza.
Chi sono i personaggi e come li hai voluti delineare?
I personaggi, di per sé, non hanno grande importanza; essi acquistano rilevanza solo per l'impatto che hanno sulle emozioni e sulla rotta della protagonista. Non ci interessa sapere se Narciso Madoro fosse alto o basso, bello o brutto; e così per Riky X, Rattan, Fiore... non ci importa della loro vita, di amarli od odiarli, ma solo capire in che modo, la vita li abbia usati per portare la protagonista là dove doveva arrivare. Perché in fondo è proprio lei, la Vita, la vera protagonista della storia, il vero personaggio che trasuda dietro ai fatti, il regista nascosto ma sempre presente.
Il romanzo ha una precisa ambientazione e un contesto storico preciso? Se sì, quali e perché queste scelte?
La storia si svolge nei giorni nostri. Sullo sfondo abbiamo montagne, torrenti, laghi, cavalli, maestri taoisti, tutte le cose che io conosco. Credo nell'importanza di scrivere ciò che si conosce, soprattutto se, come in questo caso, si vuole scendere in un'analisi profonda e su piani sottili. In una situazione del genere non ci si può affidare all'immaginazione o alla fantasia.
Dal punto di vista delle tecniche di scrittura e dello stile: come hai voluto scrivere questo libro e cosa, invece, hai assolutamente evitato?
Lo stile è ironico, leggero, semplice. Ci sono un paio di cose che, a me sembra, vengono più adoperate dagli esseri umani, nel tentativo di costruirsi un personaggio: il dramma e le complicazioni. Pensa a quanto ci piace leggere libri, o vedere film, che ci fanno piangere o soffrire in qualche modo. Nella sofferenza ci percepiamo con estrema chiarezza, spesso essa ci attrae in modo inquietante; l'eterno, diabolico alternarsi della sofferenza e dell'assenza di essa, una spirale a cui è difficile sfuggire. E in questo spiraleggiare, molto spesso, si avvolgono pure i nostri pensieri, strisciando verso arzigogolate ed esasperate analisi introspettive, verso interpretazioni barocche della realtà. Spesso indulgiamo nel riempirci la bocca di paroloni, come se solo i paroloni potessero dar forma a concetti elevati. Ebbene, io sono per il “parla come mangi”. Voglio trattare di concetti elevati con parole semplici. Voglio smetterla di fare della spiritualità e della ricerca interiore una faccenda da eruditi o da sciroccati: esse riguardano ognuno di noi, ed estremamente da vicino. Il mio libro si propone come un anti-dramma e un anti-complicazioni, e lo stile rispecchia in toto la proposta di riflessione del contenuto. Naturalmente la protagonista, come tutti noi, attraversa situazioni di grande dolore, cade in complicati vortici di pensieri, ma appena ciò accade cerco subito di toglierla di lì. Non è con idee finemente intarsiate o con toni vibranti di dolorose emozioni che vorrei conquistare il lettore, bensì tutto l'opposto: scelgo di lasciare in terra il dolore come un vestito vuoto, e invito il lettore a seguirmi fuori dal labirinto del pensiero oppressivo e dei concetti arzigogolati. Le grandi verità, sono sempre molto semplici.
Dove possiamo trovare il romanzo? In che formati?
Il formato, almeno per ora, è solo il cartaceo. Si può ordinare in libreria, su tutti gli internet book-shop o direttamente sul sito del gruppo Santelli (di cui fa parte l'editore Rossini): https://santellionline.it/
Hai nuovi progetti narrativi per il futuro?
A me piace fare un passo alla volta. Certamente scriverò ancora, ma con “A cavallo verso nessuno” l'avventura è appena iniziata e per ora intendo rivolgere le mie energie alla sua promozione. Poi si vedrà.
Se vuoi aggiungere qualcosa…
Per fortuna sei stata molto brava, e le tue domande ben mirate mi hanno consentito di presentare “A cavallo verso nessuno” in maniera molto esaustiva. Vorrei aggiungere solo una raccomandazione per chi vi si accosterà: non fatevi ingannare dalla sua apparente leggerezza; proprio come per i casi della vita, se ci si sofferma a riflettere possiamo scovare nuovi e mutevoli significati. A seconda del momento o dello stato d'animo in cui ci troviamo, illuminata dalla luce diversa e personalissima di ciascuno, la stessa pagina può assumere svolte e riflessi sempre nuovi. Usatelo come svago quando volete distendervi, o come diapason quando vi accingete a suonare la vostra musica, potrà andare egualmente bene. Ma se di una qualche verità andate cercando tra le pagine, vedete di ascoltarvi bene, e nel profondo; perché è proprio là che ciascuno di noi sa benissimo cosa è vero e cosa no.
Ufficio Stampa: Simona Mirabello
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